«I piloni sono sicuri» Così Strada dei Parchi sul viadotto dell’A24
La società ex concessionaria: «Un fenomeno superficiale» Ma dal ministero attesa l’autorizzazione per nuovi lavori
L’AQUILA. I piloni del viadotto di Tornimparte sull’A24 sono sicuri, stando a quanto garantisce Strada dei Parchi, ex concessionario dell’autostrada recentemente passata ad Anas. Molti lettori del Centro nei giorni scorsi hanno inviato segnalazioni, preoccupati dal ferro scoperto sulle colonne dello svincolo di Tornimparte. E così interviene l’ex concessionario Strada dei Parchi, che «seppur esautorata dalla gestione delle autostrade A24 e A25 desidera rassicurare i lettori che hanno segnalato al Centro lo stato apparentemente precario dello svincolo di Tornimparte sull’A24», dice una nota Strada dei Parchi.
«La relazione del dicembre 2021 del professor Bernardino Chiaia, docente del Politecnico di Torino, consulente del giudice per l’udienza preliminare del tribunale dell’Aquila, e intervenuto nell’ambito dell’incidente probatorio chiesto proprio da Strada dei Parchi (sulla vicenda della tenuta dell’infrastruttura è in corso un processo, ndc) conferma la stabilità e la sicurezza dell’opera nelle normali condizioni di esercizio», continua la nota della società, sottolineando che «lo scorticamento dei piloni e l’esposizione dei ferri rappresenta un fenomeno cosmetico e superficiale, effetto della costante percolazione dei cloruri impiegati contro le forti nevicate senza effetti sulla tenuta statica. Ricordiamo che la struttura si trova a circa mille metri sul livello del mare». «Già nel luglio 2021», spiega ancora il comunicato, «Strada dei Parchi ha commissionato un progetto di interventi, per un investimento di due milioni e 400mila euro, che include la ristrutturazione della rampa dello svincolo in questione per garantire la circolazione senza limitazioni di peso. Tale progetto è stato inviato al commissario e al ministero delle Infrastrutture sollecitando un’autorizzazione a procedere con il progetto esecutivo in più fasi nel 2022, senza però aver ricevuto alcun riscontro. L’intervento in questione», conclude la nota della società, «rientra tra quelli urgenti di adeguamento e messa in sicurezza dell’infrastruttura previsti dal Piano nazionale per gli investimenti complementari al Pnrr e, come tale, deve essere completato entro il 31 dicembre 2026». (f.d.m.)
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