L’addio agli alpinisti, l'abbraccio ad “Archimede” e a Cocò / Video
A Castelli e a Cermignano le comunità unite dal dolore per la morte di Enrico Faiano e Francesco Carta
CASTELLI. «Sei stato un papà adorabile, un papà perfetto. Ci hai insegnato il valore della vita, lo spirito di sacrificio, il rispetto verso tutti, l’amore. Siamo orgogliosi di te che hai vissuto per gli altri e per noi sei un eroe. Papà sei ovunque dentro di noi, nei nostri cuori e ricordo». Queste le parole piene di commozione del figlio Andrea rivolte al papà Enrico Faiani che sono riecheggiate in una gremita, composta ed emozionata piazza Roma a Castelli dove si sono svolti ieri pomeriggio i funerali dell’alpinista scomparso nel tragico incidente sul Brancastello domenica scorsa. Non è passata inosservata la presenza di Milo, l’amato cagnolino di Enrico, che ha seguito tutta la cerimonia con aria affranta e testa bassa senza mai separarsi dal feretro del suo padrone. E all’ultimo saluto a Enrico non è voluto mancare nessuno: i compaesani, gli amici di una vita, l’amministrazione comunale di cui il figlio Alessandro è assessore, le autorità, gli amici alpinisti del Cai di Castelli, delle sezioni locali e del Cai nazionale giunti da tutta Italia e le varie associazioni come la Pro loco, la scuola sci Gran Sasso, il Club alpino Abruzzo, la Protezione civile, i boy scout e il coro del gruppo alpino di Isola del Gran Sasso. Tutti stretti attorno al dolore della moglie Emiliana, dei figli, dei parenti. Il dolore di una comunità in lutto per la scomparsa di “Archimede”, come lo chiamavano tutti per la sua capacità unica di creare, risolvere ogni problema e aiutare chiunque ne avesse bisogno.
«Non c’è angolo di Castelli che non parli di Enrico», ha detto don Franco durante l’omelia della messa celebrata con il rettore del santuario di San Gabriele, padre Natale Panetta. «Aveva un cuore che sapeva riconoscere chi avesse bisogno di lui e aiutava tutti in silenzio, perché egli non amava stare al primo posto e questa è la sua grandezza. Una mente al di sopra di altre che in cielo sta prendendo tante mezze corde da buttare giù a noi che abbiamo ancora tanto bisogno di lui e lo porteremo nel cuore per una Castelli che deve ripartire nel suo nome e nella sua gioia di vivere». Un interminabile corteo ha accompagnato con un fragoroso applauso il suo ultimo viaggio nella sua Castelli e con il monte Camicia che tante volte aveva scalato, imponente lì a guardare. «Tristezza, nostalgia ci attanagliano, ma la gratitudine è il sentimento che più proviamo perché ci hai regalato tutta la tua saggezza. Sarai la nostra stella polare e ti cercheremo continuamente tra le montagne», lo hanno salutato i ragazzi del Cai Castelli. «Hai fatto della tua vita un capolavoro e siamo orgogliosi di avere uno zio come te», sono state le parole dei nipoti. «Grazie di tutto zio. La vita eterna e la montagna che tanto amavi ti hanno voluto per sempre con loro, e noi verremo lì a cercarti. Buon viaggio zio Archimede». Adele Di Feliciantonio