Avezzano, acqua non pagata: il Cam “taglia” nel Lazio

La giunta Zingaretti ignora l’ultimatum del Consorzio marsicano. E tra un mese stop totale al servizio

AVEZZANO. La Regione Lazio non paga, incurante delle sollecitazioni per sanare i debiti con il Consorzio acquedottistico marsicano, e così il Cam dimezza la fornitura dell’acqua in nove comuni del Reatino e della provincia di Roma. Il Cam vanta un credito di oltre 3milioni e 800mila euro.

Non avendo ottenuto risposte esaustive, tantomeno mandati di pagamenti dall’amministrazione Zingaretti, come preannunciato nei giorni scorsi, martedì dagli uffici del Cam a Caruscino è partito l’ordine di ridurre del 50% la portata del prezioso liquido verso i nove comuni del Cicolano, con relative frazioni: Borgorose, Collalto Sabino, Collegiove, Fiamignano, Marcetelli, Nespolo, Pescorocchiano, Petrella Salto e Camerata Nuova.

La chiusura parziale della fornitura di acqua diventerà totale se la Regione Lazio non onorerà il debito accumulato nei confronti della società che gestisce il servizio idrico integrato nella Marsica: il tempo limite è fissato in 30 giorni.

Il provvedimento adottato rientra nel percorso indicato dai sindaci-soci del Cam che hanno affidato alla governance dal Consorzio acquedottistico marsicano la missione del risanamento dei conti in sofferenza, senza fare sconti a nessuno.

«Il Cam deve far fronte ai propri impegni nei confronti di fornitori e lavoratori e tutelare gli interessi dei Comuni soci», afferma l’amministratore delegato, l’ingegnere Giuseppe Venturini, «non può permettersi il lusso di fornire acqua alla Regione Lazio senza il corrispettivo economico, anche perché quel servizio ha un costo».

Per dare un segnale chiaro, quindi, l’amministratore delegato del Consorzio acquedottistico marsicano, che nei giorni scorsi ha comunicato ufficialmente la richiesta di pagamento del debito alla Regione Lazio con preannuncio di riduzione del flusso idrico – lettera girata anche al prefetto dell’Aquila e al viceprefetto di Rieti – ha fatto scattare il taglio della fornitura di acqua in sub-distribuzione verso i nove comuni del vicino Lazio. E fra trenta giorni le abitazioni del Cicolano potrebbero restare all’asciutto.

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