PERDONANZA
Chiusa la Porta Santa, termina il giubileo aquilano
Spento il braciere della pace, il corteo di figuranti e gruppi storici segna il rientro della Bolla di Celestino V. Le manifestazioni si concludono con il concerto di Morandi
L'AQUILA. Con la chiusura della Porta Santa si conclude oggi la 729esima Perdonanza celestiniana. Spento il braciere della Pace, il corteo di figuranti e gruppi storici segna il rientro della Bolla di Celestino V. Le manifestazioni terminano però con il concerto di domani sera di Gianni Morandi.
La giornata di oggi ha visto il saluto da parte del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, e della Dama della Bolla, Viola Graziosi, da Palazzo Margherita, sede municipale sino al terremoto del 6 aprile 2009, alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni, del Giovin Signore e della Dama della Croce - Carlo Palermo e Valentina Gulizia - e di tutti i partecipanti al rientro della Bolla.
Come da tradizione, la Perdonanza si è conclusa con la chiusura della Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio ad opera dell’arcivescovo dell’Aquila, cardinale Giuseppe Petrocchi, e del primo cittadino che, salito sulla torre della Basilica per spegnere il braciere della pace, acceso lo scorso 23 agosto con il Fuoco del Morrone, ha dichiarato chiuse le celebrazioni del giubileo aquilano.
“Forti del portato, per certi versi incomparabile della nostra storia cittadina", ha detto Biondi, "in questi anni ci siamo impegnati per fare dell’Aquila un modello di affrancamento dalla marginalità, male oscuro delle aree interne, mettendo a sistema la natura, l’architettura, la cultura, l’enogastronomia, trasformando le fragilità in opportunità di crescita. Abbiamo dimostrato che il racconto delle zone di montagna può essere cambiato. L’Aquila è ora una meta stimolante, dove la bellezza è tornata visibile grazie ad un processo di emersione e di riuso/rinascita. La cultura è stata l’intuizione vincente. Il concerto dei Negramaro è stato il capolavoro della 729° Perdonanza celestiniana, perché è stato un concerto-preghiera, un evento-nemesi, un percorso di riconciliazione con il destino e di accoglimento della rifioritura”.
“La vera devozione a Celestino V sta nel seguire la sua dottrina e il suo esempio", ha detto il cardinale Giuseppe Petrocchi, "infatti “venerare” fa sempre rima con “imitare”. La “lezione” di Pietro da Morrone resta attuale, perché animata dallo Spirito di Verità e di Comunione. Chiediamo perciò la grazia di “celestinizzare”, sempre di più, la Perdonanza come anche la nostra vita, trasformandole, con crescente coerenza, in luminoso riflesso, dentro la storia, del “come in cielo così in terra”"