Il Comune conta di completare l’assegnazione degli alloggi provvisori nell’arco di due o tre settimane
Arischia, oggi la consegna di 45 casette
Sono i primi degli oltre 1.100 moduli abitativi realizzati nelle frazioni
L’AQUILA. Le prime chiavi saranno consegnate oggi ad Arischia. Qui sono stati, infatti, completati i lavori per la costruzione di 45 moduli abitativi provvisori (map) - su un totale di oltre 1.100 alloggi previsti su tutto il territorio comunale - che verranno consegnati ad altrettante famiglie di Arischia rimaste senza casa. L’intervento, così come confermato dall’assessore comunale Giustino Masciocco, è stato realizzato in poco meno di due mesi.
Dopo Arischia dovrebbe essere la volta di Tempera, ma il Comune conta di completare l’assegnazione degli alloggi nell’arco delle prossime due o tre settimane.
«Quella dei moduli abitativi provvisori, così come i 500 Mar che a breve riusciremo ad avere» ha chiarito il sindaco Massimo Cialente «è stata la risposta con la quale siamo riusciti ad ammortizzare la carenza di alloggi del progetto Case. È stata un’impresa far capire che era necessario realizzare case di legno nel comprensorio, perché quelle previste non sarebbero bastate. I Map sono 1.112 e dai numeri estrapolati dal censimento fatto alcuni mesi fa, dovrebbero bastare a soddisfare le esigenze degli abitanti delle frazioni (quelle interessate dagli interventi) rimasti senza casa. Anzi, a conti fatti, dovremmo avere degli alloggi in più (forse 200) che andremo ad assegnare a quei nuclei familiari piccoli, che vivevano nel centro storico o nell’immediata periferia, in lista per l’assegnazione delle abitazioni del progetto Case».
Resta serissimo - per Cialente - il problema dei single che vivevano nel centro storico, «i quali» ha aggiunto «corrono il rischio di restare ancora per mesi senza un vero alloggio».
I Map sono destinati alle famiglie (inclusi i nuclei composti da due persone e i single) residenti nelle frazioni che, avendo case E o F o in zona rossa, indicarono nel censimento la preferenza per un alloggio del progetto Case. Una volta partiti i lavori dei Map, in molti - tra quelli che all’epoca optarono per l’autonoma sistemazione o per l’affitto a carico della Protezione civile - hanno chiesto di poter cambiare quella scelta.
«Ma la priorità nell’assegnazione dei moduli» ha spiegato l’assessore alle politiche sociali Giustino Masciocco «verrà data a chi, seppur non residente nelle frazioni in questione, aveva espresso la preferenza per gli alloggi del progetto Case (complessivamente sono stati 7.500 le famiglie che hanno dato quell’indicazione) e che si ritrovano tagliati fuori. Sono circa 300 le persone residenti nelle frazioni che hanno chiesto di poter ritoccare la loro decisione. Ma sarà davvero difficile (e in tal senso si è espresso anche il consiglio comunale) poter esaudire questa richiesta».
E rischiano di restare senza una casa anche 3.500 persone tra le 16mila che si trovano in autonoma sistemazione. «Si tratta di persone» ha spiegato ancora il primo cittadino «che credevano di poter recuperare una sistemazione adeguata e che invece non riescono a trovare nulla che non sia distante diversi chilometri dall’Aquila. C’è il rammarico di non essere stati ascoltati quando, mesi fa, ripetevamo che c’era bisogno di case di legno e di alloggi removibili, comodi, poco costosi e di impatto limitato, in cui andremo a sistemare i single e i nuclei piccoli. Adesso faremo il punto della situazione con la Protezione civile per aggiornare i dati sulla disponibilità dei posti nelle strutture ricettive e nelle caserme dell’Aquila, così da poter riavvicinare altre persone che da mesi vivono sulla costa. Ma molto dipenderà dai tempi di recupero delle case B e C che stanno slittando davvero in modo ingiustificato. Una situazione, questa, che domani (oggi per chi legge) affronteremo in una specifica riunione con le società che hanno il compito di esaminare le pratiche».
