Caserma chiusa, licenziate 13 dipendenti della mensa

20 Novembre 2012

SULMONA. Licenziamenti collettivi per le tredici dipendenti della Dussman, la società che gestisce la mensa interna alla caserma Cesare Battisti. La struttura militare, unica superstite in città,...

SULMONA. Licenziamenti collettivi per le tredici dipendenti della Dussman, la società che gestisce la mensa interna alla caserma Cesare Battisti. La struttura militare, unica superstite in città, non è stata chiusa, ma di fatto il mancato arrivo dei militari volontari da due anni, la condanna a una lenta agonia. E le ditte e i negozi che lavorano con la caserma si trovano a fare i conti con ordini, servizi e forniture ridotti al lumicino. Così, la ditta che ha in appalto il servizio mensa ha aperto le procedure di mobilità 75 giorni prima della scadenza della cassa integrazione di fine anno per le lavoratrici. Luigi Antonetti, segretario provinciale della Filcams Cgil: «Non abbiamo ottenuto alcuna risposta, nonostante le molteplici richieste di incontro al sindaco Fabio Federico, per voler discutere e affrontare insieme la dura situazione che si sta profilando nella caserma Battisti, dove si profila un probabile smantellamento. A oggi esiste solo una certezza, ossia l'apertura di una procedura di licenziamenti collettivi». Al personale dipendente si aggiunga l'indotto che si è creato attorno alla caserma, e che vede diversi commercianti sulmonesi di riferimento: panificio, macelleria, frutteria, pasticceria, prodotti per le pulizie e igiene, idraulica, servizio foto per il tesserino militare, tabaccheria, rifornimento carburante e sartoria, alimentari e pizzerie, trasporti ferroviari e su gomma. La perdita stimata dalle associazioni di categoria si aggira attorno al milione di euro all’anno, di fatto già andati in fumo da marzo 2010 senza nuovi militari a ripopolare la struttura e la città. «Fino a dieci anni fa una buona parte della ricchezza di questa città derivava dalla caserma e dai suoi mille militari che vi ruotavano attorno», ricorda Claudio Mariotti, vicepresidente provinciale della Confcommercio, «ora le perdite ammontano a diversi milioni di euro. Potrebbe ospitare fiere invernali».«La struttura non è stata dismessa ma di fatto non è più operativa», conferma Franco Ruggieri, vice presidente provinciale della Confesercenti, «ma è ormai un guscio vuoto, da cui si perde un milione di euro all’anno di incassi».

Federica Pantano

©RIPRODUZIONE RISERVATA