Botte e minacce alla guardia medica Il papà si difende: «Io l’aggredito» 

Il 46enne racconta di essere stato costretto a ricorrere a cure ospedaliere e di aver querelato il professionista L’avvocato Colucci: «Due i procedimenti, uno davanti al giudice di pace e uno penale, a carico del dottore»

AVEZZANO. «Io aggredito dal medico di guardia in casa mia perché non voleva visitare mia figlia e poi perché non voleva uscire dall’appartamento».
È questa “l’altra verità” su quanto accaduto ad aprile del 2022 in casa di A.C., 46 anni, di Avezzano, secondo la querela che ha presentato contro M.P., 33, anni, medico in servizio all’ospedale di Avezzano, a seguito di un presunto episodio di aggressione. Il professionista, che aveva denunciato di essere stato aggredito dall’uomo, aveva ottenuto una richiesta di rinvio a giudizio a carico del 46enne, accusato di lesioni personali e minacce a pubblico ufficiale. Ma anche a carico dello stesso medico ci sono due procedimenti: uno davanti al giudice di pace e l’altro davanti al tribunale penale di Avezzano.
Secondo la tesi del 46enne, assistito dall’avvocato Franco Colucci, la figlia di un anno aveva accusato un forte malore con febbre alta, circa 39, e difficoltà respiratorie. I genitori della piccola avevano consultato il pediatra della bambina, che aveva prescritto una terapia antibiotica e antipiretici, ma la situazione non migliorava. Preoccupato per le condizioni della bimba, alle 21.50 il papà aveva chiamato la Guardia medica dell’ospedale di Avezzano. Inizialmente, il medico sosteneva che non fosse necessaria una visita domiciliare, ma dopo le insistenze del padre, si era recato nell’abitazione. Una volta arrivato, sempre secondo la tesi del 46enne avezzanese, il dottore di Capistrello, difeso dall’avvocato Lucio Cotturone, avrebbe confermato che la bambina stava bene, ribadendo che la terapia indicata dal pediatra fosse sufficiente. La madre della piccola, tuttavia, era preoccupata perché la febbre continuava a risalire. Suo marito aveva chiesto al medico di visitare la piccola in modo più approfondito, verificando tonsille, orecchie e altre possibili cause di quel febbrone, ma il dottore aveva risposto che non aveva con sé gli strumenti necessari per effettuare una visita completa come da protocollo. A seguito di un’accesa discussione, sempre secondo la denuncia a carico del medico, il 46enne aveva invitato il professionista a lasciare la sua abitazione. Il dottore, però, secondo quanto riportato nella querela, si era rifiutato e, durante un acceso battibecco, aveva spinto il genitore facendolo cadere contro la sua auto parcheggiata davanti all’uscio. L’urto aveva provocato danni all’auto e il papà aveva riportato ferite al gomito destro, al ginocchio e alla gamba sinistra, oltre a un trauma alla colonna vertebrale.
Al pronto soccorso gli era stata diagnosticata una prognosi di 10 giorni. Secondo la tesi del genitore, che si è costituito parte civile nel procedimento che sarà discusso tra qualche giorno, il medico dev’essere perseguito per quanto accaduto, riservandosi di costituirsi parte civile nel processo penale.
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