Il consigliere Tinari: «La gente è stufa di subire reati commessi da stranieri irregolari»

Coppito, si torna a parlare di ronde dopo la rappresaglia al commerciante

Coppito, si torna a parlare di ronde dopo la rappresaglia al commerciante

L’AQUILA. Le raffiche di furti e il timore di episodi ancora più gravi, quale la rappresaglia ai danni del commerciante Oliviero De Michele, indagato per avere sparato verso alcuni romeni che gli avevano rubato l’auto, (ha subìto un atto vandalico nel palazzo dove vive) hanno indotto la popolazione di Coppito a una reazione.

«La gente pensando», dice il consigliere comunale Roberto Tinari, residente nella frazione «di organizzare delle ronde ripristinando una iniziativa che fu avviata subito dopo il terremoto al fine di bloccare sul nascere il fenomeno dello sciacallaggio».

«Nessuno vuole fare una guerra contro gli stranieri», spiega Tinari, «e noi facciamo il possibile per farli integrare quando si tratta di gente seria ma, purtroppo, la situazione rischia di degenerare. L’impressione che abbiamo è che qui venga a rubare e a creare problemi gente da fuori città. Ecco perchè la gente sembra intenzionata a ricorrere anche a queste iniziative nei limiti della legalità, che si aggiungono al lavoro di controllo che fanno le forze dell’ordine».
Nei prossimi giorni ci potrebbe essere un incontro in paese per decidere il da farsi.

Intanto proseguono le indagini della polizia per cercare di individuare il responsabile del danneggiamento della porta di una parrucchieria il cui locale è di De Michele e si trova nello stasso stabile dove il commerciante è ai domiciliari da un paio di giorni. Non si tratta di indagini molto facili visto che non ci sono testimonianze significative e nella zona non ci sono telecamere. De Michele nel corso dell’interrogatorio si è dichiarato innocente rispetto alla accusa di tentato omicidio. «Ho sparato ma non volevo colpire nessuno» ha detto. Ma ieri i suoi avvocati hanno ritenuto inopportuna e prematura una sua dichiarazione al riguardo. Fermo restando che l’episodio ha destato apprensione tra i suoi vicini e i familiari.