Macerie del terremoto a Campotosto. Da domani cominciano le operazioni di rimozione

Alto Aterno, via alla rimozione delle macerie 

Apre l’impianto per il trattamento dei materiali provenienti da Campotosto, Montereale e Capitignano

CAPITIGNANO. Al via la rimozione delle macerie nei comuni di Campotosto, Capitignano e Montereale, colpiti dagli eventi sismici tra il 24 agosto 2016 e il 18 gennaio del 2017.  Oggi, così come previsto dall’ordinanza della Regione, apre i battenti il deposito temporaneo intercomunale, istituito nel comprensorio di Capitignano, in località Cava di Mozzano, per il trattamento dei materiali. L’impianto potrà trattare 640 tonnellate giornaliere di materiali, per un totale di 120mila tonnellate annue. La fase operativa entra nel vivo a pochi mesi dalla definizione dell’accordo siglato da Alberto Torelli, amministratore dell’Aciam, e i sindaci di Campotosto, Montereale e Capitignano, rispettivamente Luigi Cannavicci, Massimiliano Giorgi e Maurizio Pelosi. Un accordo frutto di un lungo lavoro condiviso tra azienda, Regione, sindaci dei centri interessati e Protezione civile. Le attività interesseranno circa 300 edifici siti nei tre comuni. Con il coordinamento della Protezione civile si procederà alla demolizione delle strutture da abbattere, fase già avviata e gestita dal Genio civile militare. La programmazione da parte dell’Aciam, per la selezione dei materiali e il trasporto al centro di stoccaggio, avverrà previa acquisizione delle ordinanze degli enti e di concerto con gli stessi, in stretta relazione con il Centro operativo regionale della protezione civile. Prima delle demolizioni, i Comuni avviseranno i proprietari che saranno accompagnati dai vigili del fuoco all’interno degli immobili per il recupero dei loro beni. Contestualmente verranno valutati gli elementi di valore storico-archeologico da salvaguardare, che saranno selezionati e messi in sicurezza dai professionisti dell’Aciam, opportunamente formati, con il coordinamento di specialisti della Soprintendenza e di archeologi abilitati e incaricati dall’azienda. Ogni manufatto di valore storico sarà censito, microchippato e catalogato, al fine di garantire la tracciabilità dei beni e il loro riutilizzo.
Nella fase di selezione verranno inoltre recuperati e catalogati i beni personali preziosi eventualmente presenti, che verranno rimossi e censiti attraverso una procedura ad hoc, per essere poi riconsegnati ai proprietari. Gli addetti dell’Aciam opereranno sul posto una prima selezione dei materiali e avvieranno gli stessi al deposito temporaneo, dove subiranno un’ulteriore differenziazione e dove, dopo essere stati pesati e registrati, saranno convogliati all’impianto di triturazione mobile. L’attività di recupero e trattamento delle macerie sarà oggetto di accurata rendicontazione e soggetta a tracciamento integrale. Le diverse fasi dell’avanzamento dei lavori saranno seguite e documentate anche attraverso un programma affine a Google Maps, consultabile dai Comuni interessati, nonché dagli organi di controllo deputati alle verifiche.
«Siamo certi che le professionalità e l’impegno sinergico messi in campo consentiranno di effettuare le operazioni nel minor tempo possibile», spiegano dall’Aciam. «Il tutto nell’interesse dei cittadini che da questo passaggio cruciale e atteso potranno guardare con più fiducia al futuro».
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