Il voto a L'Aquila
Berlusconi: noi uniti per Biondi
Il presidente di Forza Italia: sul post-terremoto: "Il mio governo ha realizzato opere eccezionali"
L'AQUILA. Il Cavaliere irrompe nella campagna elettorale aquilana e affronta i vari temi della politica a due giorni dal ballottaggio. Il presidente di Forza Italia, onorevole Silvio Berlusconi, risponde alle domande del Centro e non tralascia di punteggiare i ricordi delle sue continue missioni all’Aquila nel post-terremoto. All’incirca in una trentina di occasioni l’allora Presidente del Consiglio piombava in città in visite ufficiali – ma in qualche occasione ufficiosa anche in tuta da ginnastica – per monitorare la gestione dell’emergenza, allora nelle mani dell’ex capo dipartimento della Protezione civile nazionale, Guido Bertolaso. Oggi parla di voto amministrativo, di strategie politiche nazionali, di legge elettorale e dei suoi rapporti con la Lega di Salvini e l’ala più dura dello schieramento di centrodestra.
Presidente, si vota all’Aquila, città che lei conosce molto bene a causa del terremoto. Il candidato appoggiato da Forza Italia è riuscito a riunire più o meno l’intero centrodestra. Come farà a convincere Salvini e la Lega a ricostruire un’alleanza simile a quella del Polo delle libertà?
«Considero la candidatura di Pierluigi Biondi un ottimo risultato che riunisce il centro-destra in una città che per me ha un particolare significato. Devo ringraziare per questo anche il mio coordinatore regionale Nazario Pagano che si è prodigato fino alla fine per l’ottenimento di questo risultato. Intorno alla candidatura di Pierluigi Biondi, giovane amministratore che stimo per la sua competenza e il suo attaccamento al territorio, abbiamo trovato un’intesa forte e unanime. Credo che si possa e si debba procedere in questa direzione anche in campo nazionale, per offrire al nostro elettorato una proposta seria, organica, efficace, per tornare a governare il Paese quanto prima. Queste elezioni amministrative dimostrano che possiamo essere vincenti a due condizioni, se il centrodestra è unito e se ha un profilo liberale, moderato, cristiano, riformatore, pragmatico. Il programma di politica nazionale su cui stiamo lavorando, basato sui nostri punti fermi in materia fiscale, sociale e del rilancio dell’economia, è in buona parte già condiviso sia dalla Lega che da Fratelli d’Italia».
Inevitabilmente, nella campagna elettorale si inserisce il discorso della ricostruzione post-sisma. Sta funzionando secondo lei? Se no, cosa si sarebbe dovuto fare?
«All’Aquila il nostro Governo fece uno sforzo unico nella storia della gestione delle emergenze post-terremoto. Mai nessuno prima di noi aveva affrontato con tanta decisione e tanta energia la situazione drammatica conseguente alla catastrofe. Il confronto con la situazione del terremoto attuale dell’Italia Centrale gestita dai governi del PD è a dir poco impietoso: nel 2009 il Governo Berlusconi ha realizzato alloggi per più di 20.000 persone in pochi mesi, lavorando giorno e notte, con la formula dei tre turni in 24 ore sabato e domenica compresi. Non una sola persona è stata abbandonata oppure è stata costretta a dormire al freddo.
La Protezione Civile dimostrò al mondo intero una eccezionale efficienza ed una professionalità unica nell’affrontare le emergenze da catastrofe. Ogni Ministero del Governo Berlusconi dirottò risorse a progetti specifici sulla ricostruzione. I grandi del G8 vennero all’Aquila e si impegnarono in opere di ricostruzione.
