Il vescovo commissaria l’antica confraternita

26 Giugno 2012

Organizza lo storico evento di Pasqua con la Madonna che scappa in piazza In attesa del nuovo direttivo la gestione economica passa di mano

SULMONA. Commissariata la Confraternita di Santa Maria di Loreto. Lo ha deciso il vescovo Angelo Spina che in attesa di procedere alla scelta del nuovo direttivo attraverso regolari elezioni, ha inviato una lettera al priore, Claudio Pantaleo, annunciandogli che la gestione del sodalizio passerà, da subito, nelle mani di un commissario straordinario. L’incarico è stato affidato al commercialista Pietro Ciccarelli. Un provvedimento che arriva come un fulmine a ciel sereno e che crea non pochi dissapori all'interno della confraternita lauretana, molto conosciuta perché organizza nel giorno di Pasqua, «La Madonna che scappa in piazza».

Al momento non si capiscono le motivazioni che hanno spinto il vescovo a una simile decisione. Almeno all’apparenza. Nella sua “bolla”, Spina elogia infatti l'operato degli attuali amministratori della Confraternita di Santa Maria di Loreto, sottolineandone l'impegno e la responsabilità nel portare avanti l'attività dell'ente ecclesiastico.

Ma ai più è sembrato il solito contentino per far digerire la pillola amara che solleva il direttivo dalla gestione economica. E si tratta di bilanci particolarmente sostanziosi sui quali il vescovo vorrebbe avere una sorta di controllo diretto attraverso un suo uomo di fiducia. Come conferma tra l'altro il priore Pantaleo: «Il vescovo ci ha detto che le confraternite che fanno attività commerciale, tra la nomina di un consiglio direttivo e l'altro, hanno bisogno di un periodo di commissariamento. Le regole le detta il vescovo e noi non possiamo far altro che osservarle e ringraziarlo per le buone parole che ha speso nei nostri confronti. Ossequiosi, rispettiamo le decisioni dell'ordinario diocesano anche se possono sembrare all'esterno, un danno all'immagine della nostra confraternita».

Nella sua “bolla” il vescovo Spina motiva la sua decisione con il fatto di aver già prorogato per due volte il mandato. «Le cariche ricoperte dall'attuale direttivo», scrive Spina, «sono scadute dal dicembre del 2009. Ho rinnovato tali cariche per l'anno 2010, per il 2011 e per il primo semestre del 2012, dando piena fiducia a tutti. Dovendo però tener fede allo statuto, non posso protrarre ulteriormente gli incarichi». Ieri era presente in città, proprio perché allarmato dai risvolti che potrebbero arrivare con la decisione del vescovo, anche il vice presidente della Confederazione nazionale confraternite d'Italia. «Ho parlato con monsignor Spina», spiega Augusto Sardellone, originario tra l'altro di Sulmona, «il quale mi ha confermato che dietro al commissariamento non si nasconde nessuna motivazione se non quella del pieno rispetto dello statuto. Mi ha detto che la persona nominata servirà solo per affiancare la gestione della confraternita in questo breve periodo di transizione. Tra l'altro, come evidenziato nella sua comunicazione, «ha ringraziato gli attuali amministratori per il fattivo contributo e la particolare abnegazione svolti negli ultimi anni all'interno della diocesi di Sulmona e Valva». Tuttavia c'è da rilevare che lo statuto al quale fa riferimento il vescovo, prevede solo il percorso della consultazione elettorale e non quello del commissariamento. Nel recente passato solo una volta si è arrivati al commissariamento. È accaduto per sei anni, dal 1986 al 1992, quando era priore l'ex assessore della giunta Federico, Giuseppe Schiavo, che rassegnò il proprio mandato per le profonde divergenze che erano sorte con alcuni membri del direttivo. Evidentemente per il vescovo, la fratellanza lauretana ha bisogno di un periodo di riflessione per prepararsi alle nuove elezioni del direttivo.

Dal suo insediamento in città Spina monitora attentamente i confratelli, tanto da arrivare a vietargli di indossare la mozzetta verde e il saio rosso e a non riservargli nemmeno un posto in piazza in occasione dell'arrivo del Papa. «Bisogna evitare che le Confraternite, ricchezza inestimabile per le nostre genti», ha detto più volte Spina, «si trasformino in simulacri di secoli passati».

Claudio Lattanzio

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