Il commentone della 20esima giornata di Serie A
Il punto della situazione sull’ultimo turno di campionato. Ecco il quadro completo delle partite
ROMA. La ventesima giornata si apre con l'anticipo del venerdì sera tra Lazio e Como. Partono meglio i Lariani, che confezionano diverse occasioni nei primi minuti con lo scatenato Nico Paz. L'argentino spreca un'ottima chance al 4', che decide di scavalcare in pallonetto Provedel ma il suo tentativo termina largo. Al 6' il pericolo parte sempre dai piedi del giocatore in prestito dal Real Madrid: cross da calcio piazzato perfetto per la testa di Kempf che anticipa il portiere della squadra capitolina, bravo però a sporcare la conclusione che sbatte contro l'incrocio dei pali. Al 10' nuova opportunità per la squadra ospite: Da Cunha conduce la ripartenza per 40 metri prima di appoggiarla per Paz, che rientra sul mancino e tira, sfiorando il palo. Uno degli episodi chiave del match è al minuto 16, quando il fantasista comasco viene falciato da Gigot: fallo neanche sanzionato dall'arbitro Tremolada e sostituzione obbligatoria per Fabregas. A passare in vantaggio sono però i biancocelesti, con il quinto gol in campionato di Boulaye Dia: errore in disimpegno di Moreno e palla subito imbucata da Guendouzi per l'attaccante senegalese che con un preciso rasoterra batte Butez. Anche nella ripresa il Como continua a creare: in particolare, al 48’ Gigot si sostituisce a Provedel e salva sulla linea un gran colpo di testa di Dossena. Ma è al minuto 57 che cambia la sfida: a distanza neanche di un minuto dal primo cartellino giallo, Tchaouna compie lo stesso identico fallo e il direttore di gara, molto severamente, decide ammonire per la seconda volta l’ex Salernitana, che lascia i suoi in 10 per l’ultima mezz’ora di gara. La Lazio ha l’occasione di chiudere la partita con Isaksen, che riceve il pallone nella sua metà campo e lo porta fino all’area di rigore avversaria, scaldando i guantoni di Butez. “Gol sbagliato, gol subito”: Cutrone pareggia l’incontro, depositando in rete il bel traversone di Strefezza e siglando il suo settimo gol stagionale, tra campionato e Coppa Italia. Nonostante l’inferiorità numerica, i biancocelesti hanno all’80’ l’occasione per vincerla: Dele Bashiru prova a tirare verso lo specchio della porta ma la sua imprecisa conclusione finisce tra i piedi di Dia, che si ostacola con Guendouzi, non riuscendo a trasformare dal limite dell’area piccola. Termina 1-1 tra Lazio e Como, con la squadra di casa che non riesce a festeggiare a dovere i 125 anni dalla fondazione del club.
Il sabato si apre a Udine e a Empoli. Tra Udinese e Atalanta è alta la posta in palio, con i bergamaschi che hanno la grande occasione di agganciare momentaneamente il Napoli in vetta alla classifica. La partita è molto fisica, con entrambe le squadre che faticano a imporre il proprio gioco. Le occasioni più importanti sono nel primo tempo, tutte per la squadra bianconera: prima Thauvin sfiora il palo dopo la sporcatura di Djimsiti, poi una deviazione aerea di Bijol viene salvata da Carnesecchi sulla linea e infine l’incredibile doppia opportunità di Alexis Sanchez. Il cileno colpisce di testa il preciso cross di Kamara spedendo sul palo, poi sulla ribattuta tira a botta sicura, centrando la traversa. Infine, sempre nella stessa azione, la palla carambola sulla fronte di Lovric che però difficilmente poteva fare meglio. Nella ripresa, l’unica chance è nerazzurra e capita sui piedi di Samardzic, allo scadere dell’extratime: l’ex della gara raccoglie un cross all’interno dell’area di rigore, se la sposta sul mancino e, da posizione decentrata, tira verso la porta di Sava, che allontana con un gran riflesso. Finisce così 0-0 tra i friulani e la Dea, al termine di un match non granché emozionante dal punto di vista delle occasioni da gol.
