Il caso è al vaglio dei giudici del tribunale amministrativo dell'Aquila

L'AQUILA

Bimba non vaccinata esclusa dalla scuola 

Ma i genitori ricorrono contro il provvedimento: «Mai convocati dalla Asl per poter concordare un appuntamento»

L’AQUILA. Una bimba di tre anni è stata esclusa dalla scuola dell’infanzia da lei frequentata perché non vaccinata. I genitori, tramite i loro legali, chiedono che il provvedimento adottato dalla dirigente scolastica venga annullato dal Tar. I genitori si dichiarano favorevoli ai vaccini, ma dicono che l’Azienda sanitaria, nonostante i loro solleciti, non li ha mai convocati. Essi manifestano anche una preoccupazione non da poco. Il loro figlio maggiore, quando gli è stato somministrato un vaccino, si è sentito male con gravi reazioni al punto da dover essere ricoverato. Ora temono che gli stessi problemi possano riverberarsi anche sulla secondogenita con conseguenze imponderabili: per cui sì ai vaccini, ma con cautela.
Il ricorso è stato presentato contro la decisione della preside di un istituto comprensivo dell’Aquilano. Parti avverse del giudizio sono l’istituto comprensivo, il ministero dell’Istruzione e l’Ufficio scolastico regionale.
A fine 2017 i genitori della bambina hanno presentato istanza all’Asl per la prenotazione alle vaccinazioni per poi trasmettere tramite Pec, la stessa richiesta alla scuola. Questa, a sua volta, ha poi invitato la famiglia a mettersi in regola per evitare l’esclusione. Ma la famiglia ha poi risposto che l’Asl non aveva ancora fissato un appuntamento. Dopo uno scambio di corrispondenza, finalizzato a far comprendere la regolarità della posizione della minorenne, la scuola ha comunicato il provvedimento di esclusione dalla scuola a partire dal 7 gennaio scorso. Di lì il ricorso che poggia su pronunce favorevoli tra cui quella del Tar di Brescia.
Secondo i ricorrenti, gli avvocati Alessia Giovannelli e Ubaldo Lopardi, posto che l’Asl, a loro dire, non ha assolto al dovere di informazione(e di ciò la pubblica amministrazione ne era a conoscenza), la dirigente non poteva negare l’accesso alla minorenne fino all’esaurimento dell’iter intrapreso presso l’Azienda sanitaria. Comunque, secondo il ricorso, la dirigente scolastica, prima di emettere quella decisione, avrebbe dovuto espletare una completa istruttoria, anche interrogando l’Asl stessa sulla regolarità della procedura da essa seguita a fronte di quanto rappresentato dai ricorrenti. I quali volevano anche delle rassicurazioni su ipotetiche connessioni della vaccinazione della minorenne con le problematiche già patite dall’altro loro bambino.
Questi, infatti, dopo la vaccinazione, ebbe sintomi che resero necessari ricoveri all’ospedale San Salvatore e anche al “Bambino Gesù” di Roma, i cui medici consigliarono di sospendere il ciclo vaccinale.
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