Torna Gigi D’Alessio «Porto ad Avezzano musica e solidarietà»
Doppio concerto in Cattedrale del pianista cantautore «Così possiamo combattere la violenza tra i giovani»
AVEZZANO. «Non avevo bisogno di fare altri concerti in questa parte dell’anno, però quando mi hanno proposto di fare questa doppia data ad Avezzano, non ho saputo dire di no, pensando ai progetti di solidarietà collegati». Cantante, musicista, ma anche intrattenitore, Gigi D’Alessio sarà il protagonista della XXIII edizione del concerto di Natale che quest’anno accenderà la cattedrale di San Bartolomeo nelle serate di giovedì 14 e venerdì 15 dicembre (entrambe alle 20.45). Duplice finalità è quella di conferire un riconoscimento alla carriera ai protagonisti sul palco, il premio Anna Luce, e quello di sostenere organizzazioni, progetti sociali o umanitari. D’Alessio, raccogliendo l’invito di Harmonia Novissima, ha pensato di offrire ad Avezzano un originale percorso di dialogo e canzoni, incentrato sul tema della pace e della solidarietà, in un momento storico difficile per diverse zone del pianeta. L’adesione all’iniziativa è stata dunque immediata anche in virtù dell’idea di ricostruire la scuola elementare del villaggio di Ambohimitombo in Madagascar, struttura distrutta dai cicloni, come da progetto di Africa Mission Cattedrale di Avezzano onlus. Un’iniziativa condivisa con il vescovo Giovanni Massaro portata avanti col sostegno dell’amministrazione locale e della Regione. Anche quest’anno, Rai Radio Tutta Italiana e Rai Isoradio sono partner del concerto, attraverso la voce storica di Gianmaurizio Foderaro. L’artista partenopeo, che lavora anche come produttore discografico, nel corso della sua carriera ha collezionato numeri da record: con 30 milioni di dischi venduti, 3 dischi di diamante e oltre 100 dischi di platino è considerato un pilastro della musica d’autore italiana.
Il progetto di solidarietà legato a questo doppio concerto e il suo attuale impegno in The Voice kids denotano un’attenzione in favore dei più piccoli.
«Sono felice di ciò. Sono reduce da un bel tour degli Stati Uniti e non avrei preso altri impegni. Poi, però, mi hanno chiesto di spendermi in favore di questo progetto particolare e ho accettato con tutto il cuore».
La scaletta del concerto ci riporta indietro attraverso le tappe principali della carriera. Quant’è importante, nell’evoluzione del percorso artistico, guardare la strada percorsa sin qui?
«Guardare avanti è fondamentale per crescere ed evolversi, ma non possiamo dimenticare da dove veniamo. Il passato ha contribuito a formare quello che sono oggi, e per me è importante mantenere un legame con le mie radici, la mia famiglia e la mia terra. Allo stesso tempo, ci tengo a raccontare il mio percorso attraverso la musica».
Parlando di musica, si è trovato di recente a un confronto organizzato da Mucchio selvaggio in merito al ruolo delle canzoni nei confronti della violenza. Come si possono tirare in ballo episodi di violenza, senza incentivare l’emulazione, specie tra i più giovani?
«La musica è un linguaggio universale che può superare barriere e unire le persone. Penso che, attraverso la musica, si possa combattere la violenza, incoraggiando sentimenti positivi nelle teste dei giovani. Soprattutto, la musica può essere uno strumento per educare e condizionare positivamente i ragazzi».
La sua carriera è molto fortunata e non solo in Italia. Non le dà fastidio, dunque, quell’abitudine tutta italiana di assegnare una specie di “stigma” a determinati artisti che vengono criticati o sottovalutati a prescindere?
«I numeri e quello che faccio da oltre 25 anni mi danno ragione. Le cose vanno molto bene. Non mi sono mai stancato di fare ricerca musicale e di ampliare i miei orizzonti creativi. Ho riempito stadi, ho registrato 5 sold out consecutivi a piazza Plebiscito. Per il resto, non si può piacere a tutti».
Due estati fa è stato tra gli ospiti della Perdonanza celestiniana, la scorsa estate ha suonato a Castel di Sangro per la festa scudetto del Napoli con condizioni meteorologiche che facevano un po’ pensare alle sue “domeniche d’agosto con la neve che cade”. Che sensazioni ricorda?
«Gran bel ricordo della serata all’Aquila, organizzata insieme al maestro Leonardo De Amicis e ai giovani dell’Orchestra del Conservatorio. Beh, quest’estate le cose a Castel di Sangro sono state un po’ più difficili a livello logistico perché c’è stato un cambio di location all’ultimo minuto».
Più in generale, cosa le viene in mente pensando all’Abruzzo?
«Penso soprattutto alla mia casa a Ovindoli. Peccato non avere molto tempo libero a disposizione per poterci andare. Però i miei figli ci vanno spesso in vacanza».
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