Banca d’Italia riapre la storica sede
Il direttore generale Saccomanni all’inaugurazione dei locali restaurati.
L’AQUILA. Con lo sguardo fiero e le ali pronte a spiegarsi in volo, l’aquila di ferro e bronzo è tornata sul suo piedistallo, al centro del salone più bello della Banca d’Italia, prima importante istituzione a riaprire nella zona rossa dell’Aquila. La statua era caduta a causa del terremoto. Restaurata e risollevata, quell’aquila ora vuole rappresentare una città pronta a ricominciare. E’ con questa convinzione che il direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni, ha inaugurato ieri il restauro della filiale aquilana, e la sua riapertura dal sisma del 6 aprile. L’edificio, costruito nel 1941, ha resistito al terremoto, nonostante le lesioni ed alcuni cedimenti. «Abbiamo attuato un progetto di ristrutturazione di massima urgenza che ci ha permesso di riprendere l’attività nel giro di pochi mesi», spiega Saccomanni.
«Quello che resta oggi è un palazzo ancora più bello di come lo avevamo lasciato il 6 aprile. Un segnale di speranza sia per la città che per i dipendenti, che con grande determinazione sono pronti a riprendere il lavoro a pieno ritmo». Lo stesso segnale che l’istituzione bancaria aveva voluto lanciare subito dopo il terremoto, con la donazione di un milione di euro alla Protezione civile a favore della zona colpita dal sisma. «Abbiamo anche erogato dei contributi ai colleghi che sono stati più danneggiati per un totale di circa 300mila euro», continua Saccomanni. «Ma siamo pronti ad impegnarci ancora di più per questa città». Il consiglio superiore della banca, infatti, ha deliberato un investimento di oltre 7 milioni di euro per la costruzione di tre moduli abitativi, ognuno composto da 30 unità, per un totale di 90 nuovi alloggi.
«Questi verranno costruiti in aggiunta ai moduli previsti dal progetto Case del Governo in una delle aree che è già stata espropriata», sottolinea il direttore generale. «Sessanta dei nuovi alloggi saranno destinati a dipendenti ed ex dipendenti che hanno perso la casa, gli altri saranno affidati alla Protezione civile e resteranno a disposizione della città». La banca, inoltre, è impegnata su un altro fronte: la ristrutturazione del quartiere Banca d’Italia, danneggiato gravemente dal sisma. «Si tratta di 270 appartamenti», spiega Saccomanni «di cui 160 saranno agibili a settembre, dopo piccoli interventi. Per gli altri ci vorranno tempi più lunghi, ma ci impegneremo». Da ieri, intanto, la banca è aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle 12,45. Per permettere questo, anche la parte del corso per accedere alla sede della banca sarà accessibile dalle ore 8 e non più dalle 11.
Alla fine Saccomanno si fa sfuggire un ultimo impegno. Guarda fuori dalla finestra, da una delle stanze più alte del palazzo della banca, da dove è possibile vedere un angolo suggestivo di piazza Duomo. «Là c’è una delle chiese simbolo del terremoto», dice con gli occhi puntati sulla cupola delle Anime Sante. «Chiederò se è possibile intervenire per salvare uno di questi monumenti».
«Quello che resta oggi è un palazzo ancora più bello di come lo avevamo lasciato il 6 aprile. Un segnale di speranza sia per la città che per i dipendenti, che con grande determinazione sono pronti a riprendere il lavoro a pieno ritmo». Lo stesso segnale che l’istituzione bancaria aveva voluto lanciare subito dopo il terremoto, con la donazione di un milione di euro alla Protezione civile a favore della zona colpita dal sisma. «Abbiamo anche erogato dei contributi ai colleghi che sono stati più danneggiati per un totale di circa 300mila euro», continua Saccomanni. «Ma siamo pronti ad impegnarci ancora di più per questa città». Il consiglio superiore della banca, infatti, ha deliberato un investimento di oltre 7 milioni di euro per la costruzione di tre moduli abitativi, ognuno composto da 30 unità, per un totale di 90 nuovi alloggi.
«Questi verranno costruiti in aggiunta ai moduli previsti dal progetto Case del Governo in una delle aree che è già stata espropriata», sottolinea il direttore generale. «Sessanta dei nuovi alloggi saranno destinati a dipendenti ed ex dipendenti che hanno perso la casa, gli altri saranno affidati alla Protezione civile e resteranno a disposizione della città». La banca, inoltre, è impegnata su un altro fronte: la ristrutturazione del quartiere Banca d’Italia, danneggiato gravemente dal sisma. «Si tratta di 270 appartamenti», spiega Saccomanni «di cui 160 saranno agibili a settembre, dopo piccoli interventi. Per gli altri ci vorranno tempi più lunghi, ma ci impegneremo». Da ieri, intanto, la banca è aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle 12,45. Per permettere questo, anche la parte del corso per accedere alla sede della banca sarà accessibile dalle ore 8 e non più dalle 11.
Alla fine Saccomanno si fa sfuggire un ultimo impegno. Guarda fuori dalla finestra, da una delle stanze più alte del palazzo della banca, da dove è possibile vedere un angolo suggestivo di piazza Duomo. «Là c’è una delle chiese simbolo del terremoto», dice con gli occhi puntati sulla cupola delle Anime Sante. «Chiederò se è possibile intervenire per salvare uno di questi monumenti».