Hanno giurato 437 nuovi marescialli
La cerimonia nella piazza «Sei Aprile» della scuola davanti a tremila persone al termine del biennio di formazione
L’AQUILA. Il grado di «maresciallo» arrivato dopo due anni di formazione e di addestramento formale, militare, di polizia e di studio di tante discipline giuridiche, economiche e finanziarie; poi la consegna delle spade e delle sciabole, il tradizionale lancio del cappello, e gli auguri del comandante della Scuola, il generale di brigata Michele Carbone.
Tutto, davanti a un pubblico di tremila persone, parenti e amici più stretti arrivati da ogni parte d’Italia per partecipare alla cerimonia di consegna dei gradi di allievo maresciallo ai 437 ragazzi dell’83° Corso «Monte Sperone II» (131 le donne, il 30% del totale) con un’età media intorno ai 22 anni. La cerimonia si è svolta ieri mattina al freddo, ma almeno senza pioggia, nella piazza d’Armi della Guardia di Finanza a Coppito «Sei Aprile», all’interno della «cittadella» punto di riferimento nel post-sisma e sede del G8 del 2009. Ora ai neo-marescialli tocca un altro anno di studio per ottenere la qualifica e laurearsi in operatori giuridici di impresa (facoltà di Economia). Poi, saranno assegnati a reparti territoriali del Corpo in tutt’Italia «dalle Alpi alla Sicilia», ha spiegato il comandante Carbone, dove svolgeranno funzioni di polizia giudiziaria, tributaria e di pubblica sicurezza.
Tra i giovani premiati con il grado di «allievo maresciallo» anche Arianna Segala, capo corso dagli occhi verdi e il portamento fiero di chi crede nel suo ruolo. «Cosa vedo nel mio futuro? Dopo sette concorsi e un percorso di formazione duro che mi ha tenuto a lungo lontana dalla famiglia», ha commentato, «vedo la possibilità di poter finalmente aiutare il mio Paese con gli strumenti che la Scuola ci sta fornendo e mettere in pratica le conoscenze acquisite in questi anni».
Emozionante, infine, la consegna da parte del maresciallo Segala a un altro giovane allievo appena insediato, della «stecca» (o «lustrino»), simbolo di militarità e anzianità di servizio, che passa appunto dagli allievi «anziani» ai più giovani.
Marianna Gianforte
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