Cervi salvi, Imprudente nel mirino Pd e M5s: «Ora deve dimettersi»

13 Novembre 2024

Pietrucci: «Abbiamo tempo per trovare delle alternative all’abbattimento e ristori per gli agricoltori» Alessandrini: «I giudici suggeriscono azioni come recinzioni o attraversamenti per la fauna selvatica»

SULMONA. Una sentenza destinata a fare giurisprudenza quella emessa di recente dal Consiglio di Stato che ha sospeso la caccia al cervo in Abruzzo. Ne sono convinti i consiglieri regionali Pierpaolo Pietrucci del Pd ed Erika Alessandrini del M5s, che hanno chiesto le dimissioni del vice presidente della giunta regionale, Emanuele Imprudente.
LE OPPOSIZIONI
«La sentenza apre un nuovo spiraglio quando dice che i monitoraggi vanno fatti annualmente e che, in più, deve essere fatta la Vinca», esordisce Pietrucci. «Adesso c’è tempo per lavorare e trovare delle forme alternative per far sì che l’Abruzzo continui a essere la regione verde d’Europa caratterizzata dalla convivenza dell’uomo con la fauna selvatica. Per tutelare gli agricoltori bisogna portare tutti i soggetti attorno allo stesso tavolo e trovare misure alternative di convivenza a partire dal ristoro per i danni da fauna selvatica che avanzano gli agricoltori da troppo tempo». Duro l’attacco all’assessore, reo, secondo il consigliere dem, di non aver saputo gestire la situazione. «Abbiamo chiesto che l’assessore Imprudente rimetta le deleghe al presidente Marco Marsilio perché è il terzo ‘frontale’ che prende. Il secondo su atti materiali prodotti da lui, ovvero la riperimetrazione del parco Sirente Velino, su cui è dovuto tornare indietro dopo averci lavorato per un anno. Adesso c’è questa dei cervi», rincara Pietrucci.
Anche la pentastellata Alessandrini presenta il conto alla giunta regionale, spingendo per un’analisi più strutturata della fauna selvatica.
«Il Consiglio di Stato, nella sua ordinanza, suggerisce ulteriori azioni che la Regione può mettere in campo, come la creazione di recinzioni o attraversamenti per la fauna selvatica», ha dichiarato la consigliera grillina. «Tutte misure alternative», spiega, «che erano emerse nei diversi tavoli della commissione a cui abbiamo portato numerose associazioni e che invece non erano mai state prese in considerazione. Chi ha dovuto imporre serietà rispetto a questa attività faunistica alla fine è stato un giudice, non la politica della maggioranza in Regione».
PARCO GIOCHI PER CACCIATORI
Che si debba insistere per un monitoraggio più credibile ne è convinto Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde, che aveva presentato un’interrogazione parlamentare. «Il Consiglio di Stato ha sconfessato la giunta, fermando questa ignobile mattanza. La decisione riafferma l’importanza di effettuare monitoraggi accurati per valutare l’impatto delle attività venatorie sugli ecosistemi locali, monitoraggi che erano stati omessi. È ripugnante che la Giunta abbia trasformato il territorio abruzzese in un parco giochi per cacciatori, con un tariffario che svilisce la dignità degli animali», insorge Bonelli.
CHIESTA LA REVOCA
L’Enpa nel frattempo chiede al presidente Marsilio di revocare la delibera di giunta e fare un passo indietro. «Quanto accaduto dovrebbe indurre la Regione, nota peraltro per la sua straordinaria ricchezza faunistica, a modificare radicalmente i propri indirizzi politici. L’Abruzzo non deve preoccuparsi di accontentare la lobby dei cacciatori o degli armieri», conclude Enpa.
L’ITER
L’abbattimento di 469 esemplari di cervo era stato deciso dalla giunta regionale lo scorso 8 agosto. Il 9 ottobre il Tar aveva rigettato la richiesta di sospensiva presentata dalle associazioni mentre il 14 ottobre il Consiglio di Stato aveva accolto il ricorso cautelare urgente, fissando l’udienza per il 7 novembre. Da qui la decisione di sospendere il provvedimento adottato dalla giunta regionale e rinviare gli atti al Tar per la pronuncia nel merito.