Fisco, stangata sugli sfollati

Tornano Irpef e Ici, mutui, bollo auto e pedaggi

L’AQUILA. Busta paga pesante, addio. Riecco l’Irpef che dimezza gli stipendi. Addio anche all’esenzione dall’Ici sulla seconda casa e dalla Tarsu. Addio allo stop ai contributi previdenziali e assistenziali, a quello del bollo auto e del pedaggio autostradale. Tornano rate del mutuo e protesti su cambiali e assegni. Oltre alle bollette di luce e gas. Sugli aquilani sta per abbattersi il terremoto del Fisco.

COME PRIMA.
Insomma, per il governo Berlusconi, dal primo gennaio 2010 gli sfollati aquilani sono perfettamente in grado di tornare a pagare le stesse tasse di prima del terremoto. Visto che, come recita l’emendamento del governo accettato in commissione, nulla si dice sull’ulteriore proroga (scaduta il 30 novembre scorso) nella sospensione del pagamento delle tasse, su tutte l’Irpef, che si torna a pagare da subito. E i pensionati Inps e alcuni lavoratori dipendenti se ne sono già accorti a proprie spese sulla busta paga di dicembre. Quanto alle tasse «vecchie», cioè quelle non pagate tra il 6 aprile e il 30 novembre 2009, lo stesso emendamento governativo, invece, stabilisce che a partire dal giugno 2010 tutti i residenti nella provincia dell’Aquila, sia gli sfollati residenti nel cratere sia gli abitanti che stanno fuori del cratere, torneranno a pagare il 100 per cento di quanto non corrisposto in otto mesi, in sessanta rate mensili. Due le «concessioni» del governo: non più gennaio, ma giugno, per gli arretrati e non più 24, ma 60 rate mensili (quindi cinque anni). Termini, questi, validi anche per i contributi previdenziali e assistenziali e per i premi per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali non versati per effetto della sospensione. Lo spinoso argomento fu oggetto di una serie di articoli del Centro pubblicati dal 16 al 18 novembre.

RIECCO L’ICI.
Torna anche l’Ici sulle seconde case, anche quelle sfasciate dal terremoto. Il sindaco Massimo Cialente dice che non può bloccarla. Entro il 16 dicembre si deve pagare il saldo per l’anno 2009, che si limita, per le abitazioni distrutte oppure oggetto di ordinanza sindacale di sgombero perché inagibili totalmente o parzialmente per effetto del terremoto, alle prime tre mensilità (gennaio-marzo) «nonché dalla data della definitiva ricostruzione e-o agibilità».

IL FAI-DA-TE.
Tradotto in cifre, tutti gli aquilani nei prossimi cinque anni tireranno fuori qualcosa come 513 milioni di euro di arretrati (273 milioni di sola Irpef non detratta dalle buste paga e il resto di contributi previdenziali e affini) oltre alle tasse ordinarie che ricominciano a correre. Il che significa oltre 100 milioni l’anno in più di quello che pagano un pescarese, un teramano o un chietino. «È la botta definitiva», attacca il deputato del Pd Giovanni Lolli che chiama a raccolta la città insieme al sindaco e alla presidente della Provincia. L’opposizione al governo di Berlusconi proverà a combattere prima in commissione e poi in aula, dove il centrosinistra ora spera sull’«alleato-Fini» che ha già detto che non vuole la questione di fiducia almeno sul maxi-emendamento alla Finanziaria, il che lascia aperto uno spiraglio per la battaglia in aula.

LA MOBILITAZIONE.
Una grande manifestazione da farsi all’Aquila o più probabilmente a Roma. Un lancio sulle tv nazionali. Un’occupazione simbolica della sede del consiglio regionale o dell’ufficio di presidenza. Queste, tra le altre, le proposte al vaglio di politici, amministratori, sindacalisti ma anche rappresentanti delle categorie produttive, industria, commercio e artigianato. La Cgil attacca: «La beffa è servita, a danno di tutti i terremotati. Una beffa pensata lucidamente illudendo per mesi decine di migliaia di persone colpite da un terribile evento naturale. Una clamorosa presa in giro che tratta i terremotati di questo territorio come vittime di serie B. L’emendamento approvato in commissione Bilancio della Camera non può e non deve passare così. Se sarà necessario, la Cgil provinciale chiamerà tutti a mobilitarsi».

DUE PESI E DUE MISURE. Lolli, Cialente e Pezzopane contestano il fatto che «i terremotati aquilani vengono trattati, da questo stesso governo che ha fatto una legge diversa per altri terremoti, in maniera differente e più penalizzante nei confronti delle popolazioni di Umbria e Marche che hanno restituito il 40 per cento del dovuto in 120 rate mensili, cioè in dieci anni». Per Lolli «fin da luglio si sono avute le prime avvisaglie negative con il decreto anticrisi che prendeva soldi dal 100 per cento di tasse aquilane in 24 mesi. Ci fu una grande sollevazione e il parlamento approvò prima un ordine del giorno e poi una mozione, lo scorso 13 ottobre, che impegnava il governo a equiparare il trattamento a quello delle altre calamità prevedendo prolungamenti della sospensione e forfettizzazione. L’emendamento del governo va in direzione opposta. Lo sforzo del Pd, dell’Idv, dell’Udc e della parlamentare del Pdl Paola Pelino mira a far mantenere a Berlusconi e Tremonti gli impegni presi con gli aquilani». Entro fine settimana i provvedimenti vanno in discussione. Si preannuncia battaglia. Per Cialente, «così facendo, la ricostruzione delle B e delle C ce la paghiamo da soli».

BOLLO AUTO.
L’ufficio tributi e tasse automobilistiche della Regione, «in relazione alla sospensione della tassa automobilistica fino al 30 novembre 2009, ribadisce che: 1) la sospensione dei termini riguarda adempimenti e versamenti relativi al periodo 6 aprile-30 novembre 2009 incluso; 2) la ripresa della riscossione dei tributi, qualora non intervenga un provvedimento di proroga della sospensione, è prevista a decorrere dal mese di gennaio 2010; 3) la ripresa dei versamenti, ricadenti nel periodo di sospensione, sarà disciplinata da un ulteriore provvedimento dell’amministrazione statale che ne specificherà le modalità; 4) ma poiché la sospensione è un’agevolazione facoltativa, i contribuenti possono già assolvere l’obbligo tributario senza l’applicazione di sanzioni e interessi; 5) i concessionari della riscossione sono invitati ad attenersi solo alle disposizioni della Regione».