Al Castellani di Empoli va invece in scena una sfida divertente, tra due squadre in piena lotta salvezza. Vanno subito in vantaggio i giallorossi, sfruttando un grande anticipo da parte di Pierotti, che triangola con Helgason e si ritrova davanti a Seghetti: è molto altruista il classe 2001 ad appoggiare per Krstovic, che però non ci arriva per pochissimo; per sua fortuna alle sue spalle arriva Tete Morente, che a porta vuota non può sbagliare. Passano 5 minuti e il Lecce raddoppia, proprio con Krstovic: il montenegrino viene lanciato in area di rigore da una rimessa laterale battuta velocemente e, senza neanche stoppare la sfera, sorprende con una bella conclusione il giovane portiere dell’Empoli sul primo palo. Uno-due micidiale dei salentini, che riescono a indirizzare la gara già nel primo quarto d’ora. L’Empoli è completamente in bambola e deve ringraziare il suo portiere se a fine primo tempo lo svantaggio è di soli due gol. Jacopo Seghetti compie prima un miracolo su Helgason, lanciato a tu per tu da Krstovic, e poi sullo stesso numero 9. Nella ripresa i toscani dimezzano subito lo svantaggio con il gol di Liberato Cacace, alla seconda marcatura stagionale: cross di Pezzella, sponda di Gyasi e tap-in da due passi del neozelandese. È ancora sui piedi dell’esterno mancino che l’Empoli ha l’occasione del pareggio, ma questa volta non riesce a segnare dopo lo scarico a rimorchio del solito Pezzella. Ci prova poi Esposito, che dopo una bella serpentina tra due avversari tira con il piede debole, impegnando Falcone. Al minuto 91 il Lecce riesce a chiudere la partita, scongiurando un finale di sofferenza: Krstovic riceve al limite dell’area da Dorgu, se la sposta sul sinistro e lascia partire una conclusione meravigliosa che termina la sua corsa all’incrocio dei pali. È questo l’ultimo squillo del match, che si conclude così sul punteggio di 1-3 e che vede la formazione di Giampaolo raggiungere in classifica proprio gli azzurri.
Alle 18 va in scena forse la sfida più suggestiva di questa giornata, il derby di Torino. Partenza a razzo per i bianconeri, che all’8’ passano già in vantaggio grazie all’eurogol di Yildiz: il fantasista turco aggancia al limite, salta Linetty con un bel destro-sinistro e conclude chirurgicamente di mancino, infilando l’incolpevole Milinkovic-Savic. Magia del 10, che in questa stagione sta siglando quasi sempre gol stupendi. Solo per una questione di centimetri la Juve non raddoppia al 21’: filtrante di Mbangula per Nico Gonzalez che segna, ma il guardalinee alza la bandierina e il var conferma la sua decisione. Al 46’ arriva il gol del pari, alla prima vera occasione granata: Karamoh si smarca molto bene sulla fascia e pesca Vlasic, che controlla, aspetta il rimbalzo del pallone e poi conclude di mancino. Il tiro non lascia scampo a Di Gregorio, che può solo guardare la palla sbattere sul palo prima e terminare in rete poi. Una vera e propria prodezza dell’ex West Ham, che manda le due squadre a riposo sul punteggio di 1-1. La seconda frazione di gara è molto tesa e a certificare questo nervosismo sono proprio i due allenatori: dopo un intervento di Savona da ultimo uomo su Karamoh, sono veementi le proteste della panchina di Vanoli. Si accende un diverbio tra lo stesso Vanoli e Motta, che nell’occasione verranno espulsi. La Juve continua a provare con tutte le sue forze a scongiurare l’ennesimo pareggio stagionale: ci prova Koopmeiners dal limite con un tiro potentissimo ma centrale, ben respinto. Poi è il turno di Nico Gonzalez che, nonostante colpisca in maniera un po’ goffa, fa compiere gli straordinari al portiere serbo del Toro. Si conclude così 1-1 il derby, con la Vecchia Signora che colleziona addirittura il dodicesimo pareggio su diciannove partite in campionato, in attesa del recupero di martedì contro l’Atalanta.