Intanto, l’assessore Masciocco ha invitato chi non ha più i requisiti per usufruire dell’autonoma sistemazione a segnalare la cosa al Comune che sta eseguendo una serie di controlli incrociati.
Dopo Arischia dovrebbe essere la volta di Tempera, ma il Comune conta di completare l’assegnazione degli alloggi nell’arco delle prossime due o tre settimane.
«Quella dei moduli abitativi provvisori, così come i 500 Mar che a breve riusciremo ad avere» ha chiarito il sindaco Massimo Cialente «è stata la risposta con la quale siamo riusciti ad ammortizzare la carenza di alloggi del progetto Case. È stata un’impresa far capire che era necessario realizzare case di legno nel comprensorio, perché quelle previste non sarebbero bastate. I Map sono 1.112 e dai numeri estrapolati dal censimento fatto alcuni mesi fa, dovrebbero bastare a soddisfare le esigenze degli abitanti delle frazioni (quelle interessate dagli interventi) rimasti senza casa. Anzi, a conti fatti, dovremmo avere degli alloggi in più (forse 200) che andremo ad assegnare a quei nuclei familiari piccoli, che vivevano nel centro storico o nell’immediata periferia, in lista per l’assegnazione delle abitazioni del progetto Case».
Resta serissimo - per Cialente - il problema dei single che vivevano nel centro storico, «i quali» ha aggiunto «corrono il rischio di restare ancora per mesi senza un vero alloggio».
I Map sono destinati alle famiglie (inclusi i nuclei composti da due persone e i single) residenti nelle frazioni che, avendo case E o F o in zona rossa, indicarono nel censimento la preferenza per un alloggio del progetto Case. Una volta partiti i lavori dei Map, in molti - tra quelli che all’epoca optarono per l’autonoma sistemazione o per l’affitto a carico della Protezione civile - hanno chiesto di poter cambiare quella scelta.
«Ma la priorità nell’assegnazione dei moduli» ha spiegato l’assessore alle politiche sociali Giustino Masciocco «verrà data a chi, seppur non residente nelle frazioni in questione, aveva espresso la preferenza per gli alloggi del progetto Case (complessivamente sono stati 7.500 le famiglie che hanno dato quell’indicazione) e che si ritrovano tagliati fuori. Sono circa 300 le persone residenti nelle frazioni che hanno chiesto di poter ritoccare la loro decisione. Ma sarà davvero difficile (e in tal senso si è espresso anche il consiglio comunale) poter esaudire questa richiesta».
E rischiano di restare senza una casa anche 3.500 persone tra le 16mila che si trovano in autonoma sistemazione. «Si tratta di persone» ha spiegato ancora il primo cittadino «che credevano di poter recuperare una sistemazione adeguata e che invece non riescono a trovare nulla che non sia distante diversi chilometri dall’Aquila. C’è il rammarico di non essere stati ascoltati quando, mesi fa, ripetevamo che c’era bisogno di case di legno e di alloggi removibili, comodi, poco costosi e di impatto limitato, in cui andremo a sistemare i single e i nuclei piccoli. Adesso faremo il punto della situazione con la Protezione civile per aggiornare i dati sulla disponibilità dei posti nelle strutture ricettive e nelle caserme dell’Aquila, così da poter riavvicinare altre persone che da mesi vivono sulla costa. Ma molto dipenderà dai tempi di recupero delle case B e C che stanno slittando davvero in modo ingiustificato. Una situazione, questa, che domani (oggi per chi legge) affronteremo in una specifica riunione con le società che hanno il compito di esaminare le pratiche».
Intanto, l’assessore Masciocco ha invitato chi non ha più i requisiti per usufruire dell’autonoma sistemazione a segnalare la cosa al Comune che sta eseguendo una serie di controlli incrociati.