Due voci abruzzesi per i Grandi
Carmela Remigio e Monica Bacelli mercoledì in concerto all’Aquila.
Due voci mondiali per i grandi del mondo. Due cantanti abruzzesi, Carmela Remigio di Pescara e Monica Bacelli di Chieti, abituate a calcare i palcoscenici di tutto il pianeta saranno le star del concerto che sarà offerto ai capi di Stato mercoledì alle 21,30 all’Aquila per il G8.
Una doppia emozione, quella di cantare di fronte agli uomini più potenti del pianeta e in più nella propria terra, violentemente ferita dal terremoto del 6 aprile.
«Per me non è la prima volta, ma la precedente esibizione al G8 l’ho fatta con Luciano (Pavarotti, ndr) a San Pietroburgo e lui attirava su di sé gran parte delle attenzioni», spiega Carmela Remigio, «Ora siamo io e Monica non oserei dire le protagoniste ma le muse, come rappresentanti della musica lirica in Abruzzo». «Anche per me non è la prima volta di fronte ai potenti», le fa eco Monica Bacelli, «Non ho cantato al G8 ma in una serata a Berlino con i Philarmoniker per l’anniversario dei Trattati di Roma. C’era Prodi, c’era la Merkel, c’era Sarkozy. Posso solo dire che cantare di fronte a persone che hanno i destini dei grandi Paesi nelle loro mani mi fa sperare che la musica, la nostra musica, possa aiutarli a ispirarsi per fare il meglio possibile per la Terra. Ce n’è un gran bisogno.
Certo, c’è un’emozione in più, anche se noi non staremo con i nostri fratelli abruzzesi terremotati, staremo in una sala con personaggi vestiti benissimo. Noi porteremo dentro di noi, nei nostri cuori, l’emozione dei nostri fratelli aquilani». C’è una preparazione «particolare» nel presentarsi davanti agli otto grandi del mondo nella propria terra così colpita? «C’è un certo orgoglio a essere di questa terra e a essere italiani», riprende Carmela Remigio, «Io sono sempre stata molto orgogliosa di essere pescarese, abruzzese e italiana. Anche se sarà un concerto blindatissimo, privatissimo. Nessuno, al di fuori della ristrettissima cerchia dei politici potrà entrare all’interno della sala».
«Quello che ho fatto io», continua Monica Bacelli, «è cercare di trovare un’aria particolare. Ho scelto l’aria dalla Clemenza di Tito di Mozart, Sesto, “Parto, ma tu ben mio”, che poi è l’opera che ho interpretato con Carmela lo scorso anno a Torino». «Io invece interpreto l’aria di Mimì dalla Boheme, “Sì, mi chiamano Mimì”», sottolinea Remigio. Il concerto per il G8 si inserisce in un periodo di grandi impegno per entrambe. «Sì, io sono contestualmente impegnata con le prove del Don Giovanni di Mozart allo Sferisterio di Macerata», risponde Carmela Remigio. «Io sono appena tornata da La Coruña, in Spagna, dove ho interpretato il Werther di Massenet», dice Monica Bacelli, «per la regia di Graham Vick che è lo stesso con il quale abbiamo fatto “La clemenza di Tito” con Carmela a Torino, è un regista inglese che è un genio con la lingua italiana».
Una doppia emozione, quella di cantare di fronte agli uomini più potenti del pianeta e in più nella propria terra, violentemente ferita dal terremoto del 6 aprile.
«Per me non è la prima volta, ma la precedente esibizione al G8 l’ho fatta con Luciano (Pavarotti, ndr) a San Pietroburgo e lui attirava su di sé gran parte delle attenzioni», spiega Carmela Remigio, «Ora siamo io e Monica non oserei dire le protagoniste ma le muse, come rappresentanti della musica lirica in Abruzzo». «Anche per me non è la prima volta di fronte ai potenti», le fa eco Monica Bacelli, «Non ho cantato al G8 ma in una serata a Berlino con i Philarmoniker per l’anniversario dei Trattati di Roma. C’era Prodi, c’era la Merkel, c’era Sarkozy. Posso solo dire che cantare di fronte a persone che hanno i destini dei grandi Paesi nelle loro mani mi fa sperare che la musica, la nostra musica, possa aiutarli a ispirarsi per fare il meglio possibile per la Terra. Ce n’è un gran bisogno.
Certo, c’è un’emozione in più, anche se noi non staremo con i nostri fratelli abruzzesi terremotati, staremo in una sala con personaggi vestiti benissimo. Noi porteremo dentro di noi, nei nostri cuori, l’emozione dei nostri fratelli aquilani». C’è una preparazione «particolare» nel presentarsi davanti agli otto grandi del mondo nella propria terra così colpita? «C’è un certo orgoglio a essere di questa terra e a essere italiani», riprende Carmela Remigio, «Io sono sempre stata molto orgogliosa di essere pescarese, abruzzese e italiana. Anche se sarà un concerto blindatissimo, privatissimo. Nessuno, al di fuori della ristrettissima cerchia dei politici potrà entrare all’interno della sala».
«Quello che ho fatto io», continua Monica Bacelli, «è cercare di trovare un’aria particolare. Ho scelto l’aria dalla Clemenza di Tito di Mozart, Sesto, “Parto, ma tu ben mio”, che poi è l’opera che ho interpretato con Carmela lo scorso anno a Torino». «Io invece interpreto l’aria di Mimì dalla Boheme, “Sì, mi chiamano Mimì”», sottolinea Remigio. Il concerto per il G8 si inserisce in un periodo di grandi impegno per entrambe. «Sì, io sono contestualmente impegnata con le prove del Don Giovanni di Mozart allo Sferisterio di Macerata», risponde Carmela Remigio. «Io sono appena tornata da La Coruña, in Spagna, dove ho interpretato il Werther di Massenet», dice Monica Bacelli, «per la regia di Graham Vick che è lo stesso con il quale abbiamo fatto “La clemenza di Tito” con Carmela a Torino, è un regista inglese che è un genio con la lingua italiana».