Accord Phoenix, fumata grigia
L’investitore straniero conferma la volontà di aprire il sito ma il tempo stringe. Presidio dei lavoratori
L’AQUILA. La novità, quella attesa da tutti, e in particolare dai lavoratori che presidiavano la sede della Prefettura, non è arrivata. Dal tavolo dedicato all’Accord Phoenix è stato riconfermato l’impegno dell’azienda a portare avanti il progetto di realizzare, all’interno del polo elettronico, un sito per lo smaltimento dei rifiuti elettronici. Ma Invitalia, presente all’incontro con un rappresentante, attende ancora ulteriori integrazioni alla documentazione già esaminata. Integrazioni che il presidente Ravi Shankar si è impegnato a consegnare nel corso della prossima settimana.
Nei primi giorni di febbraio si svolgerà un nuovo tavolo, per condividere notizie più aggiornate. Nulla di più emerge dal comunicato stampa diffuso al termine dell’incontro dalla stessa prefettura. Poche righe, concordate tra tutti i presenti, sindacati compresi. Per saperne di più, a quanto pare, bisognerà attendere le prossime settimane.
Alla riunione, ieri pomeriggio, hanno partecipato, oltre all’azionista di maggioranza della società, l’imprenditore anglo-indiano Ravi Shankar, il suo socio Francesco Baldarelli, un rappresentante di Invitalia, l’agenzia del ministero dell’Economia, il sindaco Massimo Cialente, la senatrice Stefania Pezzopane, i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm.
Una delegazione dei circa 200 ex lavoratori del polo elettronico ha atteso fuori dal palazzo del governo l’esito dell’incontro. In sostanza, l’operazione che dovrebbe portare nuova occupazione per 120 persone, è ancora ferma a Roma. E Invitalia, che deve autorizzare il contributo pubblico di 12 milioni, chiede ancora garanzie sulla solidità dell’investimento complessivo, che è di 35 milioni.
La pratica Accord Phoenix è all’attenzione dell’agenzia ministeriale ormai da quasi due anni: l’arrivo all’Aquila del presidente anglo-indiano – il tavolo istituzionale è stato posticipato proprio per permettere la sua partecipazione – aveva fatto sperare in una svolta definitiva della vertenza. E anche se la prefettura parla di «fasi conclusive» del progetto, evidentemente è finito il tempo degli annunci, che ha caricato di aspettative finora disattese i tanti lavoratori aquilani in mobilità, provenienti da aziende che hanno chiuso i battenti e che tra qualche mese, alla scadenza dell’ammortizzatore sociale, si ritroveranno senza alcun reddito.
Romana Scopano
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