Oggi, invece, a distanza di quasi un anno dal terremoto nell’Italia centrale, sono arrivati solo pochi moduli abitativi ad Amatrice e negli altri Comuni colpiti dal sisma. Leggo in queste ultime ore addirittura che gli eredi delle persone scomparse nel crollo delle loro case debbano pagare l’imposta di successione, per ereditare le rovine di quelle stesse case. Questa decisione è talmente assurda da rasentare l’incredibile. Per quanto riguarda le popolazioni dell’Abruzzo colpite dal terremoto noi non soltanto bloccammo la tassa di successione, come era ovvio, ma sospendemmo dal 6 aprile 2009, per un anno e mezzo, ogni prelievo fiscale e contributivo. Tale sospensione si è poi trasformata nella cancellazione definitiva del 60% del prelievo. Ciò fu possibile grazie ad una norma inserita nella nostra ultima finanziaria su espresso suggerimento di un grande abruzzese: Gianni Letta. Il Governo Berlusconi stanziò dieci miliardi di euro dopo appena 22 giorni dal terremoto. Sostenne la ripresa con decine di progetti. I Governi che si sono susseguiti o non hanno stanziato nulla o hanno reperito solo somme modeste. La ricostruzione di fatto è stata finanziata solo dal Governo Berlusconi. Avevamo un piano per la ricostruzione del centro in pochi anni. Non ci è stato possibile attuarlo. L’amministrazione comunale di sinistra ha voluto assumere direttamente la responsabilità e la gestione dei lavori di ricostruzione e abbiamo visto con quanta lentezza e con quanta poca efficienza tutto questo sia avvenuto. A distanza di oltre otto anni dal sisma solo adesso può dirsi che i lavori sono in corso e il centro appare come un grande cantiere. L’amministrazione comunale di sinistra ha impiegato oltre sette anni per iniziare a realizzare qualcosa».
Il Progetto Case perde i pezzi tra balconi crollati e famiglie evacuate. Sono stati commessi errori in fase di progettazione, realizzazione o manutenzione? O in tutti e tre?
«Mi rattrista molto che di fronte a uno sforzo che non fu soltanto del nostro Governo ma di tutta l’Italia, una parte della sinistra, politica e giornalistica abbia inventato critiche così velenose, mendaci e false. Tutto ciò che facemmo presto e bene, fu fatto – come era giusto – al servizio dell’Aquila e degli aquilani. Non cercavamo né consensi né applausi, non è mai stato nel nostro stile e nel nostro modo di intendere la politica, ma il tentativo di speculazione politica della sinistra contro gli uomini e le donne protagonisti dei soccorsi e della ricostruzione fu davvero vergognoso.
L’importante, però, è sapere che la popolazione, nella sua quasi totalità, è stata sempre dalla nostra parte. Il fatto che su alcune abitazioni si siano registrati difetti di costruzione mi rammarica enormemente ma si tratta di piccole cose. D’altra parte il Progetto Case è stato il più grande al mondo mai portato a termine per la costruzione in pochi mesi di alloggi veri, non provvisori, di qualità, ecocompatibili e, soprattutto, con un sistema antisismico che ci ha copiato perfino il Giappone. Senza quella iniziativa L’Aquila sarebbe morta. Abbiamo salvato dalla fuga migliaia di persone. Ricordo come fosse oggi la consegna delle prime case a Bazzano, la gioia delle persone che trovavano case accoglienti e complete di tutto. È inevitabile che, nella realizzazione di migliaia di case, in soli cinque mesi, possano verificarsi dei piccoli difetti di costruzione. Tuttavia mi è stato riferito che molti di questi problemi siano da imputare alla scarsa manutenzione negli anni successivi. La sciatteria con la quale è stata affrontata la manutenzione ordinaria e straordinaria di quegli edifici da parte dell’amministrazione comunale di sinistra è nota a tutti».
C'è chi sostiene che il progetto Case sia stato un errore e che fosse necessario dare priorità al centro storico. Lei cosa risponde?
«Il Progetto Case nacque dalla volontà dell’amministrazione Cialente e la localizzazione degli insediamenti fu decisa dal Comune. La Protezione Civile ed il dottor Bertolaso si adeguarono alle scelte locali».
