Inquinamento, processo a Cialente
L’accusa: liquami sversati da una fogna. Imputato pure Di Benedetto (Gsa)
L’AQUILA. Il sindaco Massimo Cialente e il presidente della Gran Sasso Acqua Spa, Americo Di Benedetto sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di inquinamento del suolo.
Il provvedimento di rinvio a processo con citazione diretta, davanti al giudice unico è stato firmato dal pm Stefano Gallo.
Nel mirino un disservizio, che venne segnalato dai residenti e poi denunciato, uno scarico di liquami nella frazione di Aragno in una fossa di proprietà comunale carente di manutenzione. I liquami furono sversati in maniera continuativa nel sottosuolo provenendo dalla rete fognaria comunale. Tra le contestazioni anche l’aver omesso di provvedere a che il sistema di raccolta fosse perfettamente funzionante, onere che sarebbe ricaduto sugli accusati.
Naturalmente prima di arrivare al procedimento giudiziario, in seguito alle continue segnalazioni, ci sono stati diversi sopralluoghi da parte degli agenti del Corpo Forestale dello Stato.
La contestazione risale a un paio di anni fa ma le indagini sono andate a rilento per via di una richiesta di proroga di sei mesi ottenuta su richiesta dello stesso Gallo.
Vane, dunque, le controdeduzioni che gli amministratori fecero sostenendo che, comunque, non è possibile tenere sotto controllo l’enorme territorio aquilano.
Comunqe il processo è stato fissato per il 21 giugno e nell’udienza i due amministratori pubblici saranno assistiti dagli avvocati Ernesto Venta e Carlo Benedetti.
Ci sono aperti anche altri fascicoli per vicende analoghe in seguito a una serie di sopralluoghi effettuati nei mesi scorsi dalla Forestale. Un altro caso analogo di inquinamento, ma ancora da definire, riguarda San Gregorio.
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