Contrasto alla povertà: il dramma Progetto Case
Riunione straordinaria a Palazzo Margherita tra consiglieri e operatori sociali «L’emergenza umanitaria rischia di scadere in emergenza sociale nelle new town»
L’AQUILA. «Io sono spaventata da un fenomeno: quello del lavoro che non c’è. Perché la maggior parte delle famiglie che sono arrivate all’Aquila dal terremoto in poi vivono nel Progetto Case, ed è gente priva di risorse con quattro o cinque figli a carico, in cui i rispettivi capifamiglia non lavorano. È sotto gli occhi di tutti, infatti, che alcune zone di questi posti siano già invivibili per delinquenza e spaccio. Ma il fenomeno tra non molto scoppierà in tutta la sua evidenza». L’allarme lo ha lanciato Liliana Di Iorio, presidente del Gruppo volontariato vincenziano, da anni impegnato nel contrasto alla povertà morale e materiale. E lo ha fatto nel bel mezzo della terza commissione straordinaria sulla povertà nel territorio del capoluogo, andata in scena ieri a Palazzo Margherita alla presenza di consiglieri comunali e rappresentanti di diverse associazioni. Di Iorio è infatti andata ben oltre quella che è un’emergenza umanitaria condivisibile con tante altre aree del Paese. Ma che, data la particolare situazione socio-economica dettata dagli squilibri post-sisma, all’Aquila assume i caratteri di una vera e propria bomba sociale, pronta a esplodere. Specie se un giorno si dovesse arrivare a dismettere quelle che un quindicennio fa erano trionfalmente celebrate come le cosiddette “casette di Berlusconi”, nate come soluzioni abitative senza precedenti, oggi invece ridotte a luoghi principe di marginalità.
Situazione emergenziale, oltre che umanitaria, di fronte alla quale rischiano così di impallidire gli stessi sforzi profusi dal Comune, con il segretario Lucio Luzzetti che ha parlato di qualcosa come 23 milioni usciti dalle casse comunali e destinati al contrasto alla povertà solo negli ultimi 7 anni. E l’assessore alle Politiche sociali, Manuela Tursini, che dal canto suo ha parlato dei tanti strumenti messi in campo a sostegno della genitorialità (carta dedicata a te, carta acquisti, buoni spesa, diversi servizi contro la povertà educativa, fino alla possibilità di frequentare i centri estivi a titolo gratuito laddove invece costerebbero fino a 90 euro al giorno). Ma l’allarme lo rilancia, poco dopo, il coordinatore di Punto Luce, Domenico Capanna. «La mia è una considerazione alla Cassandra. Considerando, infatti, che i Progetti Case sono occupati, a oggi, da persone che non stanno attendendo la ricostruzione della propria abitazione, se quelle case verranno prima o poi dismesse e non interveniamo subito prevenendo il problema, tra dieci anni in questa città accadrà un grande dramma».
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