A concludere il sabato calcistico, il Milan ospita il Cagliari a San Siro, con il morale a mille dopo la vittoria in Supercoppa avvenuta nel derby e concretizzatasi in rimonta al 94’. La squadra di Conceicao prova a imporre il proprio gioco, ma nella prima frazione di gara le occasioni create non impensieriscono molto il nuovo portiere rossoblu Caprile: il giocatore in prestito dal Napoli blocca prima una conclusione al limite di Leao, poi un tiro dalla distanza di Pulisic e infine un rasoterra di Reijnders. La chance più importante di segnare ce l’ha però la squadra sarda, al minuto 40: Mattia Felici, 2001 comprato quest’estate dalla Feralpisalò, riceve sulla trequarti, avanza, punta Calabria e infine tenta di sorprendere Maignan con una traiettoria a giro sul secondo palo. Il portiere francese compie una parata fenomenale con la mano di richiamo, rimandando la prima gioia personale dell’ala italiana. Nella ripresa il Milan parte fortissimo: Pulisic al 47’ scheggia la traversa con un gran tiro di controbalzo e al 51’ colpisce il palo dopo la deviazione di Caprile. Tuttavia, questa volta la palla non termina sul fondo ma viene respinta al centro dell’area piccola, con Morata che riesce ad anticipare Palomino e a siglare il gol del vantaggio rossonero. Il Diavolo però, anziché farsi trascinare dall’entusiasmo, viene immediatamente raggiunto dalla squadra di Davide Nicola: al 55’ Fofana prova un’imbucata ma Felici intuisce e riconquista, punta il centrocampista francese che forse è un po’ troppo passivo e lascia passare l’avversario. Appena giunge al limite dell’area, Felici appoggia per Zortea, che conclude debolmente verso lo specchio della porta: il tiro sembra innocuo, ma passa sotto le braccia di Maignan. Che papera del 16 del Milan, che con questo errore non da lui regala il pari. Reazione di forza dei rossoneri, che attaccano a testa bassa nel tentativo di tornare a condurre la gara. Caprile salva prima su Fofana, che ha anche lui qualcosa da farsi perdonare, poi su Pulisic da distanza ravvicinata, infine su Abraham lanciato a rete. Lo stesso attaccante inglese qualche minuto prima aveva già sprecato una grande opportunità, non riuscendo a trasformare in gol da pochi passi un cross di Jiménez. Nell’ultima occasione della partita, ancora uno straordinario Caprile respinge la poderosa punizione di Hernandez. Conceicao non riesce dunque a dare continuità al suo Milan, che sbatte contro un ottimo Cagliari. Pesano molto gli errori individuali, che da inizio stagione sono costati parecchi punti al Milan.
