I commercianti di Sulmona: "La chiusura del tribunale è una catastrofe economica"

I negozianti chiamano la città alla mobilitazione. Mariotti (Ascom): Chiodi ha detto che salverà Sulmona, mantenga la promessa

SULMONA. «La chiusura del tribunale di Sulmona causerebbe una vera e propria catastrofe economica. E nel giro di qualche anno il territorio e il capoluogo peligno perderebbero buona parte dei residenti costretti ad andare altrove per avere un futuro più certo. Serve una mobilitazione forte e dobbiamo fare tutto quanto il possibile perché ciò non avvenga».

Anche i commercianti di Sulmona si schierano compatti al fianco degli avvocati e del personale del tribunale di Sulmona, che da oggi inizieranno lo sciopero della fame in segno di protesta contro la chiusura del palazzo di giustizia. Una chiusura che doveva essere operativa già da venerdì scorso, come è avvenuto per gli altri tribunali minori inseriti nella “black list” del ministero della Giustizia, ma che è stata posticipata a settembre del 2015, così come per i tribunali di Avezzano, Lanciano e Vasto, per gli effetti del terremoto del 2009.

«Non riusciamo a capire quali siano stati i criteri adottati per individuare i tribunali da sopprimere», afferma il presidente dell'Ascom Fidi, Claudio Mariotti, «sappiamo solo che quello di Sulmona non può essere soppresso per due fondamentali ragioni: la presenza del supercarcere che sta per essere ampliato di altre 200 unità, e i disagi e le difficoltà che i residenti del Centro Abruzzo dovrebbero affrontare per raggiungere il tribunale dell'Aquila. Non ci sono collegamenti e i pochi che la regione riesce a garantire non sarebbero assolutamente sufficienti per permettere alle persone di essere presenti alle udienze dei processi nei tempi stabiliti».

Un accesso alla giustizia che diventerebbe proibitivo per buona parte dei residenti del Centro Abruzzo, sia per gli alti costi sia per la particolare conformazione del territorio. «Cose che il governatore Gianni Chiodi conosce benissimo», incalza Mariotti, «tanto che nel corso di un incontro con gli imprenditori della provincia dell'Aquila ha affermato che il tribunale di Sulmona, proprio per i motivi elencati, non può essere soppresso. E che se dovesse essere chiamato dal ministero della Giustizia a salvare uno dei quattro tribunali abruzzesi inseriti nella black list, non avrebbe dubbi a indicare quello di Sulmona. Ecco, chiediamo al presidente Chiodi un atto di coraggio, ufficializzando questa scelta».

Intanto da oggi si fa sul serio. «L'appuntamento è davanti al tribunale in piazza Capograssi», conclude Mariotti, «il momento è cruciale e c'è bisogno dell'apporto di tutti per ribadire che questa volta non resteremo a guardare».

Sono 40 gli avvocati, tra cui tutti i componenti del consiglio dell’Ordine forense di Sulmona, che inizieranno lo sciopero della fame. Un’adesione massiccia e un segnale forte che le toghe vogliono dare contro la chiusura del tribunale peligno. Le modalità dello sciopero saranno decise nel corso di una riunione prevista per mezzogiorno, subito dopo la grande catena umana alla quale è prevista l’adesione di tutti i cittadini e che sarà realizzata attorno al palazzo di giustizia. «Saranno due anni di lotta dura», afferma deciso il presidente dell’Ordine forense, Gabriele Tedeschi, «e ci opporremo con tutte le forze affinché questa legge iniqua venga rivista. Abbiamo già pronto un piano per la revisione del nostra circoscrizione giudiziaria che chiederemo sia allargata fino ai paesi dell’Alta Val Pescara. È questa la vera riforma».

Claudio Lattanzio

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