D’Ercole: rimpiangerò l’affetto della gente
L’Ausiliare potrebbe lasciare entro pochi mesi: la rinascita non prescinde dallo sviluppo economico
ROMA. «Non so quanto altro ancora resterò all'Aquila. Certo non sarà un periodo lunghissimo: andrò via portando nel cuore l'affetto di tanti fedeli». Sulla strada per la Casa “Tra noi”, la residenza a due passi dal Vaticano che lo ospita quando è a Roma, monsignor Giovanni D'Ercole è entusiasta della decisione del nuovo arcivescovo di coinvolgerlo nella benedizione ai fedeli della diocesi aquilana, raccolti a Santa Monica. In questi anni di servizio in Abruzzo, D'Ercole ha dovuto comunque affrontare una certa diffidenza iniziale. «A volte si ha paura del nuovo», spiega. «Mi auguro invece che le giovani generazioni di questa città riescano a captare ogni apporto che arriva da fuori. In questo», sottolinea il vescovo, «il sisma può costituire un'occasione di riscatto per una terra che, giorno dopo giorno, fa i conti con profonde difficoltà sociali ed economiche, tra imprese che chiudono e famiglie che emigrano. Si pensi, ad esempio, a quello che è successo con l’addio del 33esimo reggimento Acqui». Per D'Ercole, comunque, «non si può concepire la ricostruzione senza sviluppo economico e per fare questo bisogna tutti lavorare insieme per creare le condizioni per nuovi insediamenti produttivi».
Il vicario generale ci tiene a sottolineare che con monsignor Giuseppe Molinari, arcivescovo uscente e amministratore apostolico, non ci sono mai stati contrasti. Accompagnato da don Alessandro Benzi, monsignor Molinari è passato in auto senza fermarsi davanti alla chiesa di Santa Monica, lasciando delusi i fedeli che volevano salutarlo. ©RIPRODUZIONE RISERVATA