Ecco i dieci consigli a Biondi per la città ideale
Dalla rettrice Inverardi alla manager Dompé allo chef Zonfa Tutte le priorità per ricostruire il tessuto sociale e ripartire
L’AQUILA. Sono dieci personaggi, diversi e distanti tra loro, per i ruoli che ricoprono, ma che con le loro idee vogliono concorrere a dare un impulso e alcuni consigli al nuovo sindaco Pierluigi Biondi e alla giunta che sta per insediarsi.
Celso Cioni (direttore Confcommercio): «Candidare L’Aquila a “Città dei turismi”». Celso Cioni rispolvera un suo vecchio sogno nel cassetto. Ma quantomai attuale: «Dobbiamo puntare sulla vocazione turistica di un territorio che, nel raggio di 15-20 chilometri, può raccontare la storia dell’umanità e che offre una pluralità di attrazioni, dal punto di vista ambientale: montagna, parchi, spiritualità. Non ci dimentichiamo poi la vicinanza con Roma: stabilire contatti con le ambasciate della Santa Sede, per far conoscere la Perdonanza Celestiniana, e aprire nella capitale, dove passano milioni di persone, un ufficio turistico aquilano. Sono idee che possono essere realizzate, senza grandi impegni economici».
Paola Inverardi (rettore Università dell’Aquila): «Alla nuova amministrazione comunale chiederemo appoggio per proseguire nel percorso di progettazione e sistemazione dell’ex ospedale San Salvatore, dove vorremmo realizzare un grande polo bibliotecario aperto alla città, che unisca sinergicamente la biblioteca provinciale e quella universitaria. Prevediamo di ricostruire lì anche la Casa dello studente e di realizzare una grande casa ipogea, sotto piazza San Basilio, da 700-800 posti. L’idea è creare un grande polo umanistico-culturale».
Umberto Trasatti (segretario provinciale Cgil): «Il tempo non è una variabile indipendente, per un territorio come il nostro che deve rinascere».
Partendo da questa considerazione, il segretario provinciale della Cgil, Umberto Trasatti, pensa alla velocizzazione delle pratiche e delle norme sul fronte della ricostruzione: «È indubbio che a otto anni dal terremoto il processo di ricostruzione sia in ritardo, soprattutto sul fronte pubblico: palazzi istituzionali, edifici storici, scuole. E anche per concretizzare progetti attingendo ai fondi destinati alle attività produttive, occorrono tempi biblici. Domandiamoci allora, una volta completata la ricostruzione, quanti giovani avranno scelto di rimanere nella nostra città e negli altri comuni del territorio colpiti dal terremoto? Quante possibilità di lavoro riusciranno a trovare?» Sono quesiti importanti.
Nathalie Dompé (presidente Teatro Stabile Abruzzo): «Credo che il compito più difficile al mondo, in questo momento, sia amministrare una città, soprattutto L’Aquila, che esce dalla difficile stagione dell’emergenza sisma. Come Tsa avvertiamo forte la necessità di un cambio di azione per la ristrutturazione del Teatro comunale: ne abbiamo fortemente bisogno, in quanto ente privato a partecipazione pubblica. I fondi pubblici, da soli, non sono sufficienti a garantire una programmazione e continuativa: senza teatro non possiamo pensare a un business plan per pianificare l’attività. Il Comune deve aiutarci ad avere garanzia di flussi economici che facciano del Tsa un fiore all’occhiello della cultura».
Walter Capezzali (giornalista e storico): «Un Palazzo della Cultura nel cuore della città». Lo storico Walter Capezzali ha in mente da tempo una nuova destinazione, per l'edificio che ha ospitato la biblioteca provinciale («che deve assolutamente tornare nella sua sede storica») e il Liceo Classico, con la trasformazione del cortile interno in una galleria coperta. «L’Aquila è città dal clima rigido e ha bisogno di una struttura del genere, un Palazzo della Cultura a disposizione dei cittadini. Sarebbe un ulteriore contributo alla rinascita del centro storico».
Ettore Barattelli (presidente Ance): «Un piano straordinario per appaltare tutte le opere pubbliche, utilizzando gli oltre 150 milioni di euro già nelle casse del Comune e ancora non spesi, dando precedenza alle scuole. Questo ci aspettiamo dalla nuova amministrazione guidata da Biondi. Ciò presuppone il distacco di risorse umane competenti da convogliare sul settore Opere pubbliche, facendo partire tutte le gare di appalto ferme. Altra idea da supportare è il ritorno degli uffici comunali in centro storico, abbinandolo a un piano straordinario dei parcheggi tramite project financing, che dia ai costruttori la possibilità di realizzare parcheggi e gestirli».
