«Da Angelini soldi e regali a Cicchitto e al Pdl»
L’Espresso rilancia le accuse della ex moglie di Aracu su presunte tangenti legate alla sanità.
PESCARA. Il capogruppo dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto, sarebbe indagato per le dichiarazioni rese ai magistrati da Maria Maurizio, ex moglie del parlamentare pescarese del Pdl Sabatino Aracu. La notizia, riferita nei giorni scorsi da il Centro in un articolo sulle indagini della procura di Pescara sul parlamentare Pdl, è apparsa ieri sul sito Internet del settimanale L’Espresso. Una anticipazione di quanto il settimanale oggi in edicola riporta in articolo a firma del giornalista Primo Di Nicola. L’inchiesta ruota attorno alle rivelazioni della ex moglie di Aracu, la signora Maria Maurizio. «La Maurizio», scrive L’Espresso «ha spiegato che Aracu avrebbe richiesto e ottenuto dalle case di cura private somme che di “solito si aggiravano intorno a un milione di euro per ciascuna clinica”. Secondo l’ex moglie queste tangenti, al pari di molte altre, Aracu era poi “solito dividerle con l’onorevole Fabrizio Cicchitto di Forza Italia.
Quest’ultimo era ed è il padrino politico dell’onorevole Aracu». «Al termine di una complicata e dolorosa rottura matrimoniale», prosegue l’articolo, «l’ex signora Aracu ha scritto un infuocato memoriale al procuratore di Pescara Nicola Trifuoggi. C’è di tutto. Accusa il marito di avere corrotto funzionari pubblici per mettere a segno i suoi affari privati. Lo chiama in causa per avere preteso tangenti dai baroni della sanità privata regionale, a cominciare da quel Vincenzo Angelini(nella foto piccola) titolare della clinica Villa Pini che lo scorso anno ha provocato con le sue rivelazioni l’arresto dell’ex governatore Ottaviano Del Turco». Nelle rivelazioni si indica una compravendita dei posti in Parlamento: «la donna», prosegue l’articolo, «parla di somme a cinque zeri intascate per inserire candidati nelle liste forziste al Senato.
Come nel caso di Filippo Piccone, eletto nel 2006 a palazzo Madama e diventato primo coordinatore del Pdl in Abruzzo, che secondo la Maurizio avrebbe consegnato ad Aracu 600 mila euro». La signora Maria Maurizio poi chiama in causa «il dottor Conca manager della Asl di Chieti» che sostiene si recava nell’abitazione di Aracu a Pescara per, «consegnare a mio marito somme di denaro in contanti che variavano da 100 mila a 200 mila euro». «Non solo il denaro, ma anche gioielli e orologi di marca Rolex» che sabbero andati pure «a ciascuna delle mogli di uomini politici con i quali l’Angelini stesso si relazionava». Secondo il memoriale in mano ai magistrati di Pescara, a beneficiare dei regali sarebbero state le consorti di ex esponenti della giunta regionale sia di centrodestra che di centrosinistra.
Ieri sera dopo le anticipazioni e un diluvio di reazioni solidali con Aracu, è intervenuto lo stesso parlamentare Pdl. «La pubblicazione di un documento del quale sono riportate denunce contro di me mi indigna per il contenuto, che all’onere della prova si rivelerà destituito di ogni fondamento», sottolinea Sabatino Aracu, «e mi addolora perché consegna alla pubblica opinione le dichiarazioni rese da una donna con la quale ho condiviso una parte del percorso di vita, che madre di una mia figlia e che, da anni ormai, da quando ci siamo separati, ha come unico obbiettivo, peraltro dichiarato in più circostanze, quello di rovinare con qualsiasi mezzo la mia reputazione. Le accuse riportate nel documento pubblicato sul sito Internet dell’Espresso sono da tempo al vaglio degli inquirenti e tutta la mia vita è stata rovistata, perquisita, controllata, messa sotto una gigantesca lente d’ingrandimento per scrutarne ogni ago. Ad oggi niente di quanto denunciato dalla mia ex moglie ha trovato conferma».
Quest’ultimo era ed è il padrino politico dell’onorevole Aracu». «Al termine di una complicata e dolorosa rottura matrimoniale», prosegue l’articolo, «l’ex signora Aracu ha scritto un infuocato memoriale al procuratore di Pescara Nicola Trifuoggi. C’è di tutto. Accusa il marito di avere corrotto funzionari pubblici per mettere a segno i suoi affari privati. Lo chiama in causa per avere preteso tangenti dai baroni della sanità privata regionale, a cominciare da quel Vincenzo Angelini(nella foto piccola) titolare della clinica Villa Pini che lo scorso anno ha provocato con le sue rivelazioni l’arresto dell’ex governatore Ottaviano Del Turco». Nelle rivelazioni si indica una compravendita dei posti in Parlamento: «la donna», prosegue l’articolo, «parla di somme a cinque zeri intascate per inserire candidati nelle liste forziste al Senato.
Come nel caso di Filippo Piccone, eletto nel 2006 a palazzo Madama e diventato primo coordinatore del Pdl in Abruzzo, che secondo la Maurizio avrebbe consegnato ad Aracu 600 mila euro». La signora Maria Maurizio poi chiama in causa «il dottor Conca manager della Asl di Chieti» che sostiene si recava nell’abitazione di Aracu a Pescara per, «consegnare a mio marito somme di denaro in contanti che variavano da 100 mila a 200 mila euro». «Non solo il denaro, ma anche gioielli e orologi di marca Rolex» che sabbero andati pure «a ciascuna delle mogli di uomini politici con i quali l’Angelini stesso si relazionava». Secondo il memoriale in mano ai magistrati di Pescara, a beneficiare dei regali sarebbero state le consorti di ex esponenti della giunta regionale sia di centrodestra che di centrosinistra.
Ieri sera dopo le anticipazioni e un diluvio di reazioni solidali con Aracu, è intervenuto lo stesso parlamentare Pdl. «La pubblicazione di un documento del quale sono riportate denunce contro di me mi indigna per il contenuto, che all’onere della prova si rivelerà destituito di ogni fondamento», sottolinea Sabatino Aracu, «e mi addolora perché consegna alla pubblica opinione le dichiarazioni rese da una donna con la quale ho condiviso una parte del percorso di vita, che madre di una mia figlia e che, da anni ormai, da quando ci siamo separati, ha come unico obbiettivo, peraltro dichiarato in più circostanze, quello di rovinare con qualsiasi mezzo la mia reputazione. Le accuse riportate nel documento pubblicato sul sito Internet dell’Espresso sono da tempo al vaglio degli inquirenti e tutta la mia vita è stata rovistata, perquisita, controllata, messa sotto una gigantesca lente d’ingrandimento per scrutarne ogni ago. Ad oggi niente di quanto denunciato dalla mia ex moglie ha trovato conferma».