Confindustria: «Ditte edili in crisi, serve una svolta»
Rainaldi: «In sofferenza soprattutto i subappaltatori, anello debole della catena» Oggi confronto sul tema dello sviluppo con i sette candidati a sindaco
L’AQUILA. Nel più grande cantiere d’Europa, le ditte edili locali sono in piena crisi. Ben il 60-70 per cento è in difficoltà per mancanza di liquidità o di un portafoglio ordini adeguato. Una sofferenza che abbraccia anche l’indotto, subappaltatori dei lavori della ricostruzione e fornitori.
Un dato preoccupante, quello fornito da Ezio Rainaldi, delegato alla ricostruzione di Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno, che sottolinea «la mancanza di lavoro, persino nel settore di riferimento in un territorio devastato dal sisma: l’edilizia».
«Le imprese aquilane, soprattutto di medio- piccole dimensioni, che rappresentano il 30 per cento del tessuto economico locale», spiega Rainaldi, «versano in grandissime difficoltà. Per lo più ditte edili, che soffrono da una parte la mancanza di lavoro, dall’altra un rapporto stridente con gli istituti bancari. Il numero delle aziende in difficoltà è altissimo, tra il 60 e il 70 per cento del totale».
A pesare sono anche le lungaggini dei processi di ricostruzione. «Tutta la filiera», sottolinea Rainaldi, «dalla preparazione e presentazione dei progetti, con il carico eccessivo di lavori presi dai professionisti, all’approvazione degli stessi da parte degli Uffici speciali della ricostruzione e del Genio civile, ancora carenti di personale, ha ritmi elefantiaci, che producono un enorme rallentamento rispetto alle capacità produttive e di mercato delle imprese. Molte ditte sono sottoposte a esposizioni bancarie che non riescono a sanare, anche a causa della discontinuità dei flussi economici. Tutte sovrapposizioni che generano un rallentamento della macchina della ricostruzione, a danno delle imprese. E a pagare il prezzo più alto sono, spesso, appaltatori e subappaltatori, l’anello debole della catena. L’occupazione e il sostegno alla piccola e media imprenditoria rappresentano la prima emergenza da affrontare sul territorio per dare respiro alle aziende locali, che devono sentirsi affiancate concretamente dalle istituzioni. Solo così il territorio potrà beneficiare degli effetti positivi della ricostruzione post-sisma». Rainaldi propone «un progetto comune, che metta al centro occupazione, lavoro, sviluppo e che faciliti l’accesso al credito».
CONFRONTO COI CANDIDATI. Questa mattina, alle 10, nella sede di Confindustria, si terrà un incontro-dibattito con i candidati a sindaco alle prossime amministrative. Il confronto verterà sulle politiche economiche e industriali del territorio, nonché sugli strumenti di investimento e i finanziamenti a disposizione delle aziende.(red.aq.)
Un dato preoccupante, quello fornito da Ezio Rainaldi, delegato alla ricostruzione di Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno, che sottolinea «la mancanza di lavoro, persino nel settore di riferimento in un territorio devastato dal sisma: l’edilizia».
«Le imprese aquilane, soprattutto di medio- piccole dimensioni, che rappresentano il 30 per cento del tessuto economico locale», spiega Rainaldi, «versano in grandissime difficoltà. Per lo più ditte edili, che soffrono da una parte la mancanza di lavoro, dall’altra un rapporto stridente con gli istituti bancari. Il numero delle aziende in difficoltà è altissimo, tra il 60 e il 70 per cento del totale».
A pesare sono anche le lungaggini dei processi di ricostruzione. «Tutta la filiera», sottolinea Rainaldi, «dalla preparazione e presentazione dei progetti, con il carico eccessivo di lavori presi dai professionisti, all’approvazione degli stessi da parte degli Uffici speciali della ricostruzione e del Genio civile, ancora carenti di personale, ha ritmi elefantiaci, che producono un enorme rallentamento rispetto alle capacità produttive e di mercato delle imprese. Molte ditte sono sottoposte a esposizioni bancarie che non riescono a sanare, anche a causa della discontinuità dei flussi economici. Tutte sovrapposizioni che generano un rallentamento della macchina della ricostruzione, a danno delle imprese. E a pagare il prezzo più alto sono, spesso, appaltatori e subappaltatori, l’anello debole della catena. L’occupazione e il sostegno alla piccola e media imprenditoria rappresentano la prima emergenza da affrontare sul territorio per dare respiro alle aziende locali, che devono sentirsi affiancate concretamente dalle istituzioni. Solo così il territorio potrà beneficiare degli effetti positivi della ricostruzione post-sisma». Rainaldi propone «un progetto comune, che metta al centro occupazione, lavoro, sviluppo e che faciliti l’accesso al credito».
CONFRONTO COI CANDIDATI. Questa mattina, alle 10, nella sede di Confindustria, si terrà un incontro-dibattito con i candidati a sindaco alle prossime amministrative. Il confronto verterà sulle politiche economiche e industriali del territorio, nonché sugli strumenti di investimento e i finanziamenti a disposizione delle aziende.(red.aq.)