Valeria Baccante (associazione Mamme per L’Aquila): «Ai nostri figli manca la piazza, intesa come punto cardine di aggregazione e socializzazione». Valeria Baccante spera che la nuova amministrazione voglia mantenere gli impegni presi durante la campagna elettorale. «Il sindaco Biondi ha sottoscritto il nostro programma, che disegna una città per le nuove generazioni. Chiediamo un’infanzia e un’adolescenza sicure, a partire dalle scuole: bambini e ragazzi devono stare bene, con genitori che lavorano, e necessitano di spazi per lo sport e la socializzazione, come i loro coetanei del resto d’Italia. Manca la piazza, che tutte le altre città hanno e che dovrà essere la nostra conquista».
Anna Rita Felici Verna (presidente Aptdh): «Bisogna dare uno spazio vitale alle persone con delle disabilità. Una casa famiglia protetta, una struttura adeguata all’accoglienza, con personale specializzato».
È la battaglia che sta portando avanti Anna Rita Felici Verna, presidente dell’Aptdh, l’associazione per la promozione e la tutela dei diritti dell’handicap: «In passato sono stati avanzati tanti progetti, andati dispersi. Oggi guardiamo all’essenziale: la nostra città non è in grado di offrire assistenza alle persone con patologie più gravi, che sono costrette ad andare fuori».
Antonio Rotellini (presidente Paganica Rugby): «Non si può parlare di progetto sportivo senza strutture decenti. E dico semplicemente decenti – non d’eccellenza – che possano permettere ai nostri ragazzi di togliersi dalla strada e crescere in modo sano, come solo lo sport e la scuola possono fare. Ma bisogna cambiare registro ed è quello che chiediamo a Biondi. A Paganica i soldi per ristrutturare gli spogliatoi del campo sportivo li abbiamo dovuti anticipare noi come società. Occorre sederci tutti intorno a un tavolo, tutte le realtà sportive. Ma è necessario il supporto dell’amministrazione comunale».
William Zonfa (chef stellato): «La parola d’ordine è promozione turistica. La prima da inserire nell’agenda del sindaco. Di questo ha bisogno il nostro territorio, altrimenti ogni altro elemento positivo rischia di svanire nel nulla. È il caso della ristorazione d’eccellenza: all’Aquila i ristoranti sono molti, ma è necessario spingere sui flussi turistici e renderli costanti. Questo significa promuovere le nostre peculiarità».
Celso Cioni (direttore Confcommercio): «Candidare L’Aquila a “Città dei turismi”». Celso Cioni rispolvera un suo vecchio sogno nel cassetto. Ma quantomai attuale: «Dobbiamo puntare sulla vocazione turistica di un territorio che, nel raggio di 15-20 chilometri, può raccontare la storia dell’umanità e che offre una pluralità di attrazioni, dal punto di vista ambientale: montagna, parchi, spiritualità. Non ci dimentichiamo poi la vicinanza con Roma: stabilire contatti con le ambasciate della Santa Sede, per far conoscere la Perdonanza Celestiniana, e aprire nella capitale, dove passano milioni di persone, un ufficio turistico aquilano. Sono idee che possono essere realizzate, senza grandi impegni economici».
Paola Inverardi (rettore Università dell’Aquila): «Alla nuova amministrazione comunale chiederemo appoggio per proseguire nel percorso di progettazione e sistemazione dell’ex ospedale San Salvatore, dove vorremmo realizzare un grande polo bibliotecario aperto alla città, che unisca sinergicamente la biblioteca provinciale e quella universitaria. Prevediamo di ricostruire lì anche la Casa dello studente e di realizzare una grande casa ipogea, sotto piazza San Basilio, da 700-800 posti. L’idea è creare un grande polo umanistico-culturale».
Umberto Trasatti (segretario provinciale Cgil): «Il tempo non è una variabile indipendente, per un territorio come il nostro che deve rinascere».
Partendo da questa considerazione, il segretario provinciale della Cgil, Umberto Trasatti, pensa alla velocizzazione delle pratiche e delle norme sul fronte della ricostruzione: «È indubbio che a otto anni dal terremoto il processo di ricostruzione sia in ritardo, soprattutto sul fronte pubblico: palazzi istituzionali, edifici storici, scuole. E anche per concretizzare progetti attingendo ai fondi destinati alle attività produttive, occorrono tempi biblici. Domandiamoci allora, una volta completata la ricostruzione, quanti giovani avranno scelto di rimanere nella nostra città e negli altri comuni del territorio colpiti dal terremoto? Quante possibilità di lavoro riusciranno a trovare?» Sono quesiti importanti.
