Consiglio, Paciotti candidato presidente
L'esponente Udc sostenuto dalla Cdl. C'è l'accordo anche sulla giunta
AVEZZANO. Francesco Paciotti, dell'Udc, è il candidato della Casa delle libertà alla presidenza del consiglio comunale. L'ufficializzazione è arrivata dopo che per l'intero pomeriggio era corsa voce che il candidato fosse Corrado Tiburzi, anche lui dell'Udc. Un piccolo giallo. Sul nome di Paciotti il centrodestra sembra compatto. Pertanto la sua elezione nell'assise, fissata per mercoledì, appare scontata. Un accordo nella Cdl è stato raggiunto anche sulla giunta.
La proposta del sindaco Floris sulla composizione del nuovo esecutivo, se pure qualche mal di pancia, alla fine è passata. La proposta prevede: quattro assessori a Forza Italia, di cui uno con la delega di vice sindaco.
Carica che quasi certamente verrà ricoperta da Iride Cosimati la più votata tra gli azzurri. Ad An, Udc e Liberal andrebbero un consigliere ciascuno. L'assessore che Floris aveva riservato a sé verrebbe dato alla Dc per le autonomie. L'avvertimento lanciato dal partito di Rotondi alla coalizione dunque ha colto nel segno. «L'assessorato», hanno puntato i piedi i dirigenti della DcA, «lo vogliamo subito, senza aspettare l'ampliamento della giunta».
Caso contrario, anche se non lo hanno detto esplicitamente, sarebbero usciti dalla coalizione. E così per tenere buoni Massimo Verrecchia ed Eleuterio Simonelli, il sindaco si è privato del “suo” assessore. A questo punto è insorta la lista «Partecipazione e sviluppo» che ha gli stessi requisiti della DcA per aspirare a un assessorato. «Non è giusto che si tagli fuori solo noi», sarebbe stato il commento dei promotori della lista. Da qui l'appello a Forza Italia e dimostrarsi «generosa», cedendo uno dei quattro assessori a «Partecipazione e sviluppo». In attesa dell'allargamento della giunta. Allora Forza Italia potrebbe recuperare l'assessorato ceduto all'alleato, il quale ovviamente nei confronti del partito di Berlusconi avrebbe un debito di riconoscenza. Debito che Verrecchia e compagni nei confronti degli azzurri non hanno voluto avere.
Per quanto riguarda la presidenza del consiglio, una nota, diffusa in serata dall'Udc, fa sapere che «il gruppo consiliare, d'intesa con il partito e alla presenza di Antonio Menna, segretario del partito, e del leader regionale, onorevole Rodolfo De Laurentiis, preso atto della indisponibilità del precedente presidente del consiglio Luigi Sigismondi, ha stabilito all'unanimità la candidatura di Francesco Paciotti a presidente del consiglio».
I vertici di partito di Casini, però, riguardo a Sigismondi, nei cui confronti c'è stato il veto di Forza Italia alla presidenza del consiglio, ricordano «la bontà della sua azione politica» e sottolineano che «la sua figura sarà tenuta presente per impegni futuri sia amministrativi sia politici».
La proposta del sindaco Floris sulla composizione del nuovo esecutivo, se pure qualche mal di pancia, alla fine è passata. La proposta prevede: quattro assessori a Forza Italia, di cui uno con la delega di vice sindaco.
Carica che quasi certamente verrà ricoperta da Iride Cosimati la più votata tra gli azzurri. Ad An, Udc e Liberal andrebbero un consigliere ciascuno. L'assessore che Floris aveva riservato a sé verrebbe dato alla Dc per le autonomie. L'avvertimento lanciato dal partito di Rotondi alla coalizione dunque ha colto nel segno. «L'assessorato», hanno puntato i piedi i dirigenti della DcA, «lo vogliamo subito, senza aspettare l'ampliamento della giunta».
Caso contrario, anche se non lo hanno detto esplicitamente, sarebbero usciti dalla coalizione. E così per tenere buoni Massimo Verrecchia ed Eleuterio Simonelli, il sindaco si è privato del “suo” assessore. A questo punto è insorta la lista «Partecipazione e sviluppo» che ha gli stessi requisiti della DcA per aspirare a un assessorato. «Non è giusto che si tagli fuori solo noi», sarebbe stato il commento dei promotori della lista. Da qui l'appello a Forza Italia e dimostrarsi «generosa», cedendo uno dei quattro assessori a «Partecipazione e sviluppo». In attesa dell'allargamento della giunta. Allora Forza Italia potrebbe recuperare l'assessorato ceduto all'alleato, il quale ovviamente nei confronti del partito di Berlusconi avrebbe un debito di riconoscenza. Debito che Verrecchia e compagni nei confronti degli azzurri non hanno voluto avere.
Per quanto riguarda la presidenza del consiglio, una nota, diffusa in serata dall'Udc, fa sapere che «il gruppo consiliare, d'intesa con il partito e alla presenza di Antonio Menna, segretario del partito, e del leader regionale, onorevole Rodolfo De Laurentiis, preso atto della indisponibilità del precedente presidente del consiglio Luigi Sigismondi, ha stabilito all'unanimità la candidatura di Francesco Paciotti a presidente del consiglio».
I vertici di partito di Casini, però, riguardo a Sigismondi, nei cui confronti c'è stato il veto di Forza Italia alla presidenza del consiglio, ricordano «la bontà della sua azione politica» e sottolineano che «la sua figura sarà tenuta presente per impegni futuri sia amministrativi sia politici».