Dimezzato il numero delle bancarelle

2 Aprile 2016

Le postazioni fisse al mercato passate da 160 a 90, gli ambulanti sollecitano misure di sostegno

SULMONA. Scendono a 90 i titolari di postazione fissa al mercato cittadino a fronte dei 160 del passato. Nei giorni di maltempo, poi, i banchi sono poco più di una cinquantina, meno di un terzo rispetto agli anni scorsi, quando passare fra una bancarella e l’altra era piuttosto difficoltoso e la piazza, sia sul plateatico che lungo l’anello, era piena di merci, colori, profumi e rumori. La crisi colpisce anche la tradizionale spesa fatta di prodotti alimentari locali e di abbigliamento e di cose per la casa a prezzi competitivi, che da sempre sono state richiamo per tutto il Centro Abruzzo fino alla Val Pescara. Negli ultimi tempi, invece, il mercato del mercoledì (soprattutto) e quello del sabato mattina sono sempre meno affollati, con i posti lasciati liberi (circa 70) che sono ormai più di quelli occupati. Un calo quasi fisiologico nei mesi di gennaio e febbraio per i saldi nei negozi e il clima freddo, che però si protrae ormai fino ad aprile. Lo sanno bene le associazioni di categoria che nei mesi scorsi avevano promosso una serie di incontri con l’amministrazione comunale per arrivare a un nuovo regolamento che rendesse il commercio ambulante più competitivo e solido. Fra le proposte lanciate spiccano la lotta all’abusivismo, la spinta sui prodotti a chilometro zero e la connessione wireless. È rimasta però nel cassetto la rivoluzione 2.0 del mercato cittadino, avallata dalla maggioranza degli addetti ai lavori, fra cui ambulanti storici come Tonino Caputo, Vincenzo Amicarella, Paolo Masciosci, Fabrizio Scuderi, Antonio Lombardi, Antonio Angelone, Mario Pizzola, Antonio Vitali, Sabino Presutti e Gianluca Bighencomer. Quest’anno a preoccuparli ci si mette pure l’aumento del numero di giorni in cui la Giostra cavalleresca occuperà la piazza, costringendo al trasloco forzato le bancarelle. Da mesi gli ambulanti chiedono che si deliberi il trasferimento lungo viale Papa Giovanni XXIII e ponte Capograssi, ma l’assenza dell’amministrazione comunale ha paralizzato ogni cosa. Da qui l’annuncio di scioperi e occupazione della piazza nel caso non vengano ascoltate le loro richieste. In attesa che la giunta che verrà fuori dal responso delle urne tenti di risolvere in extremis una situazione incandescente, il mercato continua a perdere pezzi e attrattiva.

Il mercato vanta ben 702 anni di storia. Solo in epoca moderna, precisamente il 15 ottobre del 1875, venne istituito anche il secondo giorno di vendita al pubblico del mercoledì, assieme al sabato. Da sempre, dunque, il mercato ha rappresentato il cuore pulsante della città e il motore del commercio e dell’economia locale.

Federica Pantano

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