Il giudice: case insicure in caso di forte sisma
Valutazioni allarmanti dagli atti dell’inchiesta culminata con l’arresto del militare Ci sono anche altre criticità: i lampioni oscillano e possono cadere sulle persone
L’AQUILA. Gli atti riguardanti l’inchiesta dalla Finanza che ha portato agli arresti domiciliari il maresciallo Rocco Ragone per falso, estorsione, peculato e truffa, insieme ad altre persone indagate, evidenziano la leggerezza con la quale sarebbero stati realizzati alcuni Map, edifici sicuri per antonomasia. Ragone, che respinge le accuse, è coinvolto nella veste di componente della task-force per la realizzazione di Map nelle frazioni di Cansatessa, San Vittorino, Assergi, Tempera (sequestrati) e Arischia.
Nell’ordinanza, dunque, ci sono passaggi secondo i quali i Map non sarebbero adeguati a resistere a forti terremoti pur essendo strutture realizzate proprio per quella finalità. Non ci sarebbe alcun problema, secondo gli atti dell’inchiesta, a fronte di terremoto di magnitudo media o bassa.
Ma vediamo cosa scrive il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Romano Gargarella nel provvedimento che contempla il sequestro dei manufatti.
«Si è potuto rilevare», è scritto nell’ordinanza, «che generalmente la classe del calcestruzzo corrisponde con la classe di resistenza indicata in sede progettuale mentre risulta mancante metà delle barre di armatura di acciaio previste in tutte le piastre di Cansatessa, San Vittorino e nella metà delle piastre di Arischia e Tempera (2) e l’armatura presente risulta mal posizionata. Dalle analisi condotte si evince che il coefficiente di sicurezza pari a circa il 30 per cento indicato in precedenza è stato completamente annullato dall’errato posizionamento dell’armatura. In alcuni punti le piastre in calcestruzzo non risultano verificate con gli usuali coefficienti di sicurezza previsti dalle norme».
«In base alle analisi strutturali effettuate», si legge ancora nella relazione che fa riferimento anche ad altre valutazioni, scaturisce «una diminuzione del coefficiente di sicurezza globale delle strutture delle piastre, ponendo le strutture delle piastre, in particolare in corrispondenza dell’ancoraggio delle strutture in legno, in una condizione di non verifica con un coefficiente di sicurezza pari al 20 per cento in meno di quanto previsto dalle norme tecniche per le costruzioni del 2008. Questo potrebbe determinare condizioni di rischio in caso di eventi molto rari quali il massimo vento o il massimo sisma prevedibile per le aree in questione. Inoltre la qualità generale del costruito pare bassa con riferimento alle opere complementari e di finiture interne. Dopo solo tre anni dalla loro edificazione i pavimenti esterni sulle piastre di fondazione risultano completamente staccati dal sottostante massetto con il rischio di cadute o lesioni per persone anziane o con ridotta o impedita capacità motoria. Il massetto al di sotto del pavimento risulta essere di qualità completamente scadente, ridotto, in molteplici punti, a sola sabbia, senza più traccia di cemento o di legante idraulico». «I lampioni di illuminazione esterna», dice ancora il giudice sulla scorta delle perizie, «sono mal posti in opera, oscillano sotto il minimo sforzo in maniera eccessiva, e possono risultare a rischio per un’ eventuale caduta su persone. In molteplici edifici il legno esterno risulta deteriorato da parte delle azioni meteoriche». Ora il Comune, entro 10 giorni, deve provvedere alle nuove emergenze abitative.
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