Guasto all’impianto termico Ospedale ancora al freddo
Scatta la protesta dei sindacati: lavori di riparazione mal eseguiti
SULMONA. Lavori fatti male, in alcune occasioni anche più volte ugualmente pagati dalla Asl. Uno sperpero di denaro pubblico per i sindacati mentre, alle porte dell’inverno, l’impianto termoidraulico dell’ospedale ricomincia a fare cilecca lasciando alcuni reparti al freddo.
«Rischiamo di ritrovarci nella stessa situazione dello scorso anno», afferma Flavio Piscitelli della Cisl, «quando i tubi e la caldaia rischiarono di esplodere con conseguenze facilmente immaginabili. A distanza di un anno nulla è cambiato nonostante siano stati spesi molti soldi per la messa in sicurezza dell’impianto». Più volte negli ultimi giorni i reparti di Ginecologia e di Pediatria sono rimasti senza riscaldamento scatenanado le proteste dei degenti e dei loro parenti. E tutto questo nonostante nei reparti vi siano bambini e puerpere, più sensibili agli sbalzi termici di altri degenti.
«Il problema è a monte», prosegue Piscitelli, «ed era prevedibile che si arrivasse a questa situazione perché nessuno ha mai chiesto il conto a chi ha è eseguito i lavori in maniera maldestra. Di solito chi esegue male un lavoro si assume la responsabilità di riparare a proprie spese le cose che non funzionano bene. Da noi gli stessi lavori si pagano non una ma anche tre volte senza che nessuno dei dirigenti della Asl dica nulla». Dopo le note vicende dello scorso anno, quando un liquido corrosivo inserito nell’impianto di riscaldamento fece cedere alcune lasciando l’ospedale al freddo e provocando l’allagamento di molti reparti della vecchia ala, un’azienda pubblico-privata venne incaricata di riparare il guasto. E così avvenne con l’impianto che tornò a funzionare.
Nel mese di giugno la stessa società ha fatto nuovamente dei lavori con scavi di collegamento tra la centrale termica e la vecchia ala per riparare i tubi logorati. Sembrava tutto risolto, ma nei giorni scorsi l’impianto termoidraulico ha iniziato nuovamente a balbettare tanto che gli operai sono tornati a scavare per riparare il nuovo guasto. «Non è possibile che si continui a tollerare tutto questo», conclude Piscitelli, «si continuano a spenedere soldi pubblici senza che nessuno riesca a venire a capo della situazione. A questo punto sarebbe opportuno che sulla vicenda intervenisse anche la procura».
«Rischiamo di ritrovarci nella stessa situazione dello scorso anno», afferma Flavio Piscitelli della Cisl, «quando i tubi e la caldaia rischiarono di esplodere con conseguenze facilmente immaginabili. A distanza di un anno nulla è cambiato nonostante siano stati spesi molti soldi per la messa in sicurezza dell’impianto». Più volte negli ultimi giorni i reparti di Ginecologia e di Pediatria sono rimasti senza riscaldamento scatenanado le proteste dei degenti e dei loro parenti. E tutto questo nonostante nei reparti vi siano bambini e puerpere, più sensibili agli sbalzi termici di altri degenti.
«Il problema è a monte», prosegue Piscitelli, «ed era prevedibile che si arrivasse a questa situazione perché nessuno ha mai chiesto il conto a chi ha è eseguito i lavori in maniera maldestra. Di solito chi esegue male un lavoro si assume la responsabilità di riparare a proprie spese le cose che non funzionano bene. Da noi gli stessi lavori si pagano non una ma anche tre volte senza che nessuno dei dirigenti della Asl dica nulla». Dopo le note vicende dello scorso anno, quando un liquido corrosivo inserito nell’impianto di riscaldamento fece cedere alcune lasciando l’ospedale al freddo e provocando l’allagamento di molti reparti della vecchia ala, un’azienda pubblico-privata venne incaricata di riparare il guasto. E così avvenne con l’impianto che tornò a funzionare.
Nel mese di giugno la stessa società ha fatto nuovamente dei lavori con scavi di collegamento tra la centrale termica e la vecchia ala per riparare i tubi logorati. Sembrava tutto risolto, ma nei giorni scorsi l’impianto termoidraulico ha iniziato nuovamente a balbettare tanto che gli operai sono tornati a scavare per riparare il nuovo guasto. «Non è possibile che si continui a tollerare tutto questo», conclude Piscitelli, «si continuano a spenedere soldi pubblici senza che nessuno riesca a venire a capo della situazione. A questo punto sarebbe opportuno che sulla vicenda intervenisse anche la procura».