Ad Avezzano il candidato sostenuto da Forza Italia è a capo di uno schieramento composito e senza simboli di partito. Il ricorso al civismo che si registra alle elezioni amministrative può essere esportato anche a livello nazionale?
«Ad Avezzano Forza Italia ha deciso di sostenere il dottor Gabriele De Angelis, un candidato proveniente dalla società civile, un imprenditore di successo che certamente saprà interpretare con concretezza le necessità e le esigenze di un territorio che vive una fase storica di grave crisi economica ed occupazionale. Conosco la situazione di Avezzano, soprattutto perché me ne parla molto spesso il mio amico Gianni Letta, che vi è nato. Sono certo che il capoluogo della Marsica saprà riscoprire un nuovo splendore nelle mani sicure di un imprenditore che ha dimostrato coi fatti di saper trovare le soluzioni giuste ai problemi e di essere capace di realizzarle. Il fatto che sia espressione di liste civiche senza simboli di partito lo renderà ancora più forte e indipendente. Sarà esclusivamente della sua città e dei suoi concittadini».
Lei attende una pronuncia europea per scendere nuovamente in campo. Al di là del suo attaccamento alla politica, perché il centrodestra fatica a esprimere un altro candidato capace di unire tutti?
«Nego in modo assoluto quello che Lei chiama il mio attaccamento alla politica. La cosiddetta politica non mi piace proprio. Sono ancora in campo perché oggi, come nel 1994, il mio senso di responsabilità verso il mio Paese me lo impone. Quanto alla leadership non è cosa che si possa decidere a tavolino. Il carisma non si eredita, è una caratteristica che viene spontaneamente riconosciuta dagli elettori. Per quanto mi riguarda con o senza la pronuncia della Corte europea dei diritti dell’uomo, io sono e sarò comunque in campo per Forza Italia e per riportare il centrodestra alla guida del Paese. Questo è fuori discussione. E ci tengo a sottolineare una cosa: la sentenza di Strasburgo non riguarda un singolo cittadino, il che comunque sarebbe importantissimo, ma riguarda l’intero popolo italiano e gli elettori che in questi anni mi hanno attribuito più di 200 milioni di voti. Non è in gioco il diritto a candidarsi del signor Berlusconi, ma il diritto degli italiani a vivere in una democrazia e a scegliere liberamente da chi essere rappresentati e governati».
Nonostante le dichiarazioni di Renzi, non è tramontata l'ipotesi di elezioni anticipate. Lei cosa ne pensa e ritiene ancora possibile un'intesa sulla legge elettorale?
«Ritengo che un’intesa sulla legge elettorale sia non solo possibile, ma doverosa. E senza una legge elettorale che sia ampiamente condivisa e armonica fra Camera e Senato, così come richiesto giustamente dal Presidente della Repubblica Mattarella, non credo che si possa andare a votare. Sulla legge elettorale di stampo proporzionale alla tedesca c’è stata un’intesa in Commissione alla Camera fra le 4 maggiori forze politiche: è da lì che bisogna ripartire, con serietà e responsabilità».
Cosa le piacerebbe dire agli elettori dell’Aquila per concludere questa nostra conversazione?
«Il 25 giugno, tra qualche giorno, avremo la possibilità di strappare alla sinistra il comune dell’Aquila. Il nostro candidato Pierluigi Biondi ha dimostrato di conoscere a fondo i problemi delle vostra città e ha elaborato un programma concreto, per far crescere davvero L’Aquila. Mancano pochi giorni, lo dico ai miei azzurri, so che avete lavorato tanto, ma non possiamo e non dobbiamo fermarci. Non deleghiamo ad altri l’amministrazione della Vostra città per i prossimi 5 anni. Ricordate a tutti che se non si interessano della politica sarà questa a farlo per loro! Domenica portate a votare tutti i Vostri parenti e amici per il nostro Pierluigi Biondi. Forza Pierluigi! Forza L’Aquila!».
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