Esenzioni ticket, l’Asl esce sconfitta

Battaglia del Tribunale per i diritti del malato, salgono a quattro i ricorsi vinti per esami e visite gratuite

SULMONA. Salgono a quattro i ricorsi già vinti dal Tribunale per i diritti del malato contro l’Asl in merito alle esenzioni ticket per esami e visite mediche. L’ultimo è di qualche giorno fa e riguarda il caso emblematico dei disoccupati con figli a carico, per i quali non veniva riconosciuta l’esenzione per le prestazioni sanitarie. Invece, il giudice del tribunale di Sulmona Anna Maria De Santis ha dato ragione al Tdm, condannando l’Asl al pagamento delle spese legali (circa 400 euro) e degli esami pagati per i quali è stata riconosciuta la gratuità (150 euro). «Si tratta di una norma e di una interpretazione assurda», incalza l’avvocato Catia Puglielli, «che chiediamo di rivedere a livello nazionale e regionale. I disoccupati non sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi, però, in caso di accertamento, i figli minori non vengono riconosciuti a carico, con le prestazioni sanitarie che diventano a pagamento. Noi abbiamo già sollevato dubbi di incostituzionalità sulla questione, ma siamo stufi di dover ricorrere alle vie legali». Sono migliaia gli accertamenti avviati in tutta Italia da Guardia di Finanza e Agenzia delle entrate, con lettere su contestazioni e rischio di cause penali per dichiarazioni false.

«Il ministero della Salute deve risolvere il problema a monte», aggiungono il segretario e il presidente del Tdm, Aldo Cerulli ed Edoardo Facchini, «con l’interpretazione autentica della norma». Il provvedimento, fortunatamente, non ha comportato il blocco delle tessere sanitarie, come capitava fino a poco tempo fa, grazie all’operato del Tdm. Nonostante questo, la Asl non sembra per ora intenzionata a cogliere l’invito del Tribunale per i diritti del malato a risolvere fuori dagli uffici giudiziari il caos delle circa 1700 tessere bloccate e dei 500 verbali su falso in atto pubblico spediti. Le irregolarità contestate si riferivano all’articolo 316 ter del codice penale, che impone, per indebita elargizione di prestazioni, sanzioni amministrative da un minimo di 5mila e 164 euro a un massimo di 25mila e 822 euro. Multe salatissime, che però non potranno superare il triplo della cifra dovuta all’Asl. A giugno dell’anno scorso è arrivato il primo decisivo punto a favore del Tdm nel complicato puzzle delle tessere bloccate. Il giudice ha accolto il primo ricorso d’urgenza presentato in difesa di una sulmonese di mezza età, finita nel blocco collettivo delle prestazioni sanitarie per morosità. Il provvedimento pilota è stato seguito da altre due sentenze, con conseguenze sul divieto per nuove prestazioni sanitarie in caso di debiti pregressi, contenuto nel decreto ministeriale dell’11 dicembre 2012. Da allora, almeno, le tessere non vengono più bloccate.

Federica Pantano

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