Fase2: caos tamponi, slitta riapertura cantieri sisma

2 Maggio 2020

Critiche all'ordinanza del sindaco dell'Aquila che obbliga ai test

L'AQUILA. I cantieri della ricostruzione all'Aquila e nel cratere del sisma non riapriranno il 4 maggio con l'avvio della fase 2 della emergenza coronavirus come invece era stato annunciato dal sindaco dell'Aquila, Pierluigi Bondi, a causa dell'ordinanza con cui dispone, oltre alle misure di sicurezza, l'obbligo di tamponi alle maestranze. Il rinvio è maturato in seguito al caos normativo e organizzativo, legato all'impossibilità di fare test in così poco tempo, innescato dal provvedimento del sindaco e dalle roventi polemiche politiche contro l'ordinanza divampate in un territorio che, essendo tra i meno colpiti d'Italia e da giorni a contagio zero, ha espresso il timore per il ritorno di migliaia di operai provenienti da fuori città e fuori regione. Addetti non tutti soggetti ai tamponi perché operanti anche negli altri Comuni del cratere.

Secondo quanto si è appreso, a determinare però il rinvio soprattutto una nota ufficiale dell'ordine degli ingegneri della provincia dell'Aquila che ha contestato competenze e responsabilità sulla sicurezza nei cantieri attribuite nella ordinanza, impedendo di fatto alle poche imprese pronte di riprendere i lavori. In quello che viene definito il cantiere più grande d'Europa operano circa 4.200 addetti. «Sarà una ripartenza molto graduale e contingentata, sarà effettiva nel giro di un mese»  spiega il presidente dell'Ance della provincia dell'Aquila, Adolfo Cicchetti. «E si ripartirà prima con le maestranze locali che potranno fare i tamponi all'istituto zooprifilattico sperimentale Abruzzo e Molise con il quale oggi abbiamo firmato un protocollo per i test ad addetti delle nostre imprese che operano al 30 per cento della ricostruzione post terremoto».

L'intesa prevede 500 tamponi e test sierologici al giorno con i risultati consegnati in massimo 36 ore: l'operazione, finanziata dai costruttori che poi chiederanno il ristoro delle somme alle stazioni appaltanti, si svolgerà nel presidio sanitario di Collemaggio dove i prelievi saranno effettuati, all'interno di gazebo, da personale messo a disposizione dalla Asl dell'Aquila. Lunedì 4 maggio, è previsto un incontro tra i costruttori e il direttore generale, Roberto Testa. È stato proprio l'obbligo di fare i test alle maestranze stabilito a ridosso della riapertura a far precipitare la situazione con la maggioranza di centrodestra, eccezion fatta per Fdi, il partito di Biondi, e le opposizioni, che nella seduta del Consiglio comunale di giovedì, hanno duramente attaccato il sindaco approvando all'unanimità un documento nel quale si chiede al governatore, Marco Marsilio, di Fdi, di varare una ordinanza più restrittiva che normi l'intero territorio regionale.

Contro la ordinanza si sono schierati l'associazione nazionali costruttori (Ance) della provincia di Teramo e Apindustria L'Aquila. «A rischio la ripresa dei cantieri all'Aquila il 4 maggio con la ricostruzione al palo per la ordinanza del Comune dell'Aquila» attacca il presidente di Ance Teramo, Ezio Iervelli, «questo impedirà la ripresa delle attività». L'imprenditore parla di «un fulmine a ciel sereno con una iniziativa tardiva e isolata che non ha alcun precedente giuridico e che quantomeno necessitava di regolamentazione da parte della Regione, data la sua delega sanitaria e si riserva azioni dopo aver informato Ance nazionale e ministeri».

«Nel nome del popolo di Facebook» spiega il segretario generale di Apindustria, Massimiliano Mari Fiamma, «la politica aquilana si è ritrovata quasi sulle stesse posizioni sull'ennesima azione condotta a scapito delle imprese coinvolte nella ricostruzione».