federico d’agostino
«Disservizi e paura dirottano su Roma»
L’AQUILA. «Resterò per qualche tempo, fino alla conclusione del percorso di studi triennale. Poi cambierò città: sono orientato verso un Ateneo il cui titolo sia più facilmente spendibile a livello...
L’AQUILA. «Resterò per qualche tempo, fino alla conclusione del percorso di studi triennale. Poi cambierò città: sono orientato verso un Ateneo il cui titolo sia più facilmente spendibile a livello lavorativo». Federico D’Agostino, 23 anni, studente di Ingegneria industriale, ha le idee chiare. «Purtroppo negli ultimi anni la qualità dell’Ateneo è scesa, come anche la possibilità che offre di accedere al mondo del lavoro», spiega. «I servizi sono insufficienti, in molti casi. Il terremoto sulla mia decisione pesa, ma non eccessivamente. Per fortuna nel 2009 non abitavo qui. Gli eventi sismici degli ultimi giorni mi hanno spaventato, ma non troppo. Dopo il 18 gennaio sono rimasto ancora due giorni all’Aquila. Sono andato ad Avezzano, la mia città, per il week end. All’inizio della settimana comunque ho deciso di tornare nel capoluogo. Certo, i miei genitori sono molto preoccupati. Hanno paura che possa ripetersi quello che è accaduto otto anni fa, ma ritengo che a essere più spaventati di tutti siano gli aquilani».
In ogni caso, secondo Federico, la chiusura dell’Ateneo fino a domani ha creato non pochi disagi. «Mi rendo conto che per gli studenti del Teramano i problemi sono stati numerosi, soprattutto a causa della neve», spiega. «Il blocco delle attività didattiche però è stato un disagio per tutti: anche la decisione di lasciare agli insegnanti la scelta se spostare o meno gli appelli e le attività ha creato non pochi problemi. Ci sono stati numerosi fraintendimenti. Avremmo preferito uno slittamento di una settimana. Questi disservizi pesano molto sulla decisione di frequentare o meno all’Aquila. Spesso, infatti, i ragazzi di altre regioni preferiscono Roma, proprio per il maggior numero di servizi. La paura del sisma fa il resto». (m.c.)
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