Biondi boccia le scuole in centro «A Collemaggio college inglese»
Il sindaco ribadisce il piano del Comune di portare alcuni istituti nell’area dell’ex ospedale psichiatrico «Non ci sono, dentro le mura, immobili riadattabili per ospitare alunni, il sondaggio del 3e32 è di parte»
L’AQUILA. Il sindaco Pierluigi Biondi chiude la porta all’ipotesi di un ritorno delle scuole nel centro storico del capoluogo. L’opzione più gettonata dai cittadini tra le decine emerse dal sondaggio del Comitato 3e32/Casematte sulle principali criticità del centro storico e sulle possibili soluzioni che aiuterebbero a innalzarne la soglia di vivibilità, trova infatti la pronta replica del primo cittadino.
scuole a collemaggio
Biondi, se da un lato garantisce la futura riapertura degli istituti Giovanni XXIII e Mazzini, dall’altro tira dritto sul polo di Collemaggio rilanciando la fattibilità di un progetto ben più rispondente agli standard didattico-formativi e di sicurezza rispetto a qualunque edificio presente in centro storico. Non sembrano esserci dunque spiragli per chi sperava di rivitalizzare il centro a partire dal viavai di scolari, e non sono al momento previsti ulteriori plessi scolastici oltre quelli già in cantiere.
«sondaggio di parte»
«È normale che si tratti di un sondaggio di parte», esordisce Biondi a proposito dell’esito del sondaggio del comitato 3e32. «Dopodiché credo che alcune criticità siano ormai conosciute, le abbiamo ben presenti e per molte di queste stiamo trovando anche delle soluzioni. Il dibattito che ritengo inaccettabile, perché privo di senso logico, è però quello del voler continuare a insistere sulle scuole in centro storico. L’ho già detto al centrosinistra, l’ho detto all’onorevole Stefania Pezzopane quando era ancora deputata, e lo ripeto anche oggi a chi continua a tirare fuori l’argomento: se c’è qualcuno in grado di trovarmi, nel centro storico dell’Aquila, un immobile riadattabile a scuola, che risponda alle esigenze numeriche, formative e di spazi per i ragazzi aquilani, lo dica chiaramente e saremo ben lieti di prendere in esame la proposta» afferma, chiudendo la polemica. «Le scuole devono essere sicure e devono avere spazi comuni: palestre, refettori, aule didattiche, aule informatiche, luoghi per fare musica, possibilmente aree verdi, parcheggi e anche aree sportive esterne. E nel centro storico dell’Aquila, purtroppo dico io, questa cosa non si può fare», ribadisce, precisando che «le scuole che possono essere ricostruite e riaperte le stiamo ricostruendo e le riapriremo (Giovanni XXIII e la Mazzini, ndc). Ma onestamente non capisco quest’avversità nei confronti del polo di Collemaggio, che è il polmone verde della città ed è a tre minuti a piedi dal principale parcheggio cittadino (il terminal bus Lorenzo Natali) che consente, soprattutto quando sarà riattivato il tapis roulant e realizzato l’ascensore di viale Rendina, di essere in centro in pochissimi minuti. Un luogo», il polo di Collemaggio, «dove le mamme, o i papà, possono arrivare, parcheggiare, far scendere i propri figli in sicurezza e farli entrare a scuola in una cornice da college anglosassone. Credo, quindi, che questa proposta delle scuole in centro storico sia un pretesto per fare polemiche. Come lo è per il segretario del Partito Democratico, che continua a dire che all’Aquila non è stata ricostruita neanche una scuola e non si rende conto che girando è pieno di cantieri, anche di scuole. Ma d’altra parte, che siano fuori dal sentimento cittadino lo dimostrano i risultati elettorali. Fin quando andranno avanti così continueremo a vincere le elezioni, ad amministrare e ad amministrare bene».
