Aggregati, 612 in corsa per fare il commissario

10 Giugno 2020

Nutrito l’elenco dal quale verranno sorteggiate le persone chiamate a sbloccare i consorzi arenati o a costituirne di nuovi per accelerare gli interventi privati

L’AQUILA. Sono arrivati a 612 le persone che hanno chiesto di essere iscritte nell’apposito elenco comunale dal quale sorteggiare i commissari che dovranno accelerare la ricostruzione di aggregati costituiti ma che si sono arenati, oppure costituirne di nuovi. Il dato emerge dall’aggiornamento, a maggio 2020, dell’elenco “dei commissari per gli interventi di ricostruzione privata”, aggiornamento contenuto in una determina.
Solo negli ultimi 5 mesi si sono iscritte più di 10 persone. Nell’atto comunale si ricordano i motivi per cui si può nominare (per sorteggio) un commissario. In primo luogo la mancata costituzione del consorzio (oppure il mancato conferimento o rinnovo della procura speciale). La legge in questo caso afferma che «decorso inutilmente il termine per la costituzione del consorzio il Comune competente in base alla localizzazione dell’aggregato previa diffida ad adempiere, pubblicata sull’albo pretorio e sul sito internet istituzionale, si sostituisce ai proprietari inadempienti entro il successivo termine di 15 giorni.
Il potere sostitutivo dei Comuni si esercita mediante la nomina di un commissario e l’occupazione temporanea degli immobili a titolo gratuito ai soli fini della realizzazione delle finalità del consorzio obbligatorio. Il commissario agisce in sostituzione del consorzio nello svolgimento di tutte le attività, anche preparatorie, connesse e strumentali, volte alla completa realizzazione degli interventi previsti».
C’è poi l’inerzia dei consorziati: sempre in base alle norme post sisma «nel caso in cui il consorzio non raggiunga i risultati nei tempi previsti o non sia in grado di funzionare per l’inerzia protratta dei consorziati, il presidente invia formale diffida ai consorziati, affinché provvedano entro un congruo termine, non inferiore a 30 giorni. Scaduto detto termine, il presidente ne dà notizia al Comune cui spetta l’esercizio dei poteri sostitutivi».
Al terzo punto c’è l’inerzia degli organi del consorzio: «In tal caso», recita sempre la legge, «comunque accertato, il Comune, previa diffida ad adempiere entro un termine di 15 giorni, inviata al legale rappresentante del consorzio, nomina un commissario che ponga in essere, a spese del consorzio, gli adempimenti in luogo dell’organo inerte».
C’è poi anche il “commissariamento per mancato inizio dei lavori nei tempi stabiliti”. Finora sono stati sorteggiati appena cinque commissari (quattro una ventina di giorni fa) per aggregati che per vari motivi (liti fra proprietari, denunce, incapacità tra le più disparate) non vanno avanti.
In città l’attesa per i commissariamenti è crescente perché ci sono casi in cui le situazioni sono talmente ingarbugliate e i rapporti fra “soci” talmente tesi che solo un commissario con i poteri che gli vengono affidati dalla legge potrebbe far camminare le “carte” e arrivare in tempi ragionevoli al cantiere.
In diversi casi l’elemento scatenante dei conflitti è stata la scelta dell’impresa edile a cui affidare i lavori di ristrutturazione e recupero degli immobili. In una città di provincia come L’Aquila la ragnatela di rapporti di vario tipo, con i relativi interessi economici, spesso porta all’inerzia totale.
Più difficile per adesso la “costituzione” di aggregati che al momento neppure esistono. Per questa tipologia ci vorrà più tempo e forse tra una decina di anni saranno queste le ultime “appendici” da sistemare per completare la ricostruzione post sisma.
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