L’incontro a ROMA
I parlamentari abruzzesi contro la centrale Snam
SULMONA. I parlamentari abruzzesi si schierano contro la realizzazione della centrale Snam e scendono in campo in difesa del territorio. Ieri, in una partecipata riunione nella sala Nassiriya del...
SULMONA. I parlamentari abruzzesi si schierano contro la realizzazione della centrale Snam e scendono in campo in difesa del territorio. Ieri, in una partecipata riunione nella sala Nassiriya del Senato, convocata dai comitati cittadini per l’ambiente, è stato deciso di preparare un documento, sottoscritto dai parlamentari abruzzesi, da inviare rapidamente alla presidenza del Consiglio dei ministri. Il tutto con l’invito a deliberare, già dalla prossima riunione, l’attuazione della delibera del 2011 votata all’unanimità dalla commissione Ambiente della Camera per l’istituzione del tavolo tecnico sulle alternative al tracciato appenninico del metanodotto e della centrale Snam. Hanno dato il loro assenso le senatrici Paola Pelino, Enza Blundo e Stefania Pezzopane, i deputati Gianni Melilla, Fabrizio Di Stefano e Gianluca Vacca. Ai parlamentari abruzzesi si sono aggiunti i deputati Walter Verini (Pd) e Patrizia Terzoni (M5S) e la senatrice di Sel Loredana De Petris. Presenti, insieme agli esponenti dei comitati, il sindaco di Sulmona Peppino Ranalli e il consigliere comunale di minoranza Luigi La Civita (Fi). Tutti hanno rimarcato la necessità di vedere attuata la risoluzione della Camera dei deputati, perché i governi, soprattutto quelli che dal 2011 a oggi si sono succeduti, «hanno sostanzialmente mortificato una decisione del parlamento che recepiva la volontà dei territori». Da qui, visto l’imminente via libera alla centrale, che potrebbe arrivare nel Consiglio dei ministri del 21 dicembre, è scaturita la volontà comune di rappresentare la situazione al governo, con un atto formale scritto dai comitati e firmato dai parlamentari. Lo scopo è quello di invitare a istituire nel prossimo consiglio l’agognato tavolo tecnico per studiare il percorso alternativo del metanodotto. «Non siamo in uno stato militare, ma in una repubblica democratica, quindi opere senza condivisione non possono essere imposte ai territori», ha esordito in Senato Mario Pizzola a nome degli ambientalisti. «Il governo Renzi vuole imporre nella regione verde d’Europa un’opera che cambierà la vocazione del territorio. La Snam deve spiegare le motivazioni delle scelte, chiarendo costi e benefici. Vogliamo un collegio tecnico che esamini le alternative e ci spiace constatare, anche in questo caso, l’assenza della Regione. Chiediamo l’applicazione della risoluzione e la convocazione del tavolo tecnico voluto dalla commissione parlamentare per l’ambiente nel 2011». Il documento approderà sul tavolo di Renzi. (f.p.)
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