il progetto collemaggio
La proposta di un polo scolastico a Collemaggio è contenuta nel dossier scuole del Comune dell’Aquila, laddove, in un paragrafo, si parla di un finanziamento da 18 milioni e 600mila euro per la ricostruzione di tre scuole (scuola dell’infanzia San Bernardino, primaria De Amicis e secondaria di primo grado Carducci) che sorgeranno su un’area di oltre due ettari per una capacità complessiva di mille alunni, anche se nel documento non c’è traccia delle date di inizio e fine lavori. «Il polo scolastico di Collemaggio è dimensionato per 6 classi di scuola dell’infanzia (180 alunni)», si legge nel dossier, «4 sezioni di primaria (20 classi per 500 studenti) e 6 classi di secondaria di primo grado (300 studenti)» per un costo stimato dell’intervento pari a «10,2 milioni di euro per De Amicis e San Bernardino e 8,4 milioni per la Carducci».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
scuole a collemaggio
Biondi, se da un lato garantisce la futura riapertura degli istituti Giovanni XXIII e Mazzini, dall’altro tira dritto sul polo di Collemaggio rilanciando la fattibilità di un progetto ben più rispondente agli standard didattico-formativi e di sicurezza rispetto a qualunque edificio presente in centro storico. Non sembrano esserci dunque spiragli per chi sperava di rivitalizzare il centro a partire dal viavai di scolari, e non sono al momento previsti ulteriori plessi scolastici oltre quelli già in cantiere.
«sondaggio di parte»
«È normale che si tratti di un sondaggio di parte», esordisce Biondi a proposito dell’esito del sondaggio del comitato 3e32. «Dopodiché credo che alcune criticità siano ormai conosciute, le abbiamo ben presenti e per molte di queste stiamo trovando anche delle soluzioni. Il dibattito che ritengo inaccettabile, perché privo di senso logico, è però quello del voler continuare a insistere sulle scuole in centro storico. L’ho già detto al centrosinistra, l’ho detto all’onorevole Stefania Pezzopane quando era ancora deputata, e lo ripeto anche oggi a chi continua a tirare fuori l’argomento: se c’è qualcuno in grado di trovarmi, nel centro storico dell’Aquila, un immobile riadattabile a scuola, che risponda alle esigenze numeriche, formative e di spazi per i ragazzi aquilani, lo dica chiaramente e saremo ben lieti di prendere in esame la proposta» afferma, chiudendo la polemica. «Le scuole devono essere sicure e devono avere spazi comuni: palestre, refettori, aule didattiche, aule informatiche, luoghi per fare musica, possibilmente aree verdi, parcheggi e anche aree sportive esterne. E nel centro storico dell’Aquila, purtroppo dico io, questa cosa non si può fare», ribadisce, precisando che «le scuole che possono essere ricostruite e riaperte le stiamo ricostruendo e le riapriremo (Giovanni XXIII e la Mazzini, ndc). Ma onestamente non capisco quest’avversità nei confronti del polo di Collemaggio, che è il polmone verde della città ed è a tre minuti a piedi dal principale parcheggio cittadino (il terminal bus Lorenzo Natali) che consente, soprattutto quando sarà riattivato il tapis roulant e realizzato l’ascensore di viale Rendina, di essere in centro in pochissimi minuti. Un luogo», il polo di Collemaggio, «dove le mamme, o i papà, possono arrivare, parcheggiare, far scendere i propri figli in sicurezza e farli entrare a scuola in una cornice da college anglosassone. Credo, quindi, che questa proposta delle scuole in centro storico sia un pretesto per fare polemiche. Come lo è per il segretario del Partito Democratico, che continua a dire che all’Aquila non è stata ricostruita neanche una scuola e non si rende conto che girando è pieno di cantieri, anche di scuole. Ma d’altra parte, che siano fuori dal sentimento cittadino lo dimostrano i risultati elettorali. Fin quando andranno avanti così continueremo a vincere le elezioni, ad amministrare e ad amministrare bene».
il progetto collemaggio
La proposta di un polo scolastico a Collemaggio è contenuta nel dossier scuole del Comune dell’Aquila, laddove, in un paragrafo, si parla di un finanziamento da 18 milioni e 600mila euro per la ricostruzione di tre scuole (scuola dell’infanzia San Bernardino, primaria De Amicis e secondaria di primo grado Carducci) che sorgeranno su un’area di oltre due ettari per una capacità complessiva di mille alunni, anche se nel documento non c’è traccia delle date di inizio e fine lavori. «Il polo scolastico di Collemaggio è dimensionato per 6 classi di scuola dell’infanzia (180 alunni)», si legge nel dossier, «4 sezioni di primaria (20 classi per 500 studenti) e 6 classi di secondaria di primo grado (300 studenti)» per un costo stimato dell’intervento pari a «10,2 milioni di euro per De Amicis e San Bernardino e 8,4 milioni per la Carducci».
©RIPRODUZIONE RISERVATA