Tra Genoa e Parma a regnare è la noia. Partita con veramente poche emozioni, in cui alla fine a spuntarla è la squadra di Vieira. Al 23' si registra la prima occasione: Vasquez si ritrova il pallone tra i piedi e tira dopo un calcio d'angolo, trovando l'opposizione di Valeri. Sulla respinta è ancora il messicano che prova a battere a rete, ma un super Suzuki gli nega il gol. Risponde il Parma in contropiede con Bonny, ma il suo tentativo termina largo di qualche metro. A distanza di pochi minuti, ottima chance per Pinamonti: l'ex della gara colpisce di testa da posizione molto defilata, centrando il palo esterno. Nella ripresa i crociati hanno una buona opportunità con Almqvist: l'esterno svedese prova a sorprendere Leali al volo di destro, sul preciso suggerimento di Sohm. Palla destinata all'angolino alla sinistra del portiere, che però sventa la minaccia respingendo in corner. Passa meno di un quarto d'ora e il Genoa trova, in maniera un po' fortunosa, il gol del vantaggio: un preciso filtrante di Miretti che passa tra due difendenti gialloblu trova smarcato Frendrup. Il suo tiro, grazie a una deviazione che impenna il pallone, termina dietro alle spalle di Suzuki. Prima del fischio finale, il Parma prova a tornare dalle parti di Leali ma senza successo. Finisce dunque 1-0 per il Grifone che raggiunge l'undicesima posizione, mentre si fa dura per la squadra di Pecchia, ora solo a +1 sulla zona retrocessione.
Alle 15 giocano Venezia e Inter, in una sfida ricca di possibili colpi di scena. I nerazzurri, desiderosi di riscatto dopo la brutta sconfitta in Supercoppa, vanno subito il vantaggio, al 16' minuto: Asllani lancia in profondità Lautaro Martinez che, in una frazione di secondo, aggancia di mancino e tira di destro, trovando la grande parata di Stankovic. Sulla ribattuta, il più lesto è Darmian, in costante proiezione offensiva nella prima metà di gara, che segna il suo secondo gol stagionale e porta in vantaggio la squadra ospite. Il Biscione prova a raddoppiare qualche minuto dopo con Taremi, che in girata colpisce ma manda alto. Si affaccia anche il Venezia, con una buona occasione sui piedi di Pohjanpalo che però viene fermata dalla scivolata di Bastoni. E allora altra occasione Inter, stavolta con Lautaro: l'argentino tenta di sorprendere sul primo palo Stankovic, che però è attento e respinge in corner. Nella seconda frazione di gioco i Lagunari sfiorano il pareggio con Doumbia di testa, ma un super Sommer dice di no e blocca in due tempi. Le più importanti occasioni nerazzurre della ripresa capitano sui piedi di Frattesi: prima si inserisce perfettamente sul filo del fuorigioco e, lanciato da Carlos Augusto, si ritrova solo davanti a Stankovic, bravissimo a ipnotizzarlo e a evitare il doppio svantaggio; poi trova l'opposizione di Idzes dopo il tacco di Thuram, con un tiro che sembrava destinato al gol. Nel mentre, enorme occasione per il Venezia, la più grande della loro partita: in contropiede, Zampano trova Busio lasciato completamente solo dalla difesa che ha il tempo di stoppare e tirare, colpendo clamorosamente il palo. Quando la vittoria sembra ormai cosa fatta, la difesa interista si fa nuovamente sorprendere da un lancio profondo, con Pohjanpalo che raccoglie una sponda aerea e prova a segnare da appena dentro l'area di rigore, ma la sua conclusione è strozzata e termina tra le braccia di Sommer. Finisce così 0-1 per l'Inter, che aveva un estremo bisogno di vincere, arrivando al proprio obiettivo con però troppa sofferenza.
Alle 18 al Dall'Ara va in scena un match ricco di gol tra Bologna e Roma, con gli ospiti che vanno in vantaggio, si fanno rimontare e riescono poi a trovare il pareggio nell'ultima occasione della partita. La Roma gioca un bel primo tempo, ma non riesce a incidere. Prima vera occasione alla mezz'ora, con Dybala che raccoglie una respinta corta della difesa e appoggia a Paredes: il suo destro preoccupa Skorupski, che respinge di pugno per evitare guai. Sulla ribattuta Dybala la rigioca in area trovando Dovbyk, che però non riesce ad angolare la conclusione né a indirizzare potentemente. Al 35' la Joya ha un'altra importante chance: recupero palla di Saelemaekers, che imbuca per Dovbyk: il bomber ucraino serve Dybala che a tu per tu con Skorupski si divora il gol del vantaggio, spedendo alto da distanza ravvicinata. Al 57' vanno in vantaggio i giallorossi, grazie al quarto gol in Serie A di Saelemaekers: il belga riceve da Koné, punta Miranda e conclude a rete, trovando una risposta non impeccabile da parte del portiere ex Roma, che non riesce a salvare il tiro. Ma è proprio da un errore del giocatore che ha portato in vantaggio la Lupa che scaturisce il gol del pari: Dominguez riconquista nella metà campo rossoblu e guida il contropiede: palla poi per Ndoye e da lui a Odgaard, bravissimo a servire il solissimo Dallinga che non sbaglia davanti a Svilar. Trascorrono pochi minuti e, al 65’, Ferguson, grazie al rigore causato per fallo di mano da parte di Koné, porta in vantaggio i suoi, spiazzando Svilar dal dischetto. Altro errore giallorosso e altra ripartenza felsinea al 71’, con Orsolini che comanda il contropiede: è troppo egoista l’ex Juve che decide di andare per la soluzione personale, non impensierendo il portiere serbo della Roma. Nell’ultimo minuto di partita succede di tutto: l’arbitro Abisso viene richiamato dal var per un possibile tocco di braccio di Lucumì, molto simile a quello che ha portato al rigore per il Bologna in precedenza: anche stavolta la posizione dell’arto viene considerata punibile e viene fischiato il penalty. Va Dovbyk dagli 11 metri e non trema, spiazzando Skorupski e fissando il risultato sul 2-2.
Il posticipo della ventesima giornata vede in campo Napoli e Verona, con la possibilità per i Partenopei di terminare il turno di Serie A da primi della classe. Partenza feroce della squadra di Conte, che va in vantaggio già al 5’ minuto di gioco: Di Lorenzo dialoga con Lukaku e tira a giro, colpendo il palo. Il pallone viene respinto dal legno sulla schiena di Montipò e termina successivamente in rete. Un po’ sfortunato il portiere ex Benevento, ma da premiare l’applicazione azzurra sin dall’inizio. Neanche un minuto dopo e Anguissa ha un’occasione clamorosa per segnare, quasi come un rigore in movimento: viene servito da Neres a centro area ma spara alle stelle. All’11’ altra iniziativa napoletana, che stavolta porta alla conclusione di Lukaku: schema da calcio di punizione che dà all’attaccante belga la possibilità di andare al tiro, che termina a fil di palo. C’è anche il Verona in campo: Faraoni pesca con un preciso traversone Tengstedt, che in avvitamento manda fuori di un soffio. Minuto 31, altra opportunità per il Napoli per raddoppiare: azione fotocopia di quella di Anguissa, sempre con Neres che arriva sul fondo e serve a rimorchio un compagno, che questa volta è McTominay, ma l’esito è sempre lo stesso, con la conclusione che si alza troppo e termina sul fondo. Anche nel secondo tempo il Napoli riparte forte: McTominay si ritrova il pallone tra i piedi a seguito di un rimpallo, ma Montipò non si fa superare. A distanza di un minuto, da un corner azzurro Rrahmani svetta e Faraoni salva sulla linea, opponendosi al tentativo del difensore kosovaro. Al 61’, dopo le molteplici chances, arriva il gol del doppio vantaggio: Zambo Anguissa scambia con Lukaku e, dai 20 metri, lascia partire un bolide che si insacca in porta, siglando il gol della sicurezza. Finisce 2-0 per il Napoli, con la squadra di Conte sempre più prima, portando a cinque la striscia di vittorie consecutive.
L’ultima partita di questa giornata è la sfida tra Monza e Fiorentina, due squadre con obiettivi ben diversi accomunate da un periodo di forma molto negativo, con i viola che non trovano la vittoria in campionato da oltre un mese, mentre la squadra di Bocchetti non trova il successo addirittura da quasi tre mesi, sempre più ultima in classifica.
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