Casa della Comunità, approvato il progetto
Sarà situata all’interno dell’edificio Delta 6 del San Salvatore e non a Collemaggio come chiesto dal Pd
L’AQUILA. Il direttore generale dell’Asl, con una delibera, ha preso «atto dell’attestazione di verifica della progettazione definitiva ed esecutiva, relativa agli interventi di realizzazione della Casa della Comunità Hub dell’Aquila», finanziata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Con lo stesso documento è stato quindi approvato il progetto esecutivo. La Casa della comunità per L’Aquila sarà localizzata nel Delta 6 dell’ospedale San Salvatore.
Si legge infatti nella delibera che «l’investimento mira a migliorare la dotazione impiantistica attraverso una funzionalizzazione ottimizzata della casa della Comunità prevista nel presidio ospedaliero San Salvatore nell’edificio denominato Delta 6. La misura include la possibilità di realizzare: impianto elettrico e speciali; impianto di condizionamento e ventilazione meccanica;impianto idrico-sanitario».
Nell’attestazione di verifica si sottolinea che «dall’esame degli elaborati è emerso che il gruppo di progettazione ha risposto in maniera esaustiva alle varie esigenze specifiche richieste dalla committenza».
Il passo successivo sarà l’indizione della gara di appalto. La localizzazione della Casa della comunità al San Salvatore nei mesi scorsi ha sollevato molte polemiche. In particolare il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci aveva proposto di realizzarla nell’area di Collemaggio «che ha una posizione baricentrica rispetto allo sviluppo urbano dell’Aquila, e risponderebbe ai nuovi assetti intervenuti negli anni e dopo il terremoto, bilanciando la funzione dell’ospedale nell’area Ovest della città».
CASA DELLA COMUNITà
La Casa della Comunità, in base alla norma che la istituisce, è «il luogo fisico, di prossimità e di facile individuazione al quale l’assistito può accedere per poter entrare in contatto col sistema di assistenza sanitaria. È una struttura facilmente riconoscibile e raggiungibile dalla popolazione di riferimento, per l’accesso, l’accoglienza e l’orientamento dell’assistito. Prevede un modello di intervento multidisciplinare e al suo interno si troveranno équipe multiprofessionali composte da medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali, infermieri e psicologi».
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