Duplice omicidio, Kapplani potrebbe tornare in libertà
In scadenza i termini di carcerazione preventiva per l’uomo che uccise l’ex moglie e il suo compagno Il giudice ha rigettato l’istanza di rito abbreviato e ha fissato il processo in Assise per il 24 febbraio
L’AQUILA. Potrebbe tornare in libertà addirittura prima del processo l’imprenditore albanese di 49 anni Burhan Kapplani, finito in carcere dopo avere freddato a colpi di pistola l’ex moglie Orietha Boshi, dalla quale aveva avuto quattro figli, e il compagno di lei Sheptim Hana, rispettivamente di 36 e 39 anni. Un delitto, commesso a gennaio scorso, per il quale l’imputato rischia l’ergastolo. Infatti la Procura contesta allo straniero la premeditazione del doppio omicidio visto che aveva in mano una pistola senza che nulla lo giustificasse, arma di cui non aveva nemmeno la detenzione. Sta di fatto che il tempo è passato e il processo, dopo un primo rinvio per alcune nullità, non è nemmeno iniziato. Inizierà tra circa tre mesi quando l’accusato potrebbe essere libero visto che sarà passato oltre un anno dal delitto.
Comunque, dopo la regressione degli atti del processo davanti al gip, ieri il caso è tornato all’esame da parte del giudice per le indagini preliminari del tribunale, Roberto Ferrari, il quale, respingendo la richiesta di rito abbreviato chiesto dalla difesa, ha fissato di nuovo il processo in Corte di Assise per il 27 febbraio 2014. Si tratterà di un processo a porte aperte non esistendo impedimenti in tal senso. A meno che la Cassazione non accolga il ricorso per il quale si chiede che gli atti regrediscano non più davanti al gip ma che addirittura tornino alla Procura della Repubblica.
Qualora il giudice avesse accolto il ricorso finalizzato a ottenere il rito abbreviato condizionato, sarebbe stato più facile evitare il carcere a vita.
La ricostruzione del fatto è chiara e non c’è spazio per colpi di scena. Avvenne il 17 gennaio scorso, davanti al parcheggio di un supermercato a Bazzano. L’imputato, arma in pugno, aveva probabilmente pedinato le vittime. Si avvicinò a loro ed esplose due colpi contro la donna che morì subito. Il compagno di lei tentò una fuga ma anche lui fu colpito mortalmente. L’uomo, probabilmente in stato confusionale, si allontanò lentamente a piedi ma venne subito catturato.
Da allora è sempre rimasto in cella nonostante le richieste di detenzione domiciliare avanzata dai suoi avvocati che sono state sempre respinte dal giudice e dal tribunale del Riesame soprattutto a causa del pericolo di fuga nel suo Paese.
Nel corso del processo l’imputato è assistito dagli avvocati Tommaso Colella e Leonardo Casciere, mentre le parti civili sono rappresentate dagli avvocati Massimo Manieri, Gianluca Totani, Giuliana Martinelli, Francesco Valentini, Sonia Giallonardo, Antonello Bonanni. Tra le parti civili ci sono anche i quattro figli dell’accusato che avrebbero preferito non entrare nel processo ma al riguardo ha proceduto un curatore speciale.
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