Cartiera Burgo Cancelli bloccati dai camionisti
La rabbia degli autotrasportatori: l’azienda vuole utilizzare solo colleghi provenienti dal Napoletano e dalla Romania
AVEZZANO. La riapertura della Cartiera aveva ridato loro la speranza, ma le promesse sono state disattese e così è scattata la protesta.
Ieri mattina, gli autotrasportatori marsicani hanno occupato il piazzale antistante lo stabilimento della cartiera Burgo, nel nucleo industriale di Avezzano. Massimo Di Mascio, presidente del Consorzio artigiano trasportatori (Cat) e Pasquale Rossi (Cooperativa Fucino trasporti), hanno impedito agli autisti “di fuori” di caricare i materiali dalla sede di Avezzano. Insieme a loro anche una delegazione di autisti, arrivati da tutta la Marsica. Al momento è possibile che la protesta vada avanti anche nei prossimi giorni e che siano chiamati a partecipare anche tutti gli altri autisti del territorio con i loro mezzi.
«Quando è ripartito il lavoro alla Cartiera», dice Di Mascio, «provammo a chiedere all’azienda di avere anche lavoro da Sora e fummo subito ripresi. Ci dissero “A Sora ci sono gli autisti del posto, ad Avezzano rimarranno quelli di Avezzano, il vostro lavoro non lo toccherà nessuno”. Adesso invece ci ritroviamo tre sole consegne», continua il presidente del Cat, «e perché? Perché le consegne sono state commissionate ad autisti del Napoletano o a ditte di italiani che hanno aperto in Romania». Alcuni viaggi, quelli più lunghi, sono stati commissionati dall’ufficio logistico della Burgo di Altavilla Vicentina alla ditta Autoparco Meridionale, che lavora per le Ferrovie dello Stato.
«Questi tir dovrebbero portare la carta a Piacenza e da qui i materiali dovrebbero arrivare a Bergamo sui binari. Ma questo non succede, perché a Bergamo ci arrivano con i tir», spiega Di Mascio, «Ci vogliono morti», va avanti Pasquale Rossi, «nessuno ci tutela. Intorno all’indotto dei trasporti ci lavora una ottantina di persone della Marsica. Se ci tolgono i viaggi queste persone si ritroveranno per la strada. Ma non lo permetteremo». Sul posto per la sicurezza pubblica sono arrivati poliziotti e carabinieri. «Questo stabilimento», prosegue l’ingegnere Franco Rossi, della Fucino Trasporti, «sarà salvato con i soldi della Regione e quindi dei contribuenti di questo territorio. Soldi che fanno gola e di cui però dovrebbero beneficiare le persone del posto e quindi anche gli autotrasportatori. E non chi le tasse le va a pagare in Romania». Dallo stabilimento esce l’ingegnere Gianni Rossi, referente della Burgo di Avezzano, che si è detto disponibile a riportare le ragioni degli autisti all’azienda. «Siamo in tempo di elezioni», incalza il presidente della Fucino Trasporti, Rossi, «i candidati sindaci i comizi dovrebbero venire a farli davanti alle imprese chiuse. Davanti alla Cartiera, davanti alla Maccaferri e alle altre. È qui che la gente chiede di essere ascoltata». «Abbiamo informato della nostra protesta il sindaco Gianni Di Pangrazio e altri politici locali», dice in serata Di Mascio, «se non saremo ascoltati monteremo una protesta ancora più clamorosa. Dalla Burgo mi hanno detto che se non rientrerà la nostra iniziativa saremo noi i responsabili della perdita del posto di lavoro dei 40 operai che ci lavorano. Noi vogliamo solo che vengano mantenute le promesse che ci erano state fatte».
Magda Tirabassi
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