I pendolari: proroga anche per i pedaggi
Esplode la rabbia degli sfollati che vivono sulla costa, tra 10 giorni scade l’esenzione
L’AQUILA. «Chiamo da Giulianova. Sono un aquilano preoccupato, come tanti, per la beffa delle tasse». I lettori del Centro protestano contro il riavvio del prelievo fiscale già contenuto nelle buste paga di dicembre. «Serve una proroga per le tasse e i pedaggi autostradali».
I PEDAGGI. I 14mila aquilani ancora sistemati negli alberghi fuori città, la gran parte sulla costa teramana, tra dieci giorni torneranno a pagare anche il pedaggio autostradale, visto che tra i benefici in scadenza c’è anche l’esenzione, concessa mediante la predisposizione di tessere Viacard. «Tra di noi», aggiunge l’aquilano ospite di un albergo di Giulianova, «ci sono tantissimi pendolari per motivi di lavoro oppure di studio. Va bene parlare dell’Irpef, per carità, ma bisogna anche ricordarsi che se noi stiamo ancora lontani dall’Aquila non è certamente per colpa nostra. Occorre fare pressione non solo sul governo ma anche sulle autorità locali affinché affrontino il problema del pendolarismo attraverso la predisposizione di agevolazioni per chi è costretto a viaggiare ogni giorno».
«ENNESIMA BEFFA». L’avvocatessa Luisa Leopardi, presidente dell’associazione «L’Aquila: un centro storico da salvare», sottolinea «l’ennesima beffa che il governo riserva agli aquilani, questa volta in tema di tasse, tributi e contributi. Apprendiamo che nel decreto Milleproroghe verrà inserita la normativa che disciplinerà la sospensione delle tasse per gli abitanti dei Comuni del cratere fino a novembre 2010, ma, nonostante le promesse del premier e le rassicurazioni di Bertolaso a una popolazione stremata dal sisma e dal collasso dell’economia, il provvedimento per gli aquilani non sarà dello stesso tenore di quello di cui hanno goduto i cittadini di Umbria e Marche.
Ancora una volta gli aquilani sono terremotati diversi e divisi da una norma che, per la prima volta, conosce figli e figliastri dello stesso evento catastrofico. Ci riferiamo al fatto che la prevista sospensione incide soltanto sui lavoratori autonomi e sulla piccola impresa, mentre continueranno a pagare le tasse i pensionati, i cassintegrati e i dipendenti. Il ministro Tremonti ha chiaramente detto che in questo momento non si può fare di più che aiutare le categorie maggiormente a rischio, stante la grave situazione economica del paese.
Il discorso può sembrare ragionevole ma, in questo modo, si dispone la sospensione di tributi che non sarebbero comunque stati pagati in quanto le categorie del commercio, dell’artigianato e professionali sono tutte in grave difficoltà per la produzione stessa del reddito mentre non si tiene conto che non tutti i dipendenti hanno situazioni reddituali del nucleo familiare che permettono di tornare a sostenere oneri fiscali. Aiutiamo chi veramente ha bisogno, diamo respiro a chi ha voglia di ricominciare ma non ci dimentichiamo le famiglie monoreddito (da lavoro dipendente) e quelle di chi gode, ancora per poco, degli ammortizzatori sociali.
Noi dell’Associazione “Un centro storico da salvare” vogliamo partecipare a questa rinascita in ogni fase. Abbiamo professionisti per progettare, storici per la memoria, giuristi e notai per interpretare le norme, artigiani e commercianti del centro che vogliono ripartire per lasciare al più presto le delocalizzazioni a cui sono stati costretti per sopravvivere a una crisi nella crisi. Le amministrazioni locali facciano spazio, nei loro tavoli, ai comitati e alle associazioni nate in seguito al sisma: costituiscono la vera base popolare per una ricostruzione condivisa dal basso».
I PEDAGGI. I 14mila aquilani ancora sistemati negli alberghi fuori città, la gran parte sulla costa teramana, tra dieci giorni torneranno a pagare anche il pedaggio autostradale, visto che tra i benefici in scadenza c’è anche l’esenzione, concessa mediante la predisposizione di tessere Viacard. «Tra di noi», aggiunge l’aquilano ospite di un albergo di Giulianova, «ci sono tantissimi pendolari per motivi di lavoro oppure di studio. Va bene parlare dell’Irpef, per carità, ma bisogna anche ricordarsi che se noi stiamo ancora lontani dall’Aquila non è certamente per colpa nostra. Occorre fare pressione non solo sul governo ma anche sulle autorità locali affinché affrontino il problema del pendolarismo attraverso la predisposizione di agevolazioni per chi è costretto a viaggiare ogni giorno».
«ENNESIMA BEFFA». L’avvocatessa Luisa Leopardi, presidente dell’associazione «L’Aquila: un centro storico da salvare», sottolinea «l’ennesima beffa che il governo riserva agli aquilani, questa volta in tema di tasse, tributi e contributi. Apprendiamo che nel decreto Milleproroghe verrà inserita la normativa che disciplinerà la sospensione delle tasse per gli abitanti dei Comuni del cratere fino a novembre 2010, ma, nonostante le promesse del premier e le rassicurazioni di Bertolaso a una popolazione stremata dal sisma e dal collasso dell’economia, il provvedimento per gli aquilani non sarà dello stesso tenore di quello di cui hanno goduto i cittadini di Umbria e Marche.
Ancora una volta gli aquilani sono terremotati diversi e divisi da una norma che, per la prima volta, conosce figli e figliastri dello stesso evento catastrofico. Ci riferiamo al fatto che la prevista sospensione incide soltanto sui lavoratori autonomi e sulla piccola impresa, mentre continueranno a pagare le tasse i pensionati, i cassintegrati e i dipendenti. Il ministro Tremonti ha chiaramente detto che in questo momento non si può fare di più che aiutare le categorie maggiormente a rischio, stante la grave situazione economica del paese.
Il discorso può sembrare ragionevole ma, in questo modo, si dispone la sospensione di tributi che non sarebbero comunque stati pagati in quanto le categorie del commercio, dell’artigianato e professionali sono tutte in grave difficoltà per la produzione stessa del reddito mentre non si tiene conto che non tutti i dipendenti hanno situazioni reddituali del nucleo familiare che permettono di tornare a sostenere oneri fiscali. Aiutiamo chi veramente ha bisogno, diamo respiro a chi ha voglia di ricominciare ma non ci dimentichiamo le famiglie monoreddito (da lavoro dipendente) e quelle di chi gode, ancora per poco, degli ammortizzatori sociali.
Noi dell’Associazione “Un centro storico da salvare” vogliamo partecipare a questa rinascita in ogni fase. Abbiamo professionisti per progettare, storici per la memoria, giuristi e notai per interpretare le norme, artigiani e commercianti del centro che vogliono ripartire per lasciare al più presto le delocalizzazioni a cui sono stati costretti per sopravvivere a una crisi nella crisi. Le amministrazioni locali facciano spazio, nei loro tavoli, ai comitati e alle associazioni nate in seguito al sisma: costituiscono la vera base popolare per una ricostruzione condivisa dal basso».