Avezzano: lo stupratore delle infermiere condannato a 7 anni di carcere 

Sentenza in Appello per il giovane albanese, due donne marsicane protagoniste dell’orrore. Sit-in davanti al tribunale dell’Aquila: contestate le pene troppo lievi

AVEZZANO. Una condanna a 7 anni di reclusione per lo stupratore delle infermiere. Lo ha deciso la Corte d’appello dell’Aquila rideterminando la pena a sei anni inflitta in primo grado a Enriges Kavalli, albanese 20enne (nella foto).

A una delle infermiere finite nel vortice di violenza messo in atto dallo straniero è stata assegnata una provvisionale di 10mila euro. Associazioni, movimenti e organizzazioni che lottano contro la violenza di genere hanno organizzato ieri mattina un sit-in di protesta davanti al palazzo di giustizia dell’Aquila. Il difensore della parte civile, l’avvocato Pasquale Milo, si è detto solo parzialmente soddisfatto. «La pena è mite», afferma Milo, «ma sono state escluse le attenuanti generiche ed è comunque una vittoria».
IL PROCESSO. Il ricorso in Appello era stato presentato dall’imputato, difeso dall’avvocato Gianluca Totani, che chiedeva di escludere il reato di violenza sessuale. In primo grado, l’accusa aveva chiesto 16 anni, ridotti a dieci anni e otto mesi di reclusione per il rito abbreviato. La condanna era stata di sei anni. La donna violentata aveva espresso «risentimento e disappunto per una pena irrisoria rispetto all’orrore provato», dichiarandosi «delusa, mortificata e colpita due volte, la prima dall’aggressione e dalle violenze subite, la seconda dalla tenue sanzione inflitta dal giudice». Stavolta il pm Carlo Paolella ha avanzato una richiesta di otto anni. Istanza accolta solo in parte dalla Corte presieduta dal giudice Aldo Manfredi.
LA VIOLENZA. Kavalli era accusato di violenza sessuale, rapina, sequestro di persona, lesioni e porto abusivo di armi. Il giovane, ospite di una struttura residenziale psichiatrica della Marsica, era riuscito a procurarsi un coltello da cucina con cui aveva minacciato due infermiere, per poi rapirne una e fuggire con un’auto al fine di abusare di lei. Dopo una notte di orrori, la donna era stata liberata e lui era fuggito, facendo perdere le tracce. Era stato rintracciato e arrestato dopo qualche tempo.

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