Dall’Africa con la febbre: è malaria, non ebola ma è psicosi in ospedale a Sulmona
Un volontario fa scattare il protocollo d’emergenza per alcune ore. Poi il trasferimento all'Aquila e la conferma: nessun pericolo
SULMONA. Pomeriggio movimentato al pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona. Poco dopo le 16 è scattato il protocollo di emergenza per un sospetto caso di ebola. Un allarme risultato poi infondato, ma che ha scatenato, per qualche ora, la psicosi nella struttura sanitaria e in città dove la notizia si è diffusa con rapidità. La vicenda si è ridimensionata. Il paziente sospetto, arrivato con la febbre dall'Africa, non è malato di ebola ma bensì di malaria.
Protagonista un volontario di Sulmona che lavora per una organizzazione umanitaria in Sudan, dove ha trascorso gli ultimi mesi. L’uomo, nei giorni scorsi, è tornato in città dal Paese africano per trascorrere le festività natalizie ma, dopo il viaggio, ha incominciato ad accusare qualche linea di febbre. All’inizio non si è preoccupato ma con il trascorrere dei giorni la febbre non è scomparsa e così, ieri pomeriggio, il volontario ha deciso di chiamare il 118. L’ambulanza lo ha trasportato al Santissima Annunziata dove è stato attivato il protocollo di emergenza previsto nei casi sospetti di Ebola, il virus che sta mietendo vittime in alcuni Paesi dell’Africa. Il personale medico e paramedico in servizio ha indossato tute e maschere protettive e l’uomo è stato portato in un ambiente neutro della struttura sanitaria. Sono intervenuti anche i carabinieri, allertati dai medici e, in città è arrivato il manager della Asl, Giancarlo Silveri, per monitorare la situazione.
Il paziente è stato quindi sottoposto a visite accurate e anche a un questionario previsto in questi casi. I medici hanno voluto sapere i sintomi, le abitudini del volontario e il Paese africano da dove proveniva.
«Il sospetto di ebola», ha dichiarato da subito la Asl in una nota, «va escluso poiché l’uomo non proviene da uno dei Paesi in cui si è manifestato il virus, ha febbre con valori di entità inferiori a quelli dei parametri della malattia e non è stato a contatto con persone a rischio. Il paziente da Sulmona verrà trasferito nel reparto malattie infettive dell’ospedale dell’Aquila per essere sottoposto ai controlli necessari per debellare la febbre le cui caratteristiche, va ripetuto, non presentano alcun richiamo a ebola. In ogni caso all’ospedale di Sulmona l’uomo è stato trattato con la scrupolosa adozione di tutte le procedure stabilite per casi sospetti».
E all'Aquila, nel reparto diretto dal dottor Alessandro Grimaldi, è arrivata la conferma: nessun caso di ebola ma malaria. «Il paziente - dichiara il medico - è affetto da una forma di malaria che si manifesta sostanzialmente con febbre alta e alterazione di emocromo. Le sue condizioni rispetto a ieri sono lievemente migliorate e viene trattato con farmaci specifici ai quali risponde positivamente. Proseguiremo il trattamento nel reparto e monitoreremo il suo stato nei prossimi giorni. La forma di malaria da cui è affetto il paziente - aggiunge Grimaldi - è una malattia tipica di alcune aree dell’Asia e dell’area subsahariana e non si trasmette da persona a persona ma solo tramite zanzare».
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