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29 dicembre

29 Dicembre 2024

Oggi, ma nel 2020, a Frassilongo di Trento, in località Plankerhoff, nella sua abitazione di proprietà del comune e confinante con la canonica, Agito Gudeta Ideo, imprenditrice agricola dell’allevamento “La capra felice” del Maso Villalta di Valle dei Mocheni, di 42 anni, di origine etiope, veniva uccisa da Adam Suleimani, ghanese di 32, suo dipendente nell’azienda rurale da tre anni, a martellate, per il mancato pagamento di una mensilità dello stipendio. Era arrivata come rifugiata dopo essere scappata da Addis Abeba nel 2010 a causa di contrasti col governo per il suo controverso ruolo di attivista contro l’accaparramento di terre da parte di società internazionali.

Nell’ateneo trentino la donna (nella foto, particolare, con i suoi animali) si era laureata in sociologia e puntava ad espandere la propria intrapresa commerciale, da 180 capi di pezzata Mochena, investendo anche sull’accoglienza turistica. Aveva pure aperto, in piazza Venezia, nel capoluogo trentino, la bottega per la rivendita dei prodotti caseari e di bellezza, sempre a base di latte caprino. Il suo ruolo le aveva conferito di fatto una certa notorietà, non solo locale. Era divenuta in un certo modo simbolo dell’integrazione con la voglia di fare allevamento nelle terre alte del Belpaese. Anche per questo il femminicidio destava enorme scalpore non solo nel comprensorio montano.

L’assassino si consegnerà ai carabinieri, confesserà l’omicidio e aggiungerà anche di aver praticato autoerotismo dopo il delitto. Gli accertamenti, tuttavia, escluderanno la violenza sessuale, ma accorderanno il vilipendio di cadavere. Il 7 maggio 2024 il killer verrà condannato a 18 anni e 4 mesi di reclusione dalla corte d’assise d’appello di Bolzano dopo il ricorso in Corte di cassazione e il conseguente annullamento con rinvio della sentenza da 20 anni di prigione del 5 dicembre 2022 della corte d’assise d’appello di Trento.