Nathalie Dompé (presidente Teatro Stabile Abruzzo): «Credo che il compito più difficile al mondo, in questo momento, sia amministrare una città, soprattutto L’Aquila, che esce dalla difficile stagione dell’emergenza sisma. Come Tsa avvertiamo forte la necessità di un cambio di azione per la ristrutturazione del Teatro comunale: ne abbiamo fortemente bisogno, in quanto ente privato a partecipazione pubblica. I fondi pubblici, da soli, non sono sufficienti a garantire una programmazione e continuativa: senza teatro non possiamo pensare a un business plan per pianificare l’attività. Il Comune deve aiutarci ad avere garanzia di flussi economici che facciano del Tsa un fiore all’occhiello della cultura».
Walter Capezzali (giornalista e storico): «Un Palazzo della Cultura nel cuore della città». Lo storico Walter Capezzali ha in mente da tempo una nuova destinazione, per l'edificio che ha ospitato la biblioteca provinciale («che deve assolutamente tornare nella sua sede storica») e il Liceo Classico, con la trasformazione del cortile interno in una galleria coperta. «L’Aquila è città dal clima rigido e ha bisogno di una struttura del genere, un Palazzo della Cultura a disposizione dei cittadini. Sarebbe un ulteriore contributo alla rinascita del centro storico».
Ettore Barattelli (presidente Ance): «Un piano straordinario per appaltare tutte le opere pubbliche, utilizzando gli oltre 150 milioni di euro già nelle casse del Comune e ancora non spesi, dando precedenza alle scuole. Questo ci aspettiamo dalla nuova amministrazione guidata da Biondi. Ciò presuppone il distacco di risorse umane competenti da convogliare sul settore Opere pubbliche, facendo partire tutte le gare di appalto ferme. Altra idea da supportare è il ritorno degli uffici comunali in centro storico, abbinandolo a un piano straordinario dei parcheggi tramite project financing, che dia ai costruttori la possibilità di realizzare parcheggi e gestirli».
Valeria Baccante (associazione Mamme per L’Aquila): «Ai nostri figli manca la piazza, intesa come punto cardine di aggregazione e socializzazione». Valeria Baccante spera che la nuova amministrazione voglia mantenere gli impegni presi durante la campagna elettorale. «Il sindaco Biondi ha sottoscritto il nostro programma, che disegna una città per le nuove generazioni. Chiediamo un’infanzia e un’adolescenza sicure, a partire dalle scuole: bambini e ragazzi devono stare bene, con genitori che lavorano, e necessitano di spazi per lo sport e la socializzazione, come i loro coetanei del resto d’Italia. Manca la piazza, che tutte le altre città hanno e che dovrà essere la nostra conquista».
Anna Rita Felici Verna (presidente Aptdh): «Bisogna dare uno spazio vitale alle persone con delle disabilità. Una casa famiglia protetta, una struttura adeguata all’accoglienza, con personale specializzato».
È la battaglia che sta portando avanti Anna Rita Felici Verna, presidente dell’Aptdh, l’associazione per la promozione e la tutela dei diritti dell’handicap: «In passato sono stati avanzati tanti progetti, andati dispersi. Oggi guardiamo all’essenziale: la nostra città non è in grado di offrire assistenza alle persone con patologie più gravi, che sono costrette ad andare fuori».
Antonio Rotellini (presidente Paganica Rugby): «Non si può parlare di progetto sportivo senza strutture decenti. E dico semplicemente decenti – non d’eccellenza – che possano permettere ai nostri ragazzi di togliersi dalla strada e crescere in modo sano, come solo lo sport e la scuola possono fare. Ma bisogna cambiare registro ed è quello che chiediamo a Biondi. A Paganica i soldi per ristrutturare gli spogliatoi del campo sportivo li abbiamo dovuti anticipare noi come società. Occorre sederci tutti intorno a un tavolo, tutte le realtà sportive. Ma è necessario il supporto dell’amministrazione comunale».
William Zonfa (chef stellato): «La parola d’ordine è promozione turistica. La prima da inserire nell’agenda del sindaco. Di questo ha bisogno il nostro territorio, altrimenti ogni altro elemento positivo rischia di svanire nel nulla. È il caso della ristorazione d’eccellenza: all’Aquila i ristoranti sono molti, ma è necessario spingere sui flussi turistici e renderli costanti. Questo significa promuovere le nostre peculiarità».