PAGANICA
Ex minatore scivola e muore a 88 anni
Vittorio Palumbo ha perso la vita cadendo vicino alla casa del fratello, nel 1956 scampò per caso all’inferno di Marcinelle
L’AQUILA. L’8 agosto del 1956 era scampato per puro caso alla tragedia della miniera di Marcinelle, in Belgio. Quel giorno aveva il turno di riposo e non era sceso a scavare carbone. Fu quindi solo testimone di una vicenda drammatica in cui persero la vita 262 persone la metà delle quali di origine italiana. Sessanta erano abruzzesi.
Sabato scorso, intorno alle 10,30 del mattino, Vittorio Palumbo, 88 anni, ha perso la vita in un incredibile incidente avvenuto nei pressi dell'abitazione del fratello Pietro, in via degli Arenali a Paganica. Per motivi che dovranno essere chiariti dall'indagine condotta dai carabinieri della stazione di Paganica e coordinata dal pubblico ministero Simonetta Ciccarelli, l'anziano (forse dopo essere inciampato) è caduto da un parapetto in cemento, ha fatto un volo di circa tre metri ed è finito su dei blocchi di cemento.
L'uomo è stato subito soccorso dai parenti ed è stato allertato il servizio 118 che con una ambulanza lo ha portato in ospedale. Purtroppo i medici non sono riusciti a salvarlo a causa dei traumi e delle profonde ferite riportate nella caduta. Vittorio Palumbo viveva a Marcinelle (Charleroi) ma tornava in Italia praticamente ogni estate a trovare i parenti di Paganica. E lo ha fatto anche dopo la morte della moglie avvenuta qualche tempo fa. L'anziano, ancora in buona salute, era partito il 26 agosto in aereo da Charleroi, giunto a Roma aveva preso l'autobus per L'Aquila dove il fratello lo era andato a prendere per portarlo a Paganica. I figli di Vittorio, Paolo e Rino, vivono entrambi in Belgio. L'uomo sarebbe tornato a Charleroi tra qualche giorno. La Procura della Repubblica ha predisposto un accertamento tecnico, cioè l'autopsia. Il pubblico ministero vuole chiarire due cose: la prima, quali sono state le esatte cause della morte. La caduta infatti potrebbe essere stata causata anche da un malore. In secondo luogo si vuole capire se il parapetto in cemento è accessibile, come ci si arriva e quali accorgimenti c'erano a garanzia della sicurezza delle persone.
Si tratta, come spesso accade in questi casi, di atti dovuti ma visto che è stato ordinato un accertamento tecnico (l'autopsia è stata affidata al dottor Giuseppe Calvisi) la Procura ha dovuto contestualmente inviare un avviso di garanzia al fratello di Vittorio Palumbo, Pietro, con l'accusa prevista dall'articolo 589 del codice penale, cioè l'omicidio colposo. Ma è bene ribadirlo, si tratta di un atto dovuto. Per il momento è stato nominato un difensore d'ufficio, che è l'avvocato Ludovica Alesii. Dopo che l'inchiesta avrà chiarito con esattezza quello che è successo, si potranno celebrare i funerali.
Con molta probabilità però la tumulazione avverrà a Charleroi (località Marcinelle) dove vivono i figli dell'uomo deceduto. La notizia ha fatto rapidamente il giro di Paganica dove l'anziano era molto conosciuto anche perché tornava praticamente ogni anno nel paese di origine.
Nei primi anni Cinquanta del secolo scorso furono molti i paganichesi che si recarono in Belgio per lavoro attratti anche dalle mirabolanti promesse di una esistenza migliore. In realtà la vita nelle miniere era durissima e pericolosissima.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Sabato scorso, intorno alle 10,30 del mattino, Vittorio Palumbo, 88 anni, ha perso la vita in un incredibile incidente avvenuto nei pressi dell'abitazione del fratello Pietro, in via degli Arenali a Paganica. Per motivi che dovranno essere chiariti dall'indagine condotta dai carabinieri della stazione di Paganica e coordinata dal pubblico ministero Simonetta Ciccarelli, l'anziano (forse dopo essere inciampato) è caduto da un parapetto in cemento, ha fatto un volo di circa tre metri ed è finito su dei blocchi di cemento.
L'uomo è stato subito soccorso dai parenti ed è stato allertato il servizio 118 che con una ambulanza lo ha portato in ospedale. Purtroppo i medici non sono riusciti a salvarlo a causa dei traumi e delle profonde ferite riportate nella caduta. Vittorio Palumbo viveva a Marcinelle (Charleroi) ma tornava in Italia praticamente ogni estate a trovare i parenti di Paganica. E lo ha fatto anche dopo la morte della moglie avvenuta qualche tempo fa. L'anziano, ancora in buona salute, era partito il 26 agosto in aereo da Charleroi, giunto a Roma aveva preso l'autobus per L'Aquila dove il fratello lo era andato a prendere per portarlo a Paganica. I figli di Vittorio, Paolo e Rino, vivono entrambi in Belgio. L'uomo sarebbe tornato a Charleroi tra qualche giorno. La Procura della Repubblica ha predisposto un accertamento tecnico, cioè l'autopsia. Il pubblico ministero vuole chiarire due cose: la prima, quali sono state le esatte cause della morte. La caduta infatti potrebbe essere stata causata anche da un malore. In secondo luogo si vuole capire se il parapetto in cemento è accessibile, come ci si arriva e quali accorgimenti c'erano a garanzia della sicurezza delle persone.
Si tratta, come spesso accade in questi casi, di atti dovuti ma visto che è stato ordinato un accertamento tecnico (l'autopsia è stata affidata al dottor Giuseppe Calvisi) la Procura ha dovuto contestualmente inviare un avviso di garanzia al fratello di Vittorio Palumbo, Pietro, con l'accusa prevista dall'articolo 589 del codice penale, cioè l'omicidio colposo. Ma è bene ribadirlo, si tratta di un atto dovuto. Per il momento è stato nominato un difensore d'ufficio, che è l'avvocato Ludovica Alesii. Dopo che l'inchiesta avrà chiarito con esattezza quello che è successo, si potranno celebrare i funerali.
Con molta probabilità però la tumulazione avverrà a Charleroi (località Marcinelle) dove vivono i figli dell'uomo deceduto. La notizia ha fatto rapidamente il giro di Paganica dove l'anziano era molto conosciuto anche perché tornava praticamente ogni anno nel paese di origine.
Nei primi anni Cinquanta del secolo scorso furono molti i paganichesi che si recarono in Belgio per lavoro attratti anche dalle mirabolanti promesse di una esistenza migliore. In realtà la vita nelle miniere era durissima e pericolosissima.
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