Leonardo Ciaccio

L'AQUILA

Buona condotta al braccio destro di Messina Denaro: lavorerà in biblioteca a Sulmona

Via libera dal Tribunale della Libertà a Leonardo Ciaccio: mai pentito, lascia il supercarcere per completare la sua condanna all'ergastolo con la pena accessoria. Il sindaco: "Da noi nessun atto"

ROMA. «Il via libera è arrivato dal Tribunale della libertà dell'Aquila e dallo stesso Comune di Sulmona: Leonardo Ciaccio, ritenuto l'uomo di Cosa Nostra più vicino a Matteo Messina Denaro, lascia il supercarcere dell'Aquila, per completare la sua condanna all'ergastolo, inflitta a suo tempo dalla Corte d'Appello di Palermo, con una pena accessoria. Potrà infatti lavorare come volontario nella Biblioteca museale di Sulmona, dopo l 'irreprensibilè condotta tenuta durante la detenzione». Lo scrive La Stampa online che viene ripresa dall'agenzia giornalistica Ansa che spiega inoltre che la notizia sta creando un certo allarme a Sulmona, «considerata la caratura del personaggio e i precedenti sul territorio».

In proposito si ricorda che il territorio della Marsica, nel cuore dell'Abruzzo, è stato al centro di un grande giro di riciclaggio del tesoro dell' ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino e della banda della Magliana. Spiega infine l'articolo che Ciaccio è «ritenuto il vero braccio destro di Messina Denaro, al punto da essere considerato uno dei pochi ad avere raccolto le confidenze del boss. Inoltre, dopo la condanna per omicidio, associazione mafiosa e un'altra sfilza di reati legati al traffico di droga, non si è mai pentito».

Ciaccio, anche lui appartenente al mandamento di Castelvetrano, tra le condanne annovera anche quella al carcere a vita inflittagli dalla Cassazione nel febbraio 2004 al termine del maxi-processo alla mafia trapanese denominato 'Omegà che si concluse con 30 ergastoli.

Il sindaco di Sulmona Gianfranco Di Piero ha diffuso successivamente una nota in cui afferma che "nessun atto riguardante il detenuto è intercorso tra la direzione dell’istituto penitenziario e il Comune di Sulmona".

"Da informazioni assunte presso gli uffici", continua, "ho avuto modo di apprendere che il detenuto presta attività, in qualità di bibliotecario volontario, presso la Biblioteca Diocesana, ubicata nel Polo Museale di Santa Chiara, a seguito di intese intervenute tra la Direzione della Casa di Reclusione di Sulmona e la Diocesi di Sulmona- Valva. Lo stesso opera, in applicazione delle misure previste dalle vigenti disposizioni di legge e sulla scorta delle autorizzazioni rilasciate dai competenti organismi del ministero della Giustizia, per conto della Diocesi e presso i locali in esclusiva disponibilità della stessa. Al riguardo, la Curia ha agito nell’esercizio di una sua prerogativa, fondata su specifici presupposti di legge, mirati al perseguimento della funzione rieducativa della pena e al reinserimento sociale dei detenuti, e nessun assenso, in quanto non previsto e comunque non richiesto, è stato espresso dal Comune di Sulmona".