Zenga e Tacconi raccontano il loro calcio che non c’è più

23 Ottobre 2024

Storie del «campionato più bello del mondo» e anche gli amori da copertina   nell’autobiografia “Ero l’uomo Ragno” che l’ex portiere dell’Inter porterà a Teramo

TERAMO. Due protagonisti del calcio degli anni Ottanta-Novanta hanno deciso di raccontarsi in un libro. Guasconi e irriverenti. Idoli di una generazione di tifosi, protagonisti di un altro calcio. Un tempo si contendevano la maglia della Nazionale oggi Walter Zenga – 64 anni, ex portiere dell’Inter, dirigente del Siracusa (serie D) dopo una carriera in panchina che l’ha portato ad allenare anche all’estero – e Stefano Tacconi – 67 anni, ex portiere della Juve reduce da una convalescenza dopo alcuni problemi di salute – mettono nero su bianco uno spicchio di calcio d’altri tempi, in cui ad esempio la figura del procuratore non era così predominante, tra aneddoti e curiosità vissuti in due dei club più seguiti in Italia. Zenga sarà venerdì a Teramo per un manifestazione organizzata dal Csi in cui sarà ripercorsa la carriera dell’Uomo Ragno. Dall’oratorio alla Nazionale il titolo sintesi della giornata che avrà il suo clou alle 18 quando è in programma la presentazione del libro di Walter Zenga, Ero l’uomo ragno (Cairo), alla sala convegni del Park Hotel Sporting. Oltre alla presenza dell’ex portiere, ci sarà il giornalista Massimo Cecchini, che accompagnerà Zenga nella discussione del libro e delle sue esperienze calcistiche. Poi, è in programma una cena al ristorante Madre Natura. Un personaggio, Zenga. E nel libro c’è il racconto di una vita piena di esperienze e avventure differenti e coinvolgenti, in cui il pallone che rotola si mischia con gli affetti, con gli amori da prima pagina e con i sentimenti più intensi e profondi. Proprio come quello che lo tiene legato, da sempre, al calcio.
Personaggio a modo suo lo è anche Stefano Tacconi. Con Zenga per anni è stato rivale in campo.
Altra storia, però, quella dell’ex Juve nato in Umbria e stabilitosi a Milano. La racconta in L’arte di parare (Rizzoli), libro uscito agli inizi del mese. Un’autobiografia in cui Stefano Tacconi racconta una vita divisa in un primo e un secondo tempo, con una data spartiacque che è quella del 23 aprile 2022. Nel primo tempo è stato uno dei giocatori più rappresentativi di un calcio mitico, quando la serie A era davvero “il campionato più bello del mondo”, punto di arrivo per i veri fuoriclasse.
Con il suo coraggio e la sua guasconeria, tra il 1983 e il 1992 Tacconi è stato portiere e giocatore simbolo della Juventus, capace di raccogliere l’eredità di un totem come Dino Zoff, condividendo lo spogliatoio, tra gli altri e nel corso delle stagioni, con “Le Roi” Platini, Gaetano Scirea, Marco Tardelli, Gianluca Vialli. Una carriera che lo ha visto vincere, fra i diversi titoli, due scudetti, la Coppa dei Campioni allo stadio Heysel e, da protagonista assoluto, la Coppa Intercontinentale del 1985 contro l'Argentinos Juniors.
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