È morta dopo otto mesi la donna che era stata aggredita da un pitbull
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Gravissime le lesioni dopo l’attacco, quando il cane della dirimpettaia, fuori controllo, è entrato in casa della signora, che aveva tenuto la porta aperta durante i lavori per un trasloco, e l’ha sbranata. La donna era ricoverata nell’ospedale San Salvatore dell’Aquila
L’AQUILA. Un’intera città ha sperato, e pregato, per mesi che potesse in qualche modo riprendersi. Ieri, invece, la più triste delle notizie, quando il peggio sembrava ormai alle spalle. Margherita Villante, la donna aggredita da un pitbull la scorsa estate, non ce l’ha fatta. Se n’è andata all’età di 74 anni, all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, dov’era sempre rimasta sotto stretta osservazione dei medici. Gravissime le lesioni riportate dopo quell’improvvisa aggressione, sferrata con la ferocia di una tra le razze canine più letali al mondo, qualora decidano di passare all’attacco. Così è stato in quel torrido 18 luglio 2024, con la vittima in quel momento intenta a liberare un appartamento di sua proprietà insieme alla sorella. Gli scatoloni da riempire con le ultime cose, la porta aperta per fare la spola tra l’interno e l’esterno di una villetta a schiera in via Calabria, tra Gignano e Sant’Elia. Una scena come tante, di quelle destinate a essere dimenticate in fretta per la monotonia che le caratterizzano. In alcuni casi un’incombenza da portare a termine senza perderci troppo tempo, così da poter passare ad affari più coinvolgenti. Ma non quella volta. Nessuna delle due poteva infatti immaginare che un cane fuori controllo si materializzasse senza alcun preavviso dentro casa, per poi avventarsi contro una delle due, con l’altra che ha solo il tempo di urlare, mentre l’una già lotta per la vita. Fu un attacco ineludibile per chiunque, scandito dai disperati tentativi di intervento di chi ha avuto la fortuna di non essere il bersaglio prescelto, restando tuttavia a sua volta ferita.
Quindi l’arrivo della dirimpettaia, la proprietaria dell’animale, che corre in casa a prendere un bastone e picchia forte su chi fino solo a poco prima non riceveva da lei che affetto e carezze. Poi l’incubo che finisce di botto, e i segni della carneficina. Subito soccorsa dall’arrivo di un’ambulanza, la 74enne riportò lesioni gravissime agli arti superiori, con i medici che hanno tentato l’impossibile pur di salvare il salvabile, arrendendosi poi all’amputazione di entrambe le braccia. Quindi il ricovero nel reparto di Rianimazione dell’ospedale aquilano, dove la donna ha lottato con la tempra che da sempre la contraddistingueva, nonostante i ripetuti interventi chirurgici cui è stata nei mesi sottoposta. Interventi che sembravano aver stabilizzato un quadro clinico tale da lasciar trasparire un cauto ottimismo circa la possibilità di vederla fuori da quell’ospedale, per quanto mai più la stessa. Ieri, invece, la fine di ogni speranza, con la posizione della proprietaria dell’animale che si aggrava e un’intera famiglia distrutta dal dolore di un destino atroce. La vittima era assistita dall’avvocato Donatella Boccabella. Indaga la polizia. La vittima era molto conosciuta. Aveva lavorato nelle commissioni tributarie ed era in pensione.
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