Appalti, Marchetti due ore dai giudici

27 Giugno 2014

L’ex vicecommissario: «Non mi sono autoassegnato incarichi ma mi è stato chiesto». Rosone tace e va al Riesame

L’AQUILA. «Ho parlato tanto e ho chiarito. Ho risposto a quello che chiedeva il magistrato anche perché mi sembrava corretto».

Così l’ex vicecommissario per la tutela dei beni culturali Luciano Marchetti si è espresso dopo l’interrogatorio duranto un paio di ore davanti al gip Giuseppe Romano Gargarella e al pm nell’ambito dell’inchiesta su presunte tangenti nella ricostruzione.

Va subito detto che Marchetti ha negato qualsiasi responsabilità e i suoi legali hanno chiesto la revoca degli arresti domiciliari oltre a ricorrere al Riesame. Marchetti, che ha 73 anni, era accompagnato dai legali Alessandro Gaeta di Roma e Francesco Compagno di Rieti.

«Il nome dell’ingegnere», ha detto Compagno, «emerge da diverse intercettazioni, si tratta poi di chiarire se vi sia stato un coinvolgimento dal punto di vista concreto. Noi abbiamo cercato di spiegare che, se si esaminano i fatti e non le conversazioni, questo coinvolgimento fattuale finisce per essere profondamente sminuito fino a diventare, nella nostra prospettiva, totalmente irrilevante sul piano penale».

Secondo l’avvocato Compagno, «già da oggi gli elementi forniti in interrogatorio hanno consentito di chiarire molti aspetti di questa vicenda. Abbiamo chiesto la revoca cautelare degli arresti domiciliari, dovrà essere valutata».

«Quello che l’ingegnere ha spiegato», ha riferito il legale «è che l’assegnazione della direzione dei lavori all’interno dell’ufficio non ha alcun significato per quanto accaduto dopo. Su una singola vicenda, quella delle Anime Sante, dopo la fine dell’incarico di commissario, a Marchetti è stato chiesto se fosse disponibile ad assumere l’incarico di direttore dei lavori. L’ingegnere ha dato la disponibilità, parliamo di soli 39mila euro per una direzione dei lavori piuttosto importante. Chi gli è succeduto glielo ha chiesto. Nessuno si è autoassegnato incarichi». Sulla presunta tangente consegnata al ristorante, come emerge da un video delle forze dell’ordine, «bisogna chiarire, si sono sovrapposte due vicende distinte, una dazione di denaro che non so se si possa definire mazzetta, deve chiarirlo il diretto interessato. Sui motivi di quella dazione non posso riferire nulla, come del resto Marchetti, c’era anche una vendita di libri. I rapporti tra lui e la funzionaria della direzione regionale dei Beni culturali Alessandra Mancinelli riguardano altro, è un problema di interventi a dei convegni, ci deve essere stato un equivoco, ma va chiarito tutto prima di parlare di mazzetta». Non hanno risposto al gip Patrizio Cricchi e Graziano Rosone, accusato di millantato credito, anche lui ai domiciliari. La posizione di Rosone sarà discussa dal Riesame la prossima settimana dopo il ricorso dell’avvocato Lanfranco Massimi.

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