Il primo cittadino: gli sfratti sono un problema politico
Il sindaco: «Così rischiano una condanna tutti i dirigenti delle Ater d’Italia» Pelini: «Sentenza ingiusta e pilatesca, c’è l’assicurazione ma faremo ricorso»
L’AQUILA. «Aspetto di leggere la sentenza della Corte dei Conti, ma questo è destinato a diventare un caso politico nazionale. Sfrattare gli sfollati? Se così stanno le cose, si mette malissimo per tutti i dirigenti delle Ater d’Italia».
Questo il commento del sindaco Massimo Cialente alla notizia della condanna per danno erariale dovuto al mancato sfratto dei cittadini morosi dagli alloggi antisismici del Progetto Case e dei Map. Alloggi realizzati subito dopo il sisma per fronteggiare l’emergenza sfollati. «I soldi», aggiunge Cialente, «li abbiamo anche recuperati, quindi non so davvero per quale ragione siamo stati condannati». Cialente, e gli assessori Alfredo Moroni (ora ex) e Fabio Pelini sono stati condannati dalla Corte dei Conti a risarcire ognuno 30mila euro, somma che si raddoppia per la dirigente Patrizia Del Principe. «Leggerò le 150 pagine della sentenza e poi vedrò il da farsi. Bisognerà capire quali potranno essere le conseguenze, ma una cosa è chiara: se la nostra colpa è quella di non aver sfrattato le famiglie rimaste senza un tetto, allora il caso è destinato a diventare un problema del governo. Altra cosa certa», aggiunge il primo cittadino, «è che presenteremo ricorso per ottenere la riduzione degli importi da pagare. Fortunatamente siamo coperti da un’assicurazione che, voglio precisare, paghiamo di tasca nostra». Fin qui Cialente. Di sentenza «ingiusta e pilatesca», parla l’assessore Pelini, secondo cui «nella sentenza da una parte si dice che non è possibile stimare il danno e dall’altra si fa un conto forfettario. Rispettiamo le decisioni dei magistrati, ma siamo già al 99% del cammino perché la sentenza riduce la condanna a un centesimo della richiesta che era di 3 milioni di euro per ognuno di noi. Fortunatamente siamo assicurati, ma poiché non abbiamo fatto nulla per meritare una condanna, presenteremo certamente ricorso».
Sulla quantificazione del danno si è soffermato anche l’avvocato di Cialente e Moroni, nonché presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti. «La quantificazione del danno secondo equità in sentenza corrisponde a poco più di un centesimo della richiesta risarcitoria avanzata dalla procura regionale, evidentemente costruita su basi astratte o inesatte. Questa è, e resta, una condanna che, malgrado susciti comprensibile soddisfazione per la difesa vista l’esiguità della sanzione, a mio avviso pare svincolata dalla realtà dell’emergenza. Sentenza ingenerosa nei confronti di chi si è trovato a gestire una situazione drammatica che non ha eguali in Italia. Valuteremo, dopo un’attenta lettura della sentenza, la possibilità di presentare un ricorso». Cosa, questa, data già per scontata da tutti i protagonisti